17/10/2017. APPUNTI DI VIAGGIO – IL NOSTRO DIRETTORE A SORAGNA SULLE TRACCE DI PIETRO RICCIO DA PARMA: QUELL’ILLUSTRE TREDICESIMO CAVALIERE NELLA DISFIDA DI BARLETTA CONTESO PER DISPUTA STORICA DA VASTO. MA LA TRADIZIONE VINCE E RICONSEGNA L’ECCELLENZA DEL TERRITORIO.
Italiano perché nato in Italia. Ecco lo “ius soli” d’attualità nel dibattito parlamentare. Ma situate il medesimo concetto nella nostra Penisola secoli fa, metà Quattrocento primi del Cinquecento magari. E giù giù fino al 1848, albori risorgimentali. Dirsi Italiani sol perché nati su questo suolo era pura eresia. Ci voleva il sangue: in ogni senso…
Ma da allora ha sempre scatenato passioni, guerre, discussioni a non finire, dispute patriottiche...
La Disfida di Barletta ne continua a disseminare tantissime da vero evento epocale. Sia per le conseguenze nella prospettiva storica (giustamente o criticamente ritenuta preludio all’Unità d’Italia), sia per le “sfide” anche moltissimo colte ma comunque assai interessate nel merchandising turistico fra una città e l’altra sull’esatta località dove ebbe i natali quel tale cavaliere.
Nel combattimento ci furono tredici campioni d’arme. Ma quante città se ne sono combattute la nascita. Miale da Troia, in provincia di Foggia, se l’è dovuta vedere nel tempo con Moele da Paliano. Acqua passata…
Più di recente il più famoso Pietro Riccio da Parma (riconosciuto nello stemma dall’inconfondibile omonimo riccio collocato al centro della croce bianca in campo azzurro) è stato al centro della singolar tenzone fra Soragna, in quel di Parma, e addirittura Vasto, in riva all’Adriatico: tenzone imperniata su quale fra i due centri avesse dato i natali al nobile uomo d’arme (aveva un’armatura che lo difendeva simile appunto agli aculei del riccio a cui si era ispirato) comandato da messer Ettore Fieramosca nella Disfida di Barletta (13 febbraio 1503) romanzata da Massimo d’Azeglio.
Le vicende postume all’uscita del fortunato romanzo educatore di tanti aspiranti italiani nel 1833 ed al film di Alessandro Blasetti come produzione cinematografica del regime fascista (l’anno prossimo si compirà l’ottantesimo dal 1938) sono assimilabili al passaggio di Annibale nella sua campagna d’Italia della seconda Guerra Punica. Dal valico delle Alpi fin giù a Canne. Ogni paesino aspira a vederne calpestato il suolo per ovvii motivi di pubblicità.
Ebbene, tornando al caso di Riccio da Parma, la “sovranità” di Soragna – benché contesa rispetto a Vasto - è divenuta un più consolidato punto fermo nella geografia storica a dimensione Disfida.
Introdotto telefonicamente (ma con ben superiore slancio e simpatia) dal sindaco di Busseto, Giancarlo Contini, a Diofebo Meli Lupi, principe della Rocca di Soragna (come cambiano i tempi: tutto via smartphone!) arrivo quaggiù a visitare la dimora, davvero principesca, di questa nobile famiglia.
Sono dunque un giornalista di Barletta sulle tracce di Pietro Riccio o Riczio da Parma, come sta scritto sulla targa di marmo nella stradina del nostro centro storico con le altre intitolate ai protagonisti della Disfida.
Da pietra a pietra, girò per la bellissima Soragna dopo aver visitato la dimora dei Meli Lupi, uno splendido palazzo rinascimentale nato come fortezza militare ma evolutosi come magnifica residenza dove il Principe di allora teneva governo e dove il suo erede ci abita. Benvoluto e protetto, afferma, dal fantasma della sua antenata Donna Cenerina, nobildonna morta per il pugnale del sicario inviato dal cognato che voleva eliminare la sorella accomunata nel duplice omicidio durante le concitate fasi notturne di uno spietato evento passato così alla storia…
Dunque, a Soragna in onore di Pietro Riccio da Parma, nome in battaglia del nobile Domenico di Pietro de’ Marenghi, esistono da sempre lapidi, da qualche tempo una scuola elementare alias istituto comprensivo, mille ricerche di appassionati e di studiosi. Insomma, la tradizione che diviene fonte di conoscenza.
Per Barletta, un ottimo approdo nella visione promozionale di una Disfida sempre più aperta ai Comuni d’Italia da cui sono giunti a combatterla dalle nostre parti i Tredici. Almeno questo il progetto…
Nino Vinella
PER SAPERNE DI PIU’…
RICCIO da Parma, in realtà il suo vero nome era Domenico di Pietro de’ Marenghi, nativo di Soragna, anche se alcune recenti ricerche sembrerebbero indicarlo come originario di Vasto negli Abruzzi e che il “di Parma” sarebbe semplicemente il suo cognome completo e non l’indicazione delle sue origini. La città di Parma gli ha comunque dedicato una piazza e, inoltre, sul castello di Soragna è stata murata una targa marmorea in suo ricordo.
http://www.ilpuntosulmistero.it/i-segreti-della-disfida-di-barletta-che-pero-si-e-svolta-a-trani-i-parte/
Ad avvalorare ulteriormente la patria vastese di Riccio de Parma, sovviene il particolare che Vasto era, all’epoca, feudo dei d’Avalos, che erano schierati dalla parte degli Spagnoli contro i Francesi. Nel 1965 la questione venne conclusa, dopo alcuni nostri interventi, con la doverosa rettifica della verità storica a favore di Vasto, città natale di Riccio de Parma, da parte di autorevoli pubblicazioni (Storia Illustrata, Historia, Radiocorriere, ecc.). Anche l’enciclopedia Conoscere ha rettificato l’involontario errore in cui era incorso, rendendo merito alla città del Vasto nel senso che “de Parma” fa parte integrante del cognome Riccio e non indica il luogo di nascita del valoroso campione. Insomma, Riccio de Parma era un cittadino Vastese.
http://www.ilnuovoonline.it/2014/12/08/riccio-de-parma-era-un-vastese/
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