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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

05/07/2006.  Minervino - Una «domus» dauna riemerge dal passato..

Si tratta di un'abitazione privata risalente al IV secolo avanti Cristo, in buono stato di conservazione

MINERVINO - Sono state le ruspe a riportare alla luce un edificio abitativo di circa duemila e quattrocento anni fa. La terra ha restituito un'abitazione privata di epoca dauna, risalente al IV secolo a. C., in buono stato di conservazione. «Una scoperta eccezionale, ci troviamo forse di fronte al più bell'esemplare archeologico della Puglia di «casa dauna», ritrovato tra l'altro in buono stato di conservazione - spiega la dottoressa Marisa Corrente, ispettrice di zona della Soprintendenza archeologica della Puglia, sotto la cui direzione si è tenuta la campagna di scavi - In più c'è un'ipotesi affascinante: e cioè che si tratti della "abitazione privata" di un guerriero dauno della fine del IV secolo, il cui prezioso corredo funebre (con armi, lancia di ferro, spada, cinturone, elmo) ritrovato anni fa a Minervino, si trova già esposto nella mostra archeologica «Quando l'Ofanto era color dell'ambra», allestita a Palazzo di città».

«Stiamo parlando di un edificio abitativo, cioè di una casa di rilevante interesse storico ed archeologico. Abbiamo ritrovato delle mura ben conservate e che attestano anche dei crolli, cioè epoche diverse - spiega ancora Marisa Corrente - l'edificio presenta ambienti ampi, un porticato antistante, una stanza probabilmente dedicata ad attività conviviali. In più c'è la presenza di una fossa in cui si svolgevano attività produttive sicuramente legate alla lavorazione dei metalli e del ferro, tipica dell'età dauna».

E aggiunge: «Questo ci ha fatto subito pensare ad un collegamento con la tomba del guerriero dauno del IV sec. a. C, ritrovata durante precedenti scavi archeologici a Minervino. Riteniamo che si tratti della sua abitazione per la compresenza di attività produttiva di lavorazione del ferro». Data la bellezza, l'unicità e il buono stato di conservazione del sito archeologico si è già pensato ad un progetto di valorizzazione, con una copertura dell'edificio abitativo per renderlo accessibile e fruibile dal pubblico. Ritrovate inoltre tombe a grotticelle, monili, manufatti, anfore, vasi, oggetti in ferro.

Questa campagna di scavi, va ricordato, è ultima solo in ordine di tempo. Sono dieci anni che la Soprintendenza archeologica ha concentrato le sue campagne nel centro murgiano, ritenendolo uno degli «insediamenti più vitali della civiltà dauna», in continuo contatto economico e culturale con la vicina Canosa di Puglia. E questa scoperta non fa altro che avvalorare ciò che si sapeva già delle origini preromane Minervino, «terra dauna per cultura ed etnia e abitato di frontiera», posto tra il vulture melfese e la città ofantina».

Il ritrovamento interessa il sito «ex tenuta Corsi», precedenti ritrovamenti erano avvenuti nella zona 167, nelle vicinanze dell'ospedale, nei pressi della realizzazione del nuovo liceo e lungo la strada regionale R6. Precedenti campagne di scavi della Soprintendenza hanno consentito di raccogliere reperti databili tra il VIII e il II sec. a.C., costumi femminili, manufatti in ambra, gioielli, monili, oggetti in metallo, ceramiche, segno dell'influenza della cultura greca nell'area dal IV sec. a.C. e infine la tomba del guerriero.

Rosalba Matarrese

Fonte: La Gazzetta del Nord Barese 30/06/2006




Un vero tesoro il binomio vincente Minervino-archeologia

MINERVINO - Ci sono terre di confine, che restano un po' ai margini delle grandi vicende storiche dell'epoca passata, ma non per questo meno ricche di tesori archeologici affascinanti. E' il caso di Minervino, posto tra l'Alta Murgia e la città ofantina, così denso di tracce e reperti di epoca preromana. Ed è in questa terra di confine, toccata dalla grande civiltà dauna, che si è concentrata per anni una campagna di scavi della Sovrintendenza archeologica della Puglia, sotto la direzione della dottoressa Marisa Corrente.

Dieci anni di scavi che hanno riportato alla luce tesori, reperti preziosi e con essi storie e racconti di una civiltà antichissima, vissuta tra il VII e il III sec. a. C. Reperti che raccontano la storia, le usanze e le tradizioni, l'economia della civiltà dauna e dei contatti con il Vulture-Melfese, tra il VII e il III sec. a. C. I reperti archeologici ritrovati (oltre seicento tra anfore, vasi, ceramiche, ambre, monili, corredi funebri di donne e guerrieri) sono attualmente esposti nella mostra archeologica «Quando l'Ofanto era color dell'ambra», allestita a Palazzo di città. La mostra è divisa in quattro sezioni. La prima (le coppie aristocratiche) espone un raffinato costume femminile (manufatti in ambra, gioielli, monili), segno della figura aristocratica della donna tra VI e V sec. a C. La seconda sezione (il ruolo della donna) presenta un costume funerario femminile (ceramiche, oggetti in metallo risalenti al V sec.). La terza sezione (l'acculturazione) espone ceramiche, segno dell'influenza della cultura greca nell'area a partire dal IV sec. a.C. La quarta sezione, la più ricca e preziosa, è costituita dal corredo funebre di un guerriero dauno (fine IV sec).

Ci sono cuspidi di lancia, il cinturone, l'elmo «a pileo», armamenti, frammenti di una corona con foglie d'alloro di quello che probabilmente fu un antico «capo» di Minervino. Appunto un guerriero dauno appartenente ad una famiglia aristocratica, poi scomparsi, di cui nell'ultima campagna di scavi della Soprintendenza è stata probabilmente ritrovata l'abitazione privata.

ros. mat.







 

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