22/11/2019. TRASPORTI - ELETTRIFICARE TUTTA LA LINEA FERROVIARIA BARLETTA-SPINAZZOLA: L'EMENDAMENTO DEL SEN. DARIO DAMIANI E LA STORIA DELLA TRATTA REALIZZATA A FINE '800 ED OGGI CON UN FUTURO NELLA VALORIZZAZIONE TURISTICA DEI LUOGHI STORICI IN PROVINCIA.
Permettetemi, prima di ricordare l’esaltante passato, di parlarvi dell’allettante presente e di tutto quello che si sta facendo per salvare la nostra (nel vero senso della parola) linea ferroviaria Barletta-Spinazzola. Indubbio merito va riconosciuto al Senatore Dario Damiani, membro della Commissione Bilancio, il quale ha presentato un emendamento alla legge finanziaria per l’elettrificazione completa della linea ferroviaria Barletta-Spinazzola, non solo nella tratta Barletta-Canosa di Puglia ma proseguendo per Minervino Murge fino a Spinazzola.
Con questa lodevole iniziativa si riduce e di molto, il “gap” tra l’attuale classe dirigente e quella che quasi 125 anni fa si impegnò, anzi lottò per avere quella linea ferroviaria.
Proprio così perché, a pochi anni prima che l’Italia divenisse una nazione e più precisamente al 1861, risale l’iniziale e geniale idea di dotare la città di Barletta ed il territorio circostante, di una linea ferroviaria. Il primo progetto, presentato da E. Melisurgo, ipotizzava la costruzione di una linea ferroviaria Napoli - Brindisi - Barletta. Il 21 marzo 1861, la Commissione sulle Ferrovie Napoletane, insediata dal Ministro dei Lavori Pubblici De Vincenzi, sanciva la necessità e l’importanza di realizzare una linea ferroviaria lungo la costa adriatica.
Nella convenzione era previsto che i lavori per la Foggia - Barletta dovessero terminare nei primi giorni del 1864, mentre quelli della tratta Barletta - Bari agli inizi di luglio dello stesso anno. Il 18 settembre del 1862 intanto, si era costituita la Società per le Strade Ferrate Meridionali, che avrebbe avuto il compito di gestire tutte le linee ferroviarie del meridione d’Italia.
Successivo passo venne effettuato il 1870 in occasione della proposta dell’Ing. Calicchio il quale presentò uno studio di fattività, si direbbe oggi, per la costruzione del tronco ferroviario Barletta-Canosa-Spinazzola. Purtroppo “l’impresa” Calicchio abortì, a confermare una volta di più, come i tentativi, seppur tali, servono e non poco, a precedere il compimento di opere importanti.
Dopo lo studio del sig. Calicchio occorrerà attendere il 1874 quando, durante un congresso dei Sindaci dei Comuni di Barletta, Andria, Canosa, Minervino e Spinazzola tenutosi con inizio “… alle ore 11 antimeridiane nel Palazzo di Città di Barletta ” venne presentato un progetto a cura dei signori Filippo Bianciardi e Roberto Sangiovanni “ … per l’attuazione del tronco ferroviario Barletta – Spinazzola ”. Nella relazione tenuta dal sig. Centaro, assessore ai lavori Pubblici del Comune di Barletta, si ribadiva che “ … è passata ormai nelle convinzioni di tutti la necessità di una linea ferroviaria mediterranea che unisca il Tirreno all’Adriatico e di cui la prima stazione, direi, sarebbe Spinazzola e l’altra Potenza”.
E proseguiva “ … Essa se da una parte ha grande valore strategico, essendo garantita contro qualunque attacco venga dal mare, ha dall’altra una incalcolabile importanza economica e commerciale, ravvivando popolose, belle e ricche città del Barese e del Potentino, agevolando lo scambio de’ prodotti tra dieci province del mezzogiorno e di tutto questo chi si avvantaggia è la Civiltà”.
Il progetto prevedeva che le Città toccate dal tronco ferroviario sarebbero state Barletta (capolinea), Andria, Canosa, Minervino per fermarsi a Spinazzola percorrendo 50 chilometri e 400 metri. La spesa, compreso il valore del materiale mobile, sarebbe stato di 8 milioni di lire non contando, però, il valore del suolo da espropriare stimato in circa 400.000 lire. Ma l’idea innovativa per quei e soprattutto per i nostri tempi, fu che l’intera cifra fosse autofinanziata dai comuni dato che, come espose in maniera chiara l’assessore Centaro “ … Aspettar tutto dal Governo è cosa vana, anzi sconveniente. Signori lasciamo al passato il pregiudizio di certe memorie: i tempi in cui ricorrevasi al governo fin per la riparazione di un campanile, come mi è occorso leggere in antiche pergamene di questo Municipio, sono passati nel dominio della Storia; tutto ci diè chi ci diè la libertà (tutto ci diede chi ci diede la libertà n.d.r.) e fece la Patria indipendente ed una: se dobbiamo promuovere l’azione governativa è solo perché a base di una legge generale, ma l’iniziativa sia nostra”.
E poi dicono che gli alieni non esistono! Da quale pianeta veniva l’assessore Centaro per rifiutare in partenza l’aiuto del Governo e anticipare di un secolo la famosa frase kennedyana “Non chiedere cosa può fare il tuo Paese per te, chiedi cosa puoi fare tu per il tuo Paese” ?
Ma il tutto restò solo sulla carta. Dopo quasi quindici anni di discussioni però, il 20 giugno 1888 venne finalmente stipulata una convenzione a favore della Società Strade Ferrate Meridionali per la costruzione delle linee ferroviarie Rocchetta S. Venere (attuale Rocchetta S. Antonio) - Gioia del Colle e Barletta - Spinazzola. Tale convenzione fu resa esecutiva con la Legge 5550 del 20 luglio 1888, con una spesa prevista di lire 7.994.460.
Passarono precisamente sette anni e il 1° agosto 1895 fu inaugurata la linea Spinazzola-Barletta e si realizzò così il collegamento tra la ferrovia Foggia – Rocchetta - Gioia del Colle e Foggia - Barletta - Bari. Michele GRIMALDI Responsabile della Sezione di Archivio di Stato di Barletta
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