07/02/2020. BARLETTA - QUEL 13 FEBBRAIO 1965 E LA PRIMISSIMA RIEVOCAZIONE STORICA DELLA DISFIDA: DIRETTAMENTE DALLE DOCUMENTATE FONTI D'ARCHIVIO UNA MINIERA DI CURIOSITA' INEDITE PER QUELL'APPASSIONANTE STORIA IDENTITARIA DI UNA CITTA' DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE.
Il 13 febbraio saranno trascorsi 55 anni (12/15 febbraio 1965) dalla prima rievocazione dell’ormai celeberrimo fatto d’armi che vide protagonisti Ettore Fieramosca con i suoi compagni d’arme e il “nemico” d’oltralpe Guy de la Motte, voluto dal trio, amante della storia e di quella di Barletta in particolare, Don Peppuccio Damato, Cosimo Damiano “Skavott” Daddato e l’assessore al Turismo dell’epoca il rag.Vittorio Grimaldi.
Il primo manifesto fu curato dall'artista Biagio Vinella (Barletta 1911 - 1965) venuto prematuramente a mancare, poche settimane dopo averlo consegnato al Comitato rievocazione Madonna della Sfida, nei giorni immediatamente precedenti a quella Rievocazione.
E si signori, perché nel febbraio del 1965, allorquando mons. Damato e il Daddato dettero vita al “Comitato religioso Madonna della Disfida” che si occupò di “inventarsi” la prima rievocazione della Disfida di Barletta e dopo due anni il 1967, la riproposizione del certame cavalleresco svoltosi 464 anni prima, l’assessore comunale allo sport, spettacolo e turismo era proprio il rag. Vittorio Grimaldi il quale, sostenitore accanito della importanza storica rivestita dalla Città di Barletta nei secoli ed oltretutto Presidente della Pro Loco, propose alla giunta, targata Carlo Ettore Borgia Sindaco, di finanziare in maniera decisiva l’iniziativa proposta dal duo Damato-Daddato.
In molti, ove fossero interpellati, potrebbero rispondere che l’avvenimento sembra sia accaduto in tempi remoti, visto le brume dell’oblio che hanno coperto quelle importanti celebrazioni, invece è successo tutto solo cinquantacinque anni fa. Chi pazientemente ha il piacere di leggere questo intervento, non deve pensare di trovarsi di fronte al classico esempio di “Cicero pro domo sua” bensì, come penso di aver dimostrato in tante occasioni, quello che mi spinge è l’amore per la verità riferita alla Storia, grande o piccola che sia.
Naturalmente, questo ripasso storico, non vuole essere un assegnare meriti o medaglie a qualcuno, bensì far comprendere come in tante occasioni gli amministratori comunali, così spesso denigrati se non peggio, assumono decisioni e appoggiano iniziative che, nel tempo, diventano dei veri e propri capisaldi per la storia di una Città.
Gli ultimi avvenimenti hanno visto protagonisti il Sindaco di Barletta Cannito e l’Assessore alla Cultura Ciniero i quali sono riusciti, dopo tantissimo tempo, nello scorso mese di settembre a riproporre il tanto agognato Certame.
Tranquilli, quello che mi interessa analizzare non sono i festeggiamenti e le iniziative riguardanti la ricorrenza (lascio il compito delle fastidiose post analisi a chi di competenza), bensì è mia intenzione puntare la lente su un periodo particolare delle Storia della nostra Città (ovviamente non avulso dall’argomento Disfida, tutt’altro!) che non poteva ottenere un posto rilevante tra i tantissimi eventi e questo per l’inevitabile ingorgo di iniziative che colmano le giornate di un periodo dell’anno, per Barletta, dovrebbe speciale.
Per chi ogni giorno è a contatto con il passato attraverso gli impolverati ma sempre vivi documenti di tantissimi anni fa, viene spontaneo andare a fare una istruttiva e divertente “passeggiata” tra le carte di 112 anni fa che testimoniano chi e come ha partecipato, attivamente, per ricordare quell’avvenimento che tanto lustro e risonanza ha dato alla Città di Barletta in Italia e soprattutto nel mondo ma, se volete, anche per metter su un paragone (per alcuni improponibile) tra le azioni di ieri e di oggi La prima annotazione che va subito e doverosamente sottolineata, riguarda l’incredibile, per qualità e quantità, carteggio conservato dalla Sezione di Archivio di Stato di Barletta relativo alle iniziative e agli adempimenti avuti dai nostri Amministratori del 1903 in occasione del 400° anniversario della Disfida di Barletta. Tra i documenti citati si può “trovare” di tutto e di più: dalle prime bozze, scritte rigorosamente a mano, della composizione del Comitato d’onore per i festeggiamenti, al menù del pranzo ufficiale tenuto nella giornata centrale dei festeggiamenti. Come si può ben capire, il racconto delle iniziative più interessanti ed anche non canoniche o se vogliamo esagerare, stravaganti (leggi composizione di una fantasia musicale intitolata, guarda un po’ “La Disfida di Barletta” ad opera del Maestro Nunzio LiCansi) organizzate per i festeggiamenti sono tali e tante che raccontarle tutte non basterebbero cento articoli su questo giornale ed è per questo motivo che mi limiterò a farvi conoscere quelle che sono delle vere e proprie “chicche” inedite, rispetto a quelle ultraconosciute ed abusate come il numero unico di un giornale edito appositamente per il 400° anniversario, il cui originale si trova proprio tra i documenti conservati dalla Sezione di Archivio di Barletta. Tra questi inediti una significativa corrispondenza intercorsa tra i sindaci di Barletta Mario Scelza nel 1898, ingegner Milano nel 1903 e lo studioso, sicuramente tra i più importanti, di Storia barlettana Sav(b)ino Loffredo. Nel 1898 (ben cinque anni prima la data del 400° anniversario!) il Sindaco Scelza inviava ai “Figli più illustri di Barletta” l’invito a far parte del comitato per commemorare il IV Centenario della Disfida di Barletta “…contribuendo così, con la saggezza dei suoi consigli e con il prestigio e l’autorità del suo nome, a rendere più solenne la patriottica cerimonia”. Tra questi, ovviamente, Savino Loffredo che, con una lettera scritta di proprio pugno su carta intestata della Corte di Cassazione di Napoli della quale era illuminato componente, rispondeva che “… Non potendo non plaudire al concetto felicissimo di preparare sin d’ora la commemorazione suddetta, non esito ad accettare di far parte del costituito Comitato, reputandomi onorato del benevolo ricordo che serbano di me codesti miei concittadini ”.
Purtroppo cinque anni dopo, nel 1903, il Loffredo comunicava al Sindaco, ing. Milano, che “ … devo pregarLa di scusarmi se non mi vedrà venire a partecipare di persona alla patriottica commemorazione. Sarò con le Sig.rie loro e con tutto l’animo mio, attese le condizioni non liete della mia salute (infatti morirà a Napoli poco più di due anni dopo il 24 aprile 1905) e la rigidità della stagione, non posso affrontare il viaggio. Non dimentichi però ch’io mi unisco a Lei ed a quanti amano l’Italia in augurare che gl’Italiani, quali che siano le loro opinioni, non cessino di amarla”. Altri tempi o altre Persone ? Ai posteri … Tra le ulteriori curiosità riporto l’elenco dei componenti l’Associazione della Stampa di Barletta accreditati ai festeggiamenti: Presidente il dottor Gioacchino Casardi della Tribuna; vice Presidente il dottor Angelo Ciccarelli della Follia; Segretario il prof. Raffaele Ippolito del Fanfulla da Lodi; componenti l’avv. e Parlamentare Francesco Casardi del Pungolo, il prof. Antonio Catapano del Corriere di Napoli, il prof. Giovanni del Noce del Gazzettino Agrario, il prof. Giuseppe Rizzi del Corriere delle Puglie e del Risorgimento, il prof. Ernesto Zicolella de Il Sole; il sig. Pasquale Cardone del Il Secolo, il sig. Pietro Accardi del Corriere Meridionale, il sig. Gaetano Laurora del Roma e il sig. Ettore Casardi del Patria. Questo che può sembrare un mero elenco di nomi, ai più sconosciuti, fa intendere, invece, quale importanza in campo nazionale ed europeo, avesse Barletta e le iniziative che da questa Città erano organizzate all’inizio del secolo scorso. E per concludere ho pensato ad un po’ di frivolezza che però non impedirà di farvi entrare nel clima che si viveva nei primi anni del ’900. Parlo cioè del menù scritto rigorosamente in francese, preparato per il pranzo ufficiale, ad invito, tenutosi il 13 febbraio 1903 nella sala superiore del Teatro Curci alle ore 18,30. A proposito, le cene conviviali offerte dall’amministrazione comunale non sono state inventate oggi, l’unica differenza sta nel fatto che un secolo fa, per partecipare a quel “banchetto”, era necessario versare una quota che sarebbe poi confluita in un fondo per creare 20 “doti” a ragazze ricoverate nel locale orfanotrofio. Uguale situazione ma finalità diversa. Nota nella nota: per partecipare al pranzo bisognava presentarsi rigorosamente in “ … Grande Uniforme con decorazioni. Marsina e cravatta bianca con decorazioni ”. Quando si dice l’etichetta ! Per non tediarvi più di tanto, non riporterò per intero il menù ma mi piace segnalare il Consommè alla Brunoise, la Poisson a l’Italienne, la Bombe à la portughaise (sapete cos’è? La famosa bomba gelato di una nota pasticceria barlettana) e per concludere Gateau Victoire. Inevitabilmente il tutto innaffiato da Capri bianco, Médoc e Moet Chandon. Che ne pensate, fra cento anni ci sarà qualche nostalgico che racconterà le ultime iniziative relative alla Disfida? Michele GRIMALDI Responsabile Sezione Archivio di Stato di Barletta
LE IMMAGINI
Nella foto del titolo, il manifesto ideato da Biagio Vinella
Nelle altre foto, alcuni momenti della Disfida 1965 ed il bozzetto di un monumento (mai realizzato) in onore alla Disfida
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