07/04/2020. ROMA - “ACQUERELLANDO L’ITALIA IN QUARANTENA CORONAVIRUS”: DALLA CAPITALE IL VIAGGIO IMMAGINARIO (E SENTIMENTALE) NEL NOSTRO BELPAESE DELL’ARCHITETTO BARLETTANO ETTORE MARIA MAZZOLA CON I SUOI DISEGNI. DALLA CATTIVITA' DEL COVID-19 AI LUOGHI PREFERITI .
Ettore Maria Mazzola è un affermato professionista barlettano trapiantato da anni nella Capitale: qui, a Roma, ha maturato uno straordinario curriculum professionale (The University of Notre Dame School of Architecture Rome Studies https://www.livablecities.org/curriculum-vitae-ettore-maria-mazzola) senza però dimenticare mai, nemmeno per un solo minuto della sue strapienissime giornate, di essere uno dei nostri. Insomma, un fondamentalista barlettano ma in… trasferta. Ce lo racconta così il giornalista Nino Vinella.
“Roba da barlettani al tempo del Coronavirus: restare a casa ma andarsene in giro per l’Italia? Impossibile e vietatissimo solo a pensarlo di questi tempi. Ma facilissimo se hai: una mano d’artista eredità di famiglia ramo paterno, quel tocco estroverso e geniale che ti ha sempre accompagnato nella tua professione di architetto, quel tuo saper fare a tutto tondo. E tantissimo tempo libero dalle tue occupazioni accademiche. Proprio adesso…
In queste settimane scandite dal Covid-19, come ha pubblicamente dichiarato dal suo affollato profilo Facebook, Ettore Maria Mazzola (cinquantacinque anni a luglio prossimo) ha pensato bene di rispolverare la sua giovanile passione e l’ardore per schizzo e disegno attingendo all’incredibile memoria visiva alimentata da tanti viaggi per regalarsi, e soprattutto regalarci, una galleria di freschissimi e talentuosi acquerelli delle vedute conosciute (e meno) del nostro Belpaese. https://www.facebook.com/ettore.mazzola/media_set?set=a.10209615189032017&type=3
Lo aiuta - come dicevamo, in questo suo viaggio da lui stesso definito immaginario restando fra le pareti di casa con gli occhi puntati sulla Grande Bellezza Italia - quel talento naturale trasferitogli da papà Mauro, spentosi nel 2018, pittore naif istintivo quanto appassionato di Barletta ritratta in varie opere nella collezione di famiglia.
Ettore deve aver senz’altro preso, del padre, il colpo d’occhio, la rapidità del tratto e specialmente l’estro creativo importando tutti questi elementi come sussidio della sua professionalità: e così, un giorno dopo l’altro dall’inizio della cattività da Coronavirus, sono venute fuori sul foglio di carta d’album le visioni che moltissimi in coro dai social gli hanno detto di raccogliere in un volume degno di passare alla… storia.
Forse, come dice l’autore, sono immagini da struggente e nostalgico album dei ricordi di quel tempo che fu. Ovvero altrettante tappe, per immagini suggerite dalla memoria del cuore, di un tour tutto italiano sorretto dalla nostalgia di rinviare a chissà quando la nuova visita ai luoghi più cari e preferiti. Luoghi che vengono rivisitati con lucentezza di colori da emozionare chi li guarda attraverso la creatività di Ettore.
Nome già di per sé eroico, e non solo in letteratura: come fu per l’omerico ma sfortunato Ettore che rimanda all’Iliade, o il dazegliano ma superpatriottico Ettore che rimanda a Fieramosca e alla Disfida di Barletta…
Ma il nostro Ettore (che mai le manda a dire, anzi!) se lo porta, il suo nome di battesimo, come bandiera di riferimento per ciascuna delle occasioni in cui dire la sua è un dovere, un obbligo civico e morale controcorrente, un ironizzare duro contro le cose storte. Com’è di recente accaduto, mobilitando Italia Nostra nazionale, a proposito della battaglia civile condotta a Barletta contro l’abbattimento dell’ottocentesco Palazzo Tresca. Così da valergli una citazione addirittura dall’Inghilterra nella pagina ufficiale web “Remember Nino Frank” dedicata all’intellettuale barlettano di fama europea nato proprio in quel palazzo.
A sfogliare la pagina del suo Facebook, di Ettore Maria Mazzola viene fuori un profilo fra l’autoritratto (critico verso le schifezze, come le chiama lui, di ogni tipo, ma soprattutto per i guasti urbanistici, ambientali, paesaggistici denunciati a voce alta ed in primissima persona) e l’immagine che gli viene restituita dal “popolo” del social: una vera e propria “standing ovation” continua ed in servizio permanente effettivo per motivi di pubblica utilità.
Prossima tappa? Gliela possiamo suggerire noi stessi, visto che siamo tutti quanti sulla stessa barca in queste ore di navigazione forzata Covid-19 che (forse) svoltano verso il Capo di buona speranza.
Ecco: “Acquerellando l’Italia… in quarantena Coronavirus”. Più che un titolo così mai tanto scaramantico per il suo libro, una missione d’amore…
Barletta, 7 aprile 2020
Nino Vinella, giornalista
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