09/05/2020. ANNIVERSARI - ALDO MORO E BARLETTA, UNA LUNGA STORIA D'AMORE E DI CULTURA. A 42 ANNI DALL'ASSASSINIO DELLO STATISTA IL RICORDO DI MICHELE GRIMALDI (ARCHIVIO DI STATO DI BARLETTA) NEL TOTALE SILENZIO DELLA POLITICA E DELLE ISTITUZIONI CITTADINE.
Nella giornata nazionale in memoria delle vittime del terrorismo, ecco il contributo di Michele Grimaldi (responsabile della Sezione di Barletta dell'Archivio di Stato).
"Tutti noi abbiamo una caratteristica, innata e spesso inconsapevole: giudichiamo le cose in base alla nostra esperienza. Le opinioni e la percezione della realtà di ognuno di noi, sono costruite su quello che vediamo, su come viviamo la vita
Credo che la mente di tanti (specie chi detiene le sorti comuni), abbia volontariamente rimosso tutto il passato, perchè evidentemente per loro era fonte di imbarazzo o erano episodi che proprio non andavano giù.
La mia personalissima convinzione, forse distorta da tanti anni di lavoro tra la “Storia”, è che la memoria storica è un diario, un salvadanaio dello spirito e racconta i fatti più pregnanti della vicenda umana: ecco perché la storia diventa la memoria vivente del mondo intero. Non c’è futuro senza memoria.
Il ricordo storico è testimonianza del passato: consiste, in estrema sintesi, nell’organizzare il passato in funzione del presente. Tutto ciò che oggi noi siamo ha le sue radici nel passato e dimenticare queste radici è come condurre una vita priva di riferimenti.
Si ha fame e sete di memoria storica, non per una sterile nostalgia del passato, ma perché essa orienta una visione positiva della vita e dei rapporti umani, educa alla convivenza pacifica. Bisogna ricordare! Si sa che le famigerate SS tedesche, quando si ritiravano dai campi di concentramento, distruggevano il più possibile, proprio per uccidere la memoria, sostenendo che tanto nessuno avrebbe creduto…
Ecco perché il vero storico, da qualcuno, è stato autorevolmente definito un veggente che guarda all’indietro.
Sono persuaso che il miglior modo di valorizzare la memoria storica non consista nell’indulgere in espressioni magniloquenti e nemmeno nella comunicazione di un bagaglio d’informazioni tanto cospicuo quanto scollato dai temi decisivi della nostra epoca, bensì nel tentativo di far scaturire le ragioni di un concreto innovamento.
Ora, per dare concretezza ai pensieri espressi, vi propongo un personaggio che ha influito in maniera determinante sulla vita non solo e soprattutto della Nazione, ma anche della Città di Barletta. Sto parlando di Aldo Moro che, il 9 maggio di 42 anni fa, veniva barbaramente ucciso.
Secondo il mio modestissimo parere, ci sono due modi per ricordare quella data. Uno si risolve, sterilmente, nell’interrogarsi sulle dinamiche dell’accaduto. Ma in questo modo non si rende giusta considerazione alla vicenda umana e politica di Aldo Moro, che ha sempre attraversato da protagonista i primi trent’anni della nostra storia democratica e repubblicana.
C’è un altro modo per ricordare lo statista democristiano ed è nell’approfondire la sua lezione perché possa servire all’attuale difficile stagione politica traendone insegnamenti e valutazioni, che possano contribuire a porre anche il confronto in atto ad un livello più alto e dignitoso.
Ricordare Moro significa, quindi, rimarcare il suo lavoro per le nostre genti, in particolare, quanto ha fatto per migliorare le condizioni del territorio.
Aldo Moro a Barletta non era così estraneo, tutt’altro, eppure in pochissimi hanno speso qualche parola per ricordare il suo martirio. La buona educazione, anche e soprattutto quella politica, avrebbe dovuto indurre molti ad anteporre alle diverse opinioni, il rispetto della vita e del patrimonio valoriale e culturale di ogni persona ma tant’è c’è qualcuno che l’ha pensata in maniera contraria.
L’elenco delle sue, sempre concrete, venute nella nostra Città sarebbe sin troppo lungo quindi mi limito a riportarne alcune. La prima in assoluto in occasione del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 con il comizio in piazza affiancando il primo Sindaco repubblicano di Barletta Isidoro Alvisi. Proseguendo con l’inaugurazione della Scuola Elementare “Rione Tempio” nel 1952 che fu solo l’iniziale “aiuto” dell’on. Moro a beneficio del progetto ricostruttivo dell’edilizia scolastica cittadina favorendo il finanziamento di due scuole, una elementare nel rione Tempio la “S. Domenico Savio” e l’altra, la scuola media “Giuseppe De Nittis”. Altra importantissima presenza a Barletta, nel 1958, per l’inaugurazione della Biblioteca Comunale nel foyer del Teatro “Curci”,riaperta al pubblico dopo un lungo periodo di restauro, in seguito all’occupazione da parte delle truppe alleate nel primo dopoguerra che l’avevano gravemente danneggiata.
E dopo la cultura il lavoro con l’avvio, nel 1964, della costruzione della Cartiera Mediterranea, in rispetto di una promessa fatta nel 1961 dall’avv. Pietro Sette, presidente della Breda, il quale convinto dall’on. Aldo Moro, si era impegnato per la industrializzazione della nostra regione, attraverso la costruzione di alcuni grandi stabilimenti: a Bari il Pignone e le Fucine Meridionali, a Giovinazzo la Brema, a Taranto l’Italsider e a Barletta la Cartiera.
Ma il top, per la Cultura barlettana, si ebbe quando Aldo Moro, nella veste di Ministro alla Pubblica Istruzione, inaugurò domenica 20 aprile 1958, l’Antiquarium di Canne. Tutto fu reso possibile grazie ai buoni auspici di Moro e dei conseguenti finanziamenti concessi dalla Cassa del Mezzogiorno per la creazione della innovativa struttura museale nel territorio che per la prima volta permetteva la diretta fruizione, in loco, da parte dei cittadini del materiale archeologico scavato fin dal 1937.
Vi sembra irrilevante l’elenco di “favori” (una minima parte dei tanti) che ha visto munifico elargitore il Presidente Moro e (ir)riconoscente ricevitrice la Città di Barletta?
Il giudizio della Storia, quella scevra da condizionamenti ideologici, giudicherà, come al solito, benevolmente i Giganti mentre, inesorabilmente, condannerà all’oblio più degradante il fior…fiore dei nani".
Michele GRIMALDI
Responsabile della Sezione di Archivio di Stato di Barletta
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