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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

16/05/2020.  CANNE DELLA BATTAGLIA - "SI ASSISTE ALLA SOLITA PARATA DI NANI, BALLERINI E MENESTRELLI MENTRE LA SORTE DEL SITO ANNIBALICO ASSUME UN COLORE SEMPRE PIU' TENDENTE AL NERO TETRO IN 60 ANNI DI INUTILI PAROLE E DEGRADO" (MICHELE GRIMALDI, ARCHIVIO DI STATO) .

Riceviamo e volentieri pubblichiamo l'intervento di Michele Grimaldi, responsabile dell'Archivio di Stato di Barletta.

"Un innocente consiglio: se avete un po’ di pazienza e possibilità, andatevi a rileggere tutto quello che viene detto e scritto ogni anno, da qualche tempo a questa parte, sul futuro (ma che vuole intendersi per futuro?) del sito archeologico di Canne della Battaglia e vi rendereste conto che l’enormità di parole scritte e pronunziate, sembrano “copiate” con l’ormai scomparsa carta carbone.

In definitiva una tristezza senza fine, mentre la sorte del sito annibalico assume un colore sempre più tendente al nero tetro.

Si assiste alla solita parata di nani, ballerine e menestrelli che hanno il poco recondito obiettivo di rientrare nel lungo elenco di esperti.

Seneca, nella Medea, faceva formulare l’interrogativo “Cui prodest?” e mai, come in questo caso, bisognerebbe porsi e soprattutto porre la domanda: a chi giova o a cosa giovano queste estemporanee rappresentazioni teatrali di fronte a incredibili situazioni conferma di negligenza, noncuranza per la cultura, ritardi e contro qualunque valore di senso civico e di bene comune piuttosto che di decoro?

Quindi di tutto quanto “ridetto” resterà soltanto qualche foto, pubblicata sui mezzi di comunicazione e da inserire nel proprio curriculum, di amministratore o personaggio di varia estrazione.

E mentre c’è il famoso (o famigerato?) rimpallo o se preferite, chiarimento sulle competenze e sulla “spartizione” dei meriti (ma quali?), la soluzione dei problemi è rimandata … a quando?

In questi giorni si è veramente ascoltato di tutto e di più con figure istituzionali e non, che si sono ed hanno posto domande legittime, per carità, ma ripetitive sul futuro di Canne e la sua valorizzazione, bensì nessuno ha fatto il seppur minimo cenno alle voci, strane, che circolano sui dipendenti del MiBACT ai quali, in questo periodo critico, vengono chieste prestazioni straordinarie che poi non vengono riconosciute. Sarebbero questi i temi su cui dibattere e pensare seriamente a delle soluzioni.

La situazione è ancora più grave soprattutto in un momento storico come questo che vede i lavoratori del MiBACT andare via via scomparendo.

Nei vari incontri avuti con i responsabili del Ministero, tutte le sigle sindacali di settore, hanno evidenziato il caos e l’incertezza che penalizza molti Istituti periferici nonostante gli sforzi di colleghi e dirigenti seri e responsabili. La carenza di organico in tutte le aree e relativa a tutti i profili professionali, è ad oggi superiore alle 5.000 unità (non una decina!). Le stime dei prossimi pensionamenti, già effettuate fino al 2022, porteranno la cifra ad oltre 6.000 unità.

Non valgono nemmeno come le classiche soluzioni tampone (quasi niente) le assunzioni “temporanee e straordinarie” di un paio di addetti perché il punto cruciale della critica (a voler essere ottimisti) situazione di Canne, non è il suo futuro parlando in astratto, bensì il nodo gordiano è quello della gestione (statale, comunale, privata, mia, tua, boh!) visto che attualmente il personale di custodia incardinato a Canne è di soli e miseri due addetti alla vigilanza. Credete stia scherzando? È molto facile verificarlo, basta recarsi sul posto e chiedere al personale stesso.

Se si continua così, andrà sempre peggio e sarà ulteriormente più difficoltoso continuare ad usare i dipendenti della cultura come bassa manovalanza (se non peggio!) senza aspettarsi reazioni forti.

Qualche “esperto” del settore ha affermato, in una delle tante ed inutili tavole rotonde, “L’unione fa la forza e mai come in questo caso, determinante è risultata la collaborazione tra le strutture del Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, dal Segretariato Regionale al Polo Museale della Puglia e dell’Amministrazione comunale. Il sito archeologico di Canne rappresenta un patrimonio da valorizzare e riscoprire, ogni sforzo messo in atto va dunque in questa direzione”.

Sapete qual è il pesantissimo dubbio che mi rimane dopo queste affermazioni? Ma in quale direzione sono indirizzati gli sforzi? Un’idea forte l’ho, ma la tengo per me.

Sino ad oggi le uniche immagini, fissate nella mia memoria, di politici che fattivamente si sono spesi per la nostra Città e Canne della Battaglia, sono quelle del Ministro della Pubblica Istruzione Aldo Moro immortalato mentre, il 20 aprile 1958, inaugura l’Antiquarium e precedentemente, quelle del Podestà Picardi il quale acquistò la collina di Canne e la fondamentale figura, sempre dimenticata, di Isidoro Alvisi che si spese, proprio intercedendo presso Aldo Moro, per ottenere finanziamenti utili al sito archeologico Poi 60 anni di inutili parole, degrado, parata di stelle e nulla più".

Michele GRIMALDI
Responsabile della Sezione di Archivio di Stato di Barletta





 

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