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Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto

Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)

 

27/06/2020.  BARLETTA - DOMENICA 28 GIUGNO TRIBUTO DEL GRUPPO SPORTIVO AVIS BARLETTA A PIETRO MENNEA NEL 68° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA. IL RICORDO DEL GIORNALISTA NINO VINELLA: "L'ITALIA DI OGGI COME LA VITTORIOSA RIMONTA DI MENNEA ALLE OLIMPIADI DI MOSCA 1980".

Domenica 28 giugno alle ore 19, in Via Porta Reale 20 dove nacque sessantotto anni fa, tributo-omaggio a Pietro Mennea da parte del Gruppo Sportivo Avis Barletta.

Nel rispetto delle regole previste dalle vigenti disposizioni per il distanziamento sociale post Coronavirus ma con pari rispetto per la condivisa memoria dei luoghi legati alla vita del grande Campione, saranno proprio i giovanissimi atleti del sodalizio che vide Pietro Mennea militare agli inizi della sua carriera a rendere un saluto sincero e carico di affetto alla Freccia del Sud con la deposizione di un omaggio floreale alla targa che ne ricorda l’avvenimento.

E il ricordo andrà al 1980, altro anno memorabile per la “Freccia del Sud” dopo il 1979 che segnò il leggendario record mondiale 19”72 registrato in altura a Città del Messico nelle Universiadi: quarant’anni fa, lunedì 28 luglio, Mennea conquistò l’oro alle Olimpiadi di Mosca con l’indimenticabile rimonta dopo la curva commentata nella famosa telecronaca dall’inviato della Rai Paolo Rosi, e la successiva domenica 17 agosto, davanti ad oltre diecimila barlettani, fece fermare il cronometro sull’altro mitico tempo di 19”96 come record mondiale sui duecento metri a livello del mare.

Ed è stata proprio l’Avis, col suo presidente professor Ruggiero Lattanzio, la società dove Pietro Mennea seppe coniugare l’impegno per lo sport con lo spirito solidaristico legato alla donazione del sangue: altrettanti esempi da additare a tutta l’Italia come valori intramontabili nella ripartenza post Covid -19.

BUON COMPLEANNO, CAMPIONE! SESSANTOTTO ANNI FA NASCEVA PIETRO MENNEA, LA FRECCIA DEL SUD. QUELLA VITTORIOSA RIMONTA ALLE OLIMPIADI DI MOSCA 1980 COME L’ITALIA DEL DOPO CORONAVIRUS

Sul lungomare Pietro Mennea manca ancora il monumento a Pietro Mennea. Allo stadio Puttilli la pista di atletica dedicata a Pietro Mennea è impossibile da utilizzare. Nell’atrio della stazione c’è un mezzo busto niente affatto somigliante. Barletta dimostra così quanto inadeguata sia stata, in tutti questi anni (sette ormai) dalla morte, “città di Pietro Mennea” più a parole per uso propagandistico che nei fatti.

Ha senso scriverlo? E giusto alla vigilia del 28 giugno, quando saranno esattamente sessantotto anni dalla nascita del Campione, avvenuta quel giorno di sabato del 1952 nella modesta casa-bottega a piano terra dei genitori, mamma Vincenza, casalinga, e papà Salvatore, sarto, in via Porta Reale numero 20.

Manca quel monumento a chi, per diciassette anni da quel 1979, è stato l’uomo più veloce del mondo, e lo è tuttora in Europa, con quel mitico record di 19”72 sui duecento metri (Mexico City) che sarà ricordato nel prossimo Mennea Day del 12 settembre in un quarantennale più che mai stracarico di nostalgia e di rimpianto.

E manca, quel monumento tante volte promesso e ripromesso dalla politica nostrana, proprio su quel lungomare dove tante, forse troppo e troppo disinvolte attenzioni diverse si sono purtroppo concentrate deturpandone il nome. Attenzioni che niente hanno a che vedere con Pietro Mennea: nuove palme, nuova illuminazione, sistemazione dei marciapiedi…

Sentimenti contrastanti oggi. Proprio in quest’anno segnato dalla pandemia e dal concetto di “resilienza”, concetto nel mai darsi per sconfitto ma nel sapersi (e volersi) rialzare contro l’impossibile connaturato alla forza interiore di Pietro Mennea. “Rimonta, rimonta, rimonta!” come esclamava Paolo Rosi nella telecronaca su Rai Uno dallo Stadio Lenin di Mosca. Rimonta uguale nel simbolico accostamento con la nostra Italia di oggi dopo l’emergenza Coronavirus.

Proprio quest’anno che, il prossimo 28 luglio, saranno quarant’anni dalla conquista dell’oro olimpico a Mosca 1980 e da quel successivo 17 agosto del record mondiale sui 200 metri a livello del mare col 19”96 davanti a oltre diecimila spettatori barlettani in quello stadio che allora era il comunale di via Vittorio Veneto e che oggi porta il nome di Cosimino Puttilli, suo mentore, di cui abbiamo ricordato lo scorso 22 giugno i 107 anni dalla nascita…

Nostalgia e rimpianto verso chi ha portato il nome di Barletta sul tetto del mondo. Rabbia e indignazione per l’inadeguatezza della classe dirigente di questa nostra città in rapporto alla figura di Pietro Mennea ed a quella sua particolare eredità, eredità dove i suoi più autentici “ori”, le medaglie più irraggiungibili restano ancora oggi d’esempio: spirito di sacrificio, determinazione elevata a potenza ed oltre, forza nello sport ed intelligenza nella vita umana quanto professionale, presenza pubblica nelle istituzioni d’Europa.

Ecco perché, caro Pietro, noi che ti abbiamo conosciuto, ti vogliamo e ti vorremo bene. Per sempre.

Nino Vinella, giornalista Barletta, 26 giugno 2020

Nella foto: Pietro Mennea al Caffé Mazzocca con uno dei fratelli, Vito, per una calorosa stretta di mano





 

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