12/02/2021. BARLETTA - LA DISFIDA, UNA PATRIMONIO (CHE APPARTIENE A TUTTI) DA SALVAGUARDARE CONTRO IMPROVVISAZIONI ED AMNESIE DI VARIO GENERE. L'INTERVENTO DEL CAV. MICHELE GRIMALDI, DIRETTORE DELL'ARCHIVIO DI STATO (BARI, BARLETTA E TRANI) NEL 518° ANNIVERSARIO.
Il 518° anniversario della Disfida di Barletta, che ricorre come ogni anno il 13 febbraio, avrà come titolo caratterizzante “Barletta Disfida opera viva”, praticamente una interpretazione in chiave teatrale e musicale dell’evento, affidata alla direzione artistica di Sergio Maifredi, affiancato dal drammaturgo Corrado D’Elia e dal compositore Mario Incudine.
Scelta questa dettata dalla necessità di favorire, si, una graduale ripresa delle attività turistico – culturali, ma nel rigoroso rispetto delle norme vigenti in tema di pandemia. Quanto annunziato dall’amministrazione comunale porta, automaticamente, ad alcune considerazioni, specie se a farle è un addetto ai lavori che di Storia delle Rievocazioni ne sa qualcosa.
Parto ad analizzare quella che potrebbe apparire come una “invenzione” geniale e innovativa, dettata ovviamente dal momento storico.
Bene, per aderire al pensiero del “nessuno inventa niente”, riporto una delle tantissime iniziative messe in atto per festeggiare, nel 1903, il 400° anniversario della Disfida. In quell’anno il Maestro Nunzio Li Cansi inviò al Comitato per i festeggiamenti, una fantasia musicale intitolata “La Disfida di Barletta”, come altrettanto fece il maestro Vincenzo Ferroni proponendo la sua composizione, per canto e pianoforte, dal titolo appropriato e semplice “Fieramosca”. Come queste citate, ce ne furono almeno altre cinque che vennero appositamente create ed offerte per la manifestazione.
Mi piace ripetere (sapendo di restare inascoltato) una frase che sin dai tempi della scuola, i professori e non solo loro, mi hanno ripetuto più e più volte “Historia magistra vitae” (Cicerone, De Oratore, II) e cioè la Storia è maestra di vita e proprio in forza di questa indiscutibile affermazione, vista la rivoluzione copernicana che si tenta di attuare, durante questi ultimi anni, nei confronti della Disfida di Barletta, desidero ricordare che 56 anni fa, il 1965, Sindaco il compianto avvocato Michele Morella ed assessore allo Sport Spettacolo e Turismo, Vittorio Grimaldi, venne organizzata la prima importantissima (quella si e senza ironia) rievocazione della Disfida organizzata dal Comune di Barletta e dal Comitato “Madonna della Disfida” nelle persone di Don Peppuccio Damato e Cosimo Damiano Daddato “Skavott”. Fu invitato a presenziare l’ambasciatore Spagnolo in Italia Alfredo Sanchez Bella. Altri tempi ? No: altri uomini, solo questo.
Con ciò non voglio assolutamente affermare che oggi, tempi, situazioni e soprattutto uomini diversi, non si potrebbe giungere ad organizzare simili manifestazioni, ma se si continua a voler “inventare” cose che riscuotono interesse zero da parte della popolazione ed oltretutto tendono a ridimensionare figure basilari della Disfida, debbo necessariamente essere scettico sul valore intrinseco delle moderne rievocazioni rispetto alle antiche.
Infatti chi potrebbe motivarmi quell’imporre delle sbiadite bandiere che, secondo i bene informati, rappresenterebbero i colori della nascente nazione spagnola?
Non l’ha capito nessuno, mentre tutti ricordiamo con nostalgia gli allegri colori giallo rossi della monarchia spagnola. E che gliene importa alla gente se per qualche anno in più o in meno c’era o non c’era ancora la nazione spagnola nel 1503?
E poi, scusatemi, sbaglio quando ricordo che solo qualche anno fa, innovative (?) conclusioni di un convegno, avevano stabilito, senza ombra di dubbio, che la Cantina della Sfida NON è la Cantina della Sfida ergo da ridimensionare o meglio cancellare (poi sappiamo tutti ciò che si è scatenato intorno ad una stanza) e che la figura di Ettore Fieramosca, negli avvenimenti del 1503, doveva essere sostituita da quella ben più carismatica ed importante di Consalvo da Cordova? Ma come, i giovani non conoscono ancora Ettore Fieramosca e dovrebbero ora rivalutare Consalvo da Cordova?
Pensate che al bambino (ma anche i grandi, ammettiamolo) che compra il palloncino e sbarra gli occhi nell’ammirare il cavaliere con la sua spada, l’armatura luccicante e il cavallo o rimane a bocca aperta nel vedere le fiamme che fuoriescono dalla bocca di un “mangiafuoco”, potrebbe interessare così tanto il “Mito umanistico della Disfida”!
Scusatemi, avete ragione, con i bambini di oggi, super intelligenti, il cavaliere o il mangiafuoco, non attirano più come invece fa il “Mito umanistico della Disfida”! Ma quanto sono state inutili quelle manifestazioni per il 400° (1903) e 500° (2003) anniversario, bollate come “ormai passate” da onorevoli rappresentanti istituzionali, che hanno portato il nome di Barletta e della sua Disfida in giro per il mondo a brillare di luce propria e a fare conoscere, per quello che effettivamente valiamo, noi Barlettani.
E dunque, è un processo che sollecita una presa di responsabilità, che richiede un’attenzione speciale a chi ha cuore ed intelligenza per la propria comunità locale, a chi ha interesse al suo sviluppo, a chi è preoccupato per il suo futuro. Potrebbero essere le mie argomentazioni solo frutto di elucubrazioni mentali ma … come sentenziava il Divino Giulio “A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina”.
Michele GRIMALDI Direttore Archivio di Stato di Bari, Barletta e Trani
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