Cara Gazzetta, mi permetto di entrare nel merito di quanto accade dentro e fuori Palazzo Della Marra solo perché risulta abbastanza chiaramente dalla mia biografia che il sottoscritto Giuseppe De Nittis è stato noto alle cronache del suo tempo come protagonista di una certa buona società in bilico fra l'abile «tavolozza» carica di colori impressionisti e la «buona tavola» degna addirittura di essere menzionata niente meno che da Alessandro Dumas! Vista da quassù o, come direste voi, dal paradiso degli artisti, la querelle sulla «colazione in cortile» mi pare assai frivola e niente affatto adatta a chiudere in bellezza l'esposizione delle opere mie e dell'amico Tissot in un edificio di ben altre memoria storica come Palazzo Della Marra.

Io sono stato un pittore di fama, lo sapete bene, ed in casa mia, a Parigi, certi salotti culturali organizzati da mia moglie Lèontine finivano inevitabilmente in cenette assai gustose e stuzzicanti. Essendo io barlettano e quindi uomo del sud, come mi ha immortalato Goncourt del suo Diario, come potevo mai limitarmi ad offrire soltanto la mia arte e la mia compagnia? Ed allora ci aggiungevo certe ricette, certe spaghettate, certe zuppe di pesce innaffiate dal vino buono della mia terra, di Barletta, che mi facevo sempre spedire da mio fratello Vincenzino e che venivano dalle proprietà di famiglia, giù al Grottone nelle campagne dell'Ofanto. Sono state serate splendide, a lume di candela, dove tutti finivano col leccarsi i baffi ed io facevo la parte (è scritto proprio così) di un pierrot cuoco col sorriso allegro di un bambino orgoglioso di poter far assaporare ai propri illustri amici parigini i profumi, il gusto, il sapore della nostra Puglia, della lontana Barletta!?

In casa mia, si respirava l'arte e si gustava la cucina pugliese: ma era casa mia, e ad un artista, come spesso sento ancora ripetere, tutto è concesso. Specie poi quando questo artista, sempre io, Giuseppe De Nittis, o Peppino come qualcuno di voi ancora spesso mi chiama, era amico, per esempio, della principessa Matilde Bonaparte ed aveva ricevuto, sempre per alti meriti artistici, la Legion d'onore francese? Ma quelle serate io le organizzavo non perché mi sentissi un pezzo grosso di quei tempi, tutt'altro!

Insomma, cosa volete che vi dica: la notizia di questo rinfresco nel cortile di Palazzo Della Marra mi ha fatto venire all'inizio un risolino quasi di invidia, ma poi, ripensandoci meglio dopo essermi accarezzato la barba e grattato il panciotto, mi sono detto. Caro Peppino, questi tuoi concittadini, barlettani di oggi, si permettono di concedersi certi "lussi" anche fuori di casa propria, visto che una pinacoteca è la casa di tutti e di tutte le opere che vi si espongono. A meno che, organizzando il catering (brutto barbarismo, e poi perfino all'inglese!) non si siano proprio dimenticati del mio gusto francese e di quella certa eleganza che dovrebbe sempre contraddistinguere i salotti culturali e dell'arte? A Barletta e nel resto del mondo!

Sinceramente Vostro,

Giuseppe De Nittis

P.S. Non vorrei comunque dimenticare le buone maniere ringraziando ancora il Comune per avermi intitolato i giardini dell'ex viale Giannone, dove ho visto ricollocato il mio busto con tanto di tavolozza e di pennelli. Fra tavole imbandite e tavolozze, che ci volete fare, spesso mi perdo anch'io.

Fonte: La Gazzetta del Nord Barese 25/07/2006