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12/10/2004.  CHE FARE PER LA SICUREZZA DEL NOSTRO PATRIMONIO ARCHEOLOGICO?.

DOPO IL TENTATO COLPO ALL’ANTIQUARIUM DI CANNE DELLA BATTAGLIA, CHE FARE PER LA SICUREZZA DEL NOSTRO PATRIMONIO ARCHEOLOGICO?

L’audace colpo notturno dei soliti ignoti ai danni dell’Antiquarium di Canne della Battaglia è davvero un altro inquietante campanello d’allarme sulla criminalità di casa nostra. Premeditato o frutto di semplice improvvisazione lo stabiliranno gli inquirenti. Ma già tante domande si affollano: purtroppo, non può solo bastare la cronaca a dare spiegazioni o a far quadrare certi conti con chi ha finora preferito cercare di risparmiare sulla sicurezza del nostro patrimonio archeologico e culturale, osannato a parole e lasciato indifeso nei fatti.

Situato praticamente in campagna a metà strada fra Barletta e Canosa, l’Antiquarium (costruito ai piedi della celebre Cittadella sul monte di Canne con fondi della Cassa del Mezzogiorno ed inaugurato in presenza dello scopritore dei sepolcreti prof. Michele Gervasio proprio cinquant’anni fa, il 29 agosto 1954, col primo allestimento fotografico a cura del Comitato Pro Canne presieduto dal gen. Domenico Ludovico) era stato perciò sempre sorvegliato “a vista”, come un tesoro di tutti, ed ancor prima affidato alla guardianìa in loco dei custodi residenti nell’alloggio di servizio adiacente al Museo cannense.

Una precisa scelta di sicurezza mirata alla massima protezione del sito e dei suoi preziosi reperti, come ebbe modo di constatare anche Aldo Moro nell’aprile 1958 quando da ministro della Pubblica Istruzione intervenne alla cerimonia di ampliamento della struttura. Poi, in seguito al progressivo appannamento d’interesse scaturito verso gli inizi degli anni Sessanta dalla riattribuzione medievale delle sepolture prima ritenute collegate ai caduti della celebre battaglia annibalica del 216 avanti Cristo, anche le misure protettive dell’Antiquarium e dell’intera zona subirono lo stesso incredibile declino.

A ciò aggiungasi anche il progressivo spopolamento delle campagne circostanti, abbandonate dai contadini per una casa in città: sempre meno movimento di persone, sempre più masserie e case coloniche disabitate. Perfino la Boccuta, un tempo dimora nobiliare agreste della famiglia de Leone, si è dovuta riciclare con una forte frammentazione immobiliare e le ville abitate da residenti notabili, mentre l’illustre confinante santuario di San Ruggiero rischia di perdere il titolo di parrocchia nonostante la solitaria militanza di padre Virgilio Facecchia proprio a causa della penuria di fedeli in caduta verticale...

Quindici anni dopo la sua chiusura per gli eterni lavori in corso connessi alla ristrutturazione, l’Antiquarium riapre nell’aprile 1999 con una grossa novità, dissero: il sistema di teleallarme a distanza col sistema di tv a circuito chiuso collegato alla centrale di vigilanza. Si disse basta coi metronotte in servizio permanente, col museo lasciato tutto da solo nel buio della notte ad affrontare il prossimo audace colpo dei soliti ignoti. Pare che così costi meno al Comune. Ma vi siete mai chiesti quanto tempo ci può impiegare una pattuglia a giungere sul posto in caso di furto con tentativo di scasso? Da qualunque direzione provenisse (statale 93, la 16 bis, la provinciale Salinelle, via Foggia) c’impiegherebbero comunque troppo tempo, tempo utile anche al ladro meno esperto che potrebbe farcela a tagliare la corda dopo essere stato addirittura (e inutilmente) filmato. Solo un piantonamento fisso, dalle otto di sera alle otto di mattina, è utile a sventare gli assalti alla nostra archeologia. Il resto serve solo a sistemare la cattiva coscienza.

NINO VINELLA
Presidente Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia
martedì 12 ottobre 2004





 

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