26/10/2006. DIOCESI - Omelia del Vescovo in occasione della Festa della Chiesa Diocesana nella Dedicazione della Cattedrale.
FESTA DELLA CHIESA DIOCESANA nella DEDICAZIONE DELLA CATTEDRALE XXIX Domenica - Anno "B" 21-X-2006
Testi biblici: "Baruc 3,24-28; Sal 101; 2 Cor 5,14-21; Gv 10,22-30"
Carissimi ministri ordinati, vita consacrata, fedeli laici cristiani, oggi, nell'anniversario della dedicazione della nostra Cattedrale, riaperta al culto dopo i recenti lavori parziali, celebriamo la festa della Chiesa diocesana, che per quest'anno è stata spostata al 21, subito dopo il Convegno di Verona. Il senso di questa festa è il giusto e necessario richiamo annuale a tutta la Comunità diocesana alla unità e alla Comunione ecclesiale, di cui la Cattedrale è segno. Noi, come Chiesa diocesana, siamo una sola cosa in Cristo, nostro unico Capo. Siamo il suo corpo mistico che vive in mezzo alla realtà umana del territorio dei sette Comuni che formano l'Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie. Per crescere insieme in "Cristo attraverso ogni cosa" (Cfr. Ef) dobbiamo innanzitutto aver cura del nostro essere cristiani. Nel messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale di quest'anno che celebriamo proprio in questa Domenica, il Santo Padre Benedetto XVI ci ricorda come la radice e la storia della missione della Chiesa è nell'amare Dio con tutto se stessi, fino a dare per questo la propria vita, come insegnano i martiri missionari di tutti i tempi, compresi quelli dei nostri giorni, come Suor Leonella SGORBATI, missionaria della Consolata, uccisa e morta martire a Mogadiscio in Somalia il 17.IX.2006. Amare Dio e il prossimo comporta uscire da noi stessi, uccidere il proprio io, per entrare nel noi trinitario attraverso Gesù Cristo, cioè nelle relazioni di autentico amore così come Gesù ce le manifesta attraverso il suo stile di Samaritano e di Buon Pastore. Solo in Cristo e con Cristo (questo è il nostro essere battezzati e cresimati) noi siamo capaci di amarci gli uni gli altri come Egli ci ama. Non avrebbe potuto Gesù comandarci questo, se non ci avesse donato, insieme col Padre, lo Spirito Santo, Dio della relazione paterna, filiale, fraterna. Carissimi, prima del nostro agire, dobbiamo curare l'essere. Per questo vi esorto a "essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità" così come scriveva l'apostolo Paolo ai cristiani di Efeso: "In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità" (Ef 1,4).
Dobbiamo, poi, comunicare agli altri, a tutti, l'amore che definisce la natura stessa di Dio e costituisce la missione che Gesù ci ha affidato nel tempo penultimo, quello tra il già della venuta di Cristo e il non ancora del suo ritorno. Come per Paolo, così anche per noi, è l'amore di Cristo per l'umanità che ci deve spingere alla missione: "L'amore di Cristo ci spinge al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro." (2 Cor 5,14-15).
Cristo è l'amore incarnato di Dio, la rivelazione personale dell'amore del Padre: "Come il Padre ha amato me così io amo voi" (Gv 15,9) - Lo Spirito dell'Amore che vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi darà testimonianza" (Gv 15,26) e confermerà appunto che la radice della missione della Chiesa si trova nell'amore trinitario. Il Convegno di Verona ci ha fatto compiere un esame di coscienza su come stiamo annunciando il Vangelo in questo mondo che cambia. Benedetto XVI nel suo messaggio missionario ci dice: L'amore che Dio nutre per ogni persona costituisce il cuore dell'esperienza e dell'annuncio del Vangelo, e quanti l'accolgono ne diventano a loro volta testimoni" . Verona ci ha detto che dobbiamo essere testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo, insieme, come Chiesa che vive nella realtà del nostro tempo la misura alta della vita cristiana nel quotidiano in ogni ambito di vita: l'affettività, il lavoro e la festa, la fragilità, la cultura e la comunicazione, la territorialità. Dobbiamo, pertanto, a partire dall'essere (= santità), agire (= missione) in mezzo agli uomini del nostro tempo senza sfuggire dalle situazioni concrete di vita, ma offrendo la nostra solidarietà, condivisione, e ancora di più, la Carità che è Cristo e l'amore trinitario. La missione non è altro che un servizio di amore che arricchisce subito colui che lo realizza, e poi quanti lo accolgono. Per questo Paolo esprime così la propria coscienza missionaria: "Per me non è un vanto predicare il Vangelo, è per me un dovere: guai a me se non predicassi il Vangelo!" (1 Cor 9,16). La carità è anima della missione, afferma il Papa nel messaggio per la Giornata Mondiale Missionaria: "ma una carità che nasce dalla contemplazione dell'amore di Dio per farsi pane e speranza per ogni uomo della terra" .
Conclusione - Carissimi, rinnoviamo oggi il nostro sì alla Missione Universale della Chiesa e viviamolo nel nostro contesto socio-culturale e territoriale. Il programma pastorale "Parrocchia a servizio della nuova evangelizzazione" ci trova tutti, pastori-vita consacrata-popolo di Dio, impegnati ad esprimere il Vangelo nella quotidianità della vita attraverso una vita santa e a servizio della famiglia, della parrocchia, del territorio. La nostra Chiesa diocesana porti dappertutto la presenza di Gesù Risorto, unica speranza che non delude. La nostra fede sia resa visibile dall'esercizio della Carità attraverso le opere di misericordia, spirituale e corporale.
Abbiamo aperto il 13 u.s. l'Anno Mariano diocesano in occasione del 50.mo anniversario della istituzione del Santuario-parrocchia Madonna di Fatima, affidata ai Padri Rogazionista in Trani. Nell'omelia che tenni in quella celebrazione ho proposto alcuni impegni concreti che, se coltivati, certamente ci faranno crescere con Maria e come Maria da Chiesa che glorifica il Padre nel Figlio sotto l'azione dello Spirito Santo. Vi chiedo di essere, insieme con me, innamorati di Gesù e della Chiesa, generosi nel servizio dell'evangelizzazione, disposti a dare a tutti ragione della nostra speranza che nasce dalla fede e si traduce nella carità. Tramite la mediazione materna di Maria, ci benedica la SS. Trinità trovandoci sempre in Comunione tra di noi, ed in particolare con la Chiesa sorella di Pinheiro in Brasile, dove don Mario e don Savino operano, a nome nostro, a servizio di S. Heléna. Amen.
+ Giovan Battista Pichierri arcivescovo Commissione Diocesana Cultura e Comunicazioni Sociali dell''Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie
- http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/vis_diocesi.jsp?idDiocesi=205
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