Magari da ragazzi qualche volta siamo stati vittima di casi di bullismo: merende rubate, prese in giro pesanti, a volte continuate fino a farci marinare la scuola qualche volta; un bullismo che può spingersi fino al furto, al ricatto, alla botte date troppo forte e troppo spesso, alla violenza anche sessuale.
Ora si parla addirittura di "bullismo digitale": in Inghilterra, più avanti di noi per diffusione di Pc, Internet e banda larga, secondo uno studio dell'Anti Bullying Alliance di Londra, un giovane su cinque è vittima di "aggressioni", attraverso blog, forum, email (chat-web bullying) e Sms (text bullying).
E in Italia? Per ora abbiamo avuto molti casi di furto di cellulari, oggetto sempre ambito dai ragazzi, ma anche persecuzioni con Sms di qualche ragazzo da parte di coetanei, casi di ragazze fotografate con la forza in posizioni osè e poi tramesse via email o Sms ad altri; o ancora lo spogliarello ripreso da decine di telefonini per vincere la gara di capoclasse.
Ma da noi non ci sono stati ancora fenomeni perversi come la moda inglese di picchiare altri ragazzi o adulti e riprendere il pestaggio con il telefonino e metterlo in rete; oppure quella francese di filmare insulti o scherzi pesanti ai docenti per delegittimarli: quest'ultimo fenomeno ha portato il ministero dell'educazione francese a ipotizzare la messa al bando dei telefonini nelle scuole medie.
Del tema del bullismo digitale e tecnologico si parlerà il 22 novembre in un convegno, organizzato dal Consorzio Gioventù Digitale, presieduto dal linguista Tullio De Mauro, alle ore 16,30 presso l'Aula Magna dell'Itis Galileo Galilei in via Conte Verde 51 a Roma.
Al convegno parteciperanno il ministro per le politiche giovanili Giovanna Melandri, noti psicologi come Paolo Crepet e Anna Oliverio Ferraris, il fondatore di Telefono azzurro Ernesto Caffo e il direttore del centro di psicologia della Polizia di Stato Marco Strano.