13/12/2006. Comune di Canosa di Puglia - Vertice sul termovalorizzatore a Biomasse: la tavola rotonda, presso il Cinema Teatro Scorpion.
Legname da ardere, residui agricoli e forestali, scarti dell'industria agroalimentare, reflui degli allevamenti, frazione organica biodegradabile dei rifiuti solidi urbani (rifiuti mercatali), specie vegetali coltivate. Queste sono le biomasse, materia prima utilizzata nelle centrali termiche per produrre energia elettrica. Un concetto espresso e ampiamente dibattuto nel corso della tavola rotonda che si è svolta sera, 11 dicembre, presso il cinema teatro Scorpion di Canosa, da esperti in materia ambientale e da rappresentanti di associazioni ambientaliste.
Un incontro organizzato dall’Amministrazione comunale per trattare in maniera serena ed obiettiva il tema legato alla termovalorizzazione, insieme ad esperti in materia ambientale e rappresentanti del mondo agricolo. “Un argomento complesso – ha sottolineato Francesco Patruno, assessore comunale all’Ambiente - che richiede in premessa una breve riflessione sulla esigenza di radicale cambiamento nella impostazione delle politiche ambientali”.
Alla conferenza, dal titolo “Termovalorizzazione a Biomasse…punti di vista”, moderata dal giornalista Giuseppe Dimiccoli (Gazzetta del Mezzogiorno), sono intervenuti Domenico Petruzzelli, del Dipartimento d’Ingegneria Civile ed Ambientale Politecnico di Bari, Giampaolo Bottinelli, direttore Dipartimento Provinciale di Bari Arpa Puglia, Orazio Giustolisi, membro della Commissione di monitoraggio della centrale termoelettrica, Pietro Salcuni, presidente regionale Coldiretti Puglia, Massimiliano Variale, consulente scientifico WWF ITALIA, Stefano Ciafani, responsabile scientifico Direzione Nazionale Legambiente, Francesco Ventola, sindaco di Canosa di Puglia, e Francesco Patruno. Non sono intervenuti i rappresentanti di Regione Puglia e Provincia di Bari: Antonello Antonicelli, dirigente settore Ambiente ed Ecologia della Regione Puglia, e Romano Carone, assessore all’Ambiente ed Ecologia della Provincia di Bari.
“Le biomasse – ha detto Domenico Petruzzelli, del Politecnico di Bari - comprendono vari materiali di origine biologica, scarti delle attività agricole riutilizzati in apposite centrali termiche per produrre energia elettrica. Si tratta generalmente di scarti dell'agricoltura, dell'allevamento e dell'industria. Trarre energia dalle biomasse consente di produrre energia elettrica e ridurre la dipendenza dalle fonti di natura fossile come il petrolio. Una fonte di energia pulita su cui l'Unione Europea ha deciso di investire al pari dell'eolico. L'energia contenuta nelle biomasse è energia solare 'fissata' dai vegetali per mezzo della fotosintesi clorofilliana. Le biomasse, prodotte e utilizzate in maniera ciclica, costituiscono una risorsa energetica rinnovabile e rispettosa dell'ambiente. L'uso energetico delle biomasse produce consistenti benefici ambientali, occupazionali e di politica energetica. I biocombustibili, infatti, sono un'energia pulita a tutti gli effetti. Liberano nell'ambiente le sole quantità di carbonio che hanno assimilato le piante durante la loro formazione ed una quantità di zolfo e di ossidi di azoto nettamente inferiore a quella rilasciata dai combustibili fossili. Il fatto che l'energia dalle biomasse si basi soprattutto sugli scarti di produzione delle attività produttive è un’ulteriore vantaggio economico e sociale in quanto il settore riutilizza e smaltisce rifiuti in modo ecologico”. Le biomasse dunque non contengono diossina o altri materiali inquinanti. “Quello che un tempo era un costo da sostenere si è oggi trasformato in un'opportunità da non perdere e da sfruttare per produrre preziosa energia elettrica – è stato il commento di Stefano Ciafani, responsabile scientifico della direzione nazionale Legambiente -. Va comunque fatta attenzione al concetto di biomassa, per non confonderlo con quello della termodistruzione dei rifiuti. Le biomasse sono esclusivamente scarti di origine vegetale e non vanno confusi con i rifiuti delle attività umane”. Per ridurre l’impatto ambientale è inoltre necessario che “le centrali siano di piccole dimensioni ed utilizzino biomasse locali, evitando in questo modo il trasporto da luoghi lontani - ha aggiunto Giampaolo Bottinelli dell’Arpa -. Il mio compito è quello di controllare che le emissioni di centrali di termovalorizzazione a biomasse non vengano contrabbandate per altre cose”. “Il timore che le risorse d’energia fossile (petrolio, metano, carbone) saranno esaurite nel giro di pochi decenni è ormai di tutti – ha dichiarato Massimiliano Variale, consulente scientifico del WWF -. Problemi quali insufficienza di fonti energetiche tradizionali o surriscaldamento dell’atmosfera terrestre, meglio conosciuto come "effetto serra", non possono più essere ignorati. Se non s’intraprenderà una politica energetica decisiva e funzionale tali "disastri" porteranno con certezza al collasso economico e climatico, con effetti devastanti per l’umanità. E allora cosa fare, a chi rivolgersi per ottenere l’energia di cui la popolazione mondiale ha bisogno senza danneggiare l’ambiente? Una risposta potrebbe essere data dagli inceneritori a biomasse”.
“Le diverse fasi del ciclo produttivo del combustibile da biomassa – ha sottolineato Pietro Salcuni, Presidente Regionale Coldiretti Puglia- , sia esso di origine agricola o forestale, creano posti di lavoro e favoriscono la rivitalizzazione dei rispettivi settori. Posti di lavoro sono creati anche nell'industria collegata alle tecnologie di conversione energetica. L'energia delle biomasse riduce la dipendenza dalle importazioni di combustibili e diversifica le fonti di approvvigionamento energetico. Aderendo alla convenzione internazionale sul clima l'Italia si è impegnata a ridurre le emissioni in atmosfera di gas serra. La sostituzione di combustibili fossili con biomasse contribuisce al conseguimento di questo obiettivo”.
In seguito alle relazioni degli esperti in materia ambientale, è intervenuto l’assessore Francesco Patruno con una breve cronistoria delle vicissitudini legate all’insediamento della centrale termoelettrica in contrada Tufarelle, di Canosa. “Tutto è iniziato nel 2002 – ha detto – qualche giorno prima che si insediasse l’Amministrazione Ventola, con il rilascio obbligato della concessione edilizia, imposta dal Tribunale amministrativo regionale, sulla costituzione di una centrale per lo smaltimento di Cdr (Combustibile derivato da rifiuti). Subito questa Amministrazione ha tentato di contrapporsi a questa decisione. Infatti, dopo pochi giorni procedemmo all’annullamento della concessione edilizia, a firma dell’allora direttore generale del Comune, Claudio Uccelletti. Ma dopo il ricorso al Tar dell’azienda interessata alla discarica, fu annullato il provvedimento del direttore generale del Comune e ripristinato il permesso a costruire. Nel frattempo, abbiamo chiesto alla Procura di Trani un accertamento tecnico e preventivo sulla zona Tufarelle. Successivamente la Procura di Trani, di sua iniziativa, ha aperto autonomamente un fascicolo di indagine sull’intera area di Contrada Tufarelle. Ben due indagini sono state quindi messe in atto da parte della stessa Procura. È stata inoltre nominata una commissione di specialisti dal Tribunale Amministrativo di Trani, che ha avuto il compito di valutare il progetto per la realizzazione dell’impianto della centrale termoelettrica e che ha terminato il proprio lavoro valutando positivamente sotto il profilo tecnico la proposta progettuale dell’impianto. La nostra Amministrazione ha infine presentato ricorso al Consiglio di Stato avverso contro i provvedimenti del Tar Puglia e siamo in attesa della sentenza da parte dello stesso Consiglio di Stato”.
Nel corso della tavola rotonda, molto spazio è stato dato al pubblico presente in platea, che ha ricevuto dai relatori chiarimenti su dubbi, paure e incertezze. “È la prima volta che una Amministrazione organizza una tavola rotonda, aperta al pubblico, per trarre valutazioni scientifiche da tecnici ed esperti in materia Ambientale e insieme rilevare i punti di vista dei cittadini, prima di poter agire politicamente – ha detto il sindaco -. È necessario ribadire con forza la necessità di destinare a “parco naturale e verde di rimboschimento” la zona di Contrada Tufarelle, fatte salve le attività in corso di esercizio e legittimamente autorizzate. Questo quanto ha deciso il Consiglio comunale il 26 luglio scorso. Non si può tornare indietro nel tempo ma certamente molto si può fare affinché le generazioni future non debbano affrontare ciò che, in materia ambientale, stiamo affrontando noi. È necessario, dunque, riperimetrare la zona, d’intesa con il Comune di Minervino, affinché siano imposti vincoli specifici che tutelino e condizionino ogni possibile iniziativa. Un nodo indissolvibile, dunque, per il redigendo Piano regionale dei Rifiuti speciali (che le disposizioni europee impongono di redigere entro giugno 2007, ndr), perché non si possano più insediare nuove discariche, ma che piuttosto si possa dare il via a progetti di recupero di tutta quell’area”. Oltretutto, il 13 maggio 2005, all'unanimità, il Consiglio comunale aveva adottato il provvedimento di variante del “Piano regolatore generale”, che vedeva la zona extraurbana, denominata contrada "Tufarelle" mutare destinazione divenendo “parco naturale”. “Con questi provvedimenti - ha concluso il sindaco - diamo il via ad un nuovo percorso che vede interprete e protagonista attiva la città di Canosa, nel governare in piena autonomia il proprio territorio senza alcuna imposizione dall’alto”.
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