Legambiente ringrazia i carabinieri del Noe e altre forze dell’ordine: l’organizzazione per la difesa dell’ambiente spera di poter adottare il monumento "I vandali lo avevano ridotto in un contenitore di immondizie"
CANOSA - La sezione cittadina di Legambiente ringrazia i carabinieri del Noe di Bari. Ma non si ferma qui. Legambiente ringrazia anche il Nucleo tutela del patrimonio, i carabinieri della locale stazione nonchè la polizia municipale per aver sequestrato con tempestività l’area dell’anfiteatro romano, perchè divenuta discarica a cielo aperto. «Il provvedimento di sequestro - evidenzia Carmelinda Lombardi, presidente di Legambiente Canosa - ha fatto seguito alla nostra segnalazione sulla Gazzetta. Ringrazio, pertanto, anche “La Gazzetta del Mezzogiorno” per aver contribuito attivamente in questa operazione di salvaguardia del patrimonio canosino».
«Nel momento in cui abbiamo constatato la presenza di cumuli di rifiuti in un’area che ha ospitato per svariati secoli uomini illustri e che dopo Roma e Pompei rappresentava l’anfiteatro romano più grande, ho provato - aggiunge la dottoressa Lombardi - una sensazione di grande commozione, ma anche di infinita vergogna. Leggendo su internet che la zona è segnalata come tour consigliato per il turismo, mi sono sentita sprofondare al sol pensiero che televisori, frigoriferi, materiale edilizio, lastre di eternit ed altro possano essere stati “ammirati ” da ignari turisti». «Legambiente Canosa - evidenzia ancora la presidente Lombardi - invita, chi lo desidera, a visionare un modellino di tale anfiteatro romano realizzato dal dottor Nino Cavallo, autore di altri modellini di beni archeologici, custoditi nel palazzo Minerva. Si potrà apprezzare la grandiosità ed il fasto di tale monumento nel passato e comprendere realmente l’importanza del sequestro e della bonifica».
«Attualmente - conclude la responsabile canosina di Legambiente - di esso resta parte del muro di cinta esterno e tre pilastri da cui si ripartono setti murali radiali che sostenevano la gradinata e uno degli ingressi, ma questo non consente e non giustifica un uso a discarica abusiva. Sul sito internet www.iris.ba.cnr.it/ofanto2004 si legge: uso iniziale: anfiteatro; uso attuale: resti archeologici. Possono i rifiuti essere dei resti archeologici? Legambiente Canosa crede proprio di no e desidera e si adopererà in tal senso per l’adozione del sito anche in collaborazione con la Fondazione archeologica canosina». Insomma, il sequestro dell’area è un primo passo per la completa valorizzazione dei resti del grande anfiteatro romano.
Antonio Bufano
Fonte: La Gazzetta del Nord Barese 12.2.2007