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17/02/2007.  CANOSA - Tomba nella discarica abusiva.

Sconcertante scoperta fatta dalla Guardia di Finanza in un terreno di contrada «Costantinopoli»: l’ipogeo di epoca dauna era stato già depredato dai tombaroli

CANOSA - Frammenti di storia tra calcinacci, lastre di eternit e rifiuti di ogni genere. Insomma, un sito archeologico occultato da u n’ampia discarica a cielo aperto e per di più abusiva. La scoperta è stata compiuta dai militari della Guardia di finanza del Comando provinciale di Bari, in servizio presso la Compagnia di Barletta che, nell’ambito di un’attività investigativa condotta nel settore della tutela del patrimonio ambientale ed archeologico, hanno individuato e sottoposto a sequestro nel territorio di Canosa un’area di oltre diecimila metri quadrati destinata a discarica abusiva di rifiuti pericolosi e speciali. Il terreno in questione, già sequestrato dai carabinieri negli anni scorsi e, successivamente bonificato e dissequestrato, è ubicato in contrada «Costantinopoli», zona di rilevante interesse archeologico a ridosso della strada provinciale «231».

Qui, già da qualche mese, ignoti avevano stoccato abusivamente calcinacci e rifiuti di ogni genere, tra i quali anche pezzi di asfalto e onduline in cemento e amianto, compromettendo così l’assetto idrogeologico della zona. Non solo. Tra gli enormi cumuli di materiali inerti (residui di lavori edili), gomme di autocarri, batterie esauste, oli minerali, carcasse di auto ed elettrodomestici, è stato scoperto anche uno scavo archeologico ugualmente abusivo relativo ad una sepoltura ad ipogeo. All’interno dello scavo, le Fiamme gialle, ai comandi del maggiore Roberto Maniscalco, hanno recuperato vari frammenti di vasellame appartenenti ad un corredo funebre attribuibile ad epoca daunia (fine del IV secolo a.C.). ma, secondo i finanzieri , le caratteristiche del rinvenimento lascerebbero comunque pensare che il sito sepolcrale sia già stato oggetto di depredazione.

Sul posto, pertanto, subito allertati, sono intervenuti i tecnici della Sovrintendenza ai beni archeologici per la Puglia a cui è stato affidato il sito per la successiva catalogazione dei reperti rinvenuti. I sigilli sono stati apposti dai finanzieri anche all’intera discarica a cielo aperto per la quale sono state avviate ulteriori indagini al fine di individuare i gestori dell’enorme immondezzaio che dovranno rispondere di gestione non autorizzata di rifiuti speciali, inquinamento e deturpamento di bellezze naturali. Accertamenti saranno compiuti per risalire ai cosiddetti «tombaroli», ai responsabili cioè dell’esecuzione delle ricerche archeologiche illegali.

Gianpaolo Balsamo

Fonte: La Gazzetta del Nord Barese 15.2.2007






 

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