21/02/2007. SFRUTTATE, MOLESTATE E MALPAGATE IL DRAMMA DELLE EMIGRATE IN PUGLIA.
Immigrazione femminile e lavoro nella Bat alla base della ricerca realizzata dal centro Studi Telos di Oasi 2. E' emerso che su 133 intervistate ben 54 hanno dichiarato di aver lavorato senza regolare contratto, 34 di essere state pagate meno di quanto pattuito. In media una donna su dieci ha anche dichiarato di essere stata oggetto di attenzioni sessuali da parte del datore di lavoro. E' risultato anche che un gruppo di donne provenienti dal Maghreb, dall'Albania e dall’America Latina, non sono molto interessate ad un inserimento in campo lavorativo ma sono arrivate solo per ricongiungersi al proprio marito; a loro si contrappone il gruppo delle donne dell'est, arrivate spesso sole, per lavorare e mettere da parte un po' di soldi da portare o spedire alla propria famiglia rimasta in patria. Il dato più significativo è che la maggioranza delle donne immigrate (il 70,96%) svolge un lavoro di cura, ma anche che alla quasi totalità delle donne, è stato proposto un lavoro di cura, come colf, badante o assistente ad ore. Questo dato offre l'opportutinità di discutere della presenza nei luoghi dell'intimità (la propria casa) di donne straniere. Il secondo punto che emerge è il sistematico non ricorso agli uffici pubblici per la ricerca del lavoro. Le donne immigrate rivelano una sostanziale lontananza dagli uffici pubblici anche in caso di problemi sul lavoro. Questo dato rilancia una condizione di estrema vulnerabilità e solitudine delle donne migranti in Puglia, una vulnerabilità che è amplificata dal ricatto che il datore di lavoro agisce rispetto al rischio di perdere il permesso di soggiorno (li dove ci fosse) come conseguenza di un’eventuale perdita del lavoro. Fonte: Antenna Sud Notizie 20.02.2007
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