05/04/2007. Regione Puglia - Turismo, i lidi balneari possono restare paerti tutto l'anno.
Approvato col bilancio di previsione. Soddisfazione espressa dal consilgiere regionale Cioce “Gli stabilimenti balneari non dovranno più montare e smontare le strutture precarie ogni sei mesi e, quindi, potranno restare aperti anche tutto l'anno”. Lo prevede un emendamento al bilancio presentato dal capogruppo del Psdi, Beppe Cioce e che, dopo l'approvazione in commissione, è diventato parte integrante della nuova finanziaria regionale. Si tratta dell'articolo 26 del bilancio, che modifica l'art. 11 della legge regionale n. 17 del 23 giugno 2006 (disciplina della tutela e dell'uso della costa) con questo nuovo comma: “Il mantenimento per l'intero anno delle strutture precarie ed amovibili di facile rimozione, funzionali all'attività turistico-ricreativa e già autorizzate per il mantenimento stagionale, è consentito anche in deroga ai vincoli previsti dalle normative in materia di tutela territoriale, paesaggistica ed ambientale. Con tale emendamento - commentano soddisfatti il capogruppo del Psdi alla Regione Puglia, Beppe Cioce e il segretario regionale del Psdi Mimmo Magistro - si sana il problema degli stabilimenti balneari dell'intera Puglia e del Salento in particolare, che potranno mantenere le strutture precarie per tutto l'anno, anziché montarle e smontarle ogni sei mesi, peraltro con grave danno per l'ambiente”. Secondo Cioce e Magistro il provvedimento incentiva 'con i fatti' la destagionalizzazione del turismo. I due esponenti socialdemocratici concludono spiegando che “la complessità e la diversità delle coste pugliesi, ove le aree demaniali spesso sono confinanti o antistanti a strutture private, deve indurre tutti ad accelerare l'approvazione del piano delle coste al cui interno vanno individuate, senza arrecare danno alle imprese balneari, nuove vie di accesso al mare per tutti i cittadini, con lo strumento dell'esproprio per pubblico interesse. Da subito, però, Regione, province e comuni devono attrezzarsi, anche finanziariamente, perché le spiagge pubbliche siano pulite ed abbiano i servizi come quelle private”.
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