26/04/2007. RICERCA SCIENTIFICA - AD HARVARD UN BARLETTANO IN EVIDENZA PER LE CELLULE STAMINALI .
Italiano ad Harvard su Nature Neuroscienze Harvard - E' un italiano Francesco Paolo Di Giorgio, di anni 30, originario di Barletta, il primo nome della ricerca di Harvard del laboratorio del Professor Kevin Eggan pubblicata su Nature Neuroscienze "Non–cell autonomous effect of glia on motor neurons in an embryonic stem cell–based ALS model".
Le Cellule staminali embrionali per la prima volta usate come mezzo per studiare la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), una malattia neurodegenerativa che colpisce specificamente i motoneuroni, portando prima alla paralisi e poi alla morte del paziente. Si tratta di una terribile malattia: l'80% dei pazienti muore entro 5 anni dalla diagnosi e fino ad oggi non sono ancora chiari i meccanismi che portano all'insorgenza di questa malattia e non ci sono farmaci o trattamenti che sono in qualche modo efficaci. Il grande problema che si riscontra quando si studiano malattie neurodegenerative (come anche l'Alzeimer o il Parkinson) e' che normalmente quando la diagnosi viene effettuata gia' molte cellule del cervello o della spina dorsale sono gia' morte e questo rende difficile avere materiale sufficiente per studiare la malattia. In questo lavoro i ricercatori hanno usato cellule staminali embrionali di topo che hanno il gene responsabile della malattia e differenziando queste cellule in vitro in motoneuroni e hanno visto che queste cellule muoiono e presentano caratteristiche molto simile a quelle osservate nei pazienti affetti dalla malattia. Oltre a questo usando questo modello cellulare hanno trovato che i motoneuroni non muoiono per difetti presenti nelle cellule stesse, ma sono altre cellule, gli astrociti, che normalmente hanno una funzione di supporto per i motoneuroni, che in questa malattia sembrano avere un effetto tossico su queste cellule provocandone la morte. Questa importante scoperta costituisce un passo avanti verso la comprensione dei meccanismi che stanno dietro la SLA, e attualmente stanno usando questo modello cellulare per identificare farmaci che possano revertire la morte dei motoneuroni in vitro e magari che un domani possano essere efficaci sui pazienti.
Fonte: Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 74 - Anno XIV, 17 aprile 2007
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