28/06/2007. Trani - Mostra su "Racconti di luce, fari e faristi".
L'inaugurazione è prevista il 29 giugno al Castello Svevo Trani è una città magica, speculare. Speculare al suo mare, con i palazzi che si rifrangono sulla darsena e le strade che s'incuneano nei quartieri del porto. Ecco allora che la mostra "Racconti di luce, fari e faristi del mezzogiorno", trova qui il suo approdo ideale. Il 29 giugno alle 19 si inaugura al Castello Svevo di Trani l'ultima tappa di Racconti di Luce, mostra itinerante dedicata ai fari del Mezzogiorno, arricchita da una sezione di arte contemporanea - Light tales - curata da Lia De Venere. All'inaugurazione parteciperanno l'Assessore al Mediterraneo Silvia Godelli, Giuseppe Tarantini sindaco del Comune di Trani, C.F. (CP) Luigi Leotta Capo del Compartimento Marittimo di Molfetta, Nicolò Carnimeo presidente della Fondazione Vedetta sul Mediterraneo, Lia De Venere, critico d'arte e docente di Storia dell'Arte, Enrica Simonetti, giornalista e autrice del libro Fari d'Italia, Donatello Bellomo, giornalista e scrittore e il giornalista Rai Pino Bruno. Seguirà in uno dei cortili del castello una performance di danza contemporanea sul tema della luce. La mostra, aperta fino al 20 luglio tutti i giorni dalle 8.30 alle 19, ripropone lo straordinario percorso di immagini di fari italiani, itinerario che scopre i segreti delle lanterne, luoghi "sospesi" tra cielo e scogli. La sezione di arte contemporanea vedrà invece esposte le installazioni degli artisti Carlo Bernardini, Bianco - Valente, Stefano Cagol e Pantani - Surace. Un faro è un fascio di luce, un lampo, sospeso eppure fermo, attraccato alla terra, ma che proietta e illumina il mare, che ti affascina e ti inibisce, il faro ti rassicura, quasi ti abbraccia. Il faro è un punto d'incontro, irto ed erto tra cielo e mare, che ti invita ad entrare, ma con rispetto, che racconta storie, ma a chi sa aspettare, a chi sa ascoltare. Proprio gli sprazzi dei fari, non di quelli nordici e ventosi del nostro immaginario collettivo, che ci rimanda alle lanterne atlantiche, statiche e brumose, ma dei nostri, di quello di Torre Canne, Barletta, Molfetta, Ischia, Capo Passero, ti guidano in un viaggio quasi iniziatico e silente nella bella mostra allestita dalla Fondazione Vedetta sul Mediterraneo, aggregatasi attorno al progetto di ristrutturazione dell'antica torre della marina di Giovinazzo, che dopo sessanta anni di abbandono è stata riportata a nuova vita, anche grazie alla passione e alla fatica di un gruppo di volontari.. I nostri fari sono "Nostri", sembra dirci la mostra, sanno di olivi e di pane fresco, cotto al forno accanto alla torre, ci raccontano di persiane verdi e di famiglie di guardiani, di vecchi piroscafi e di navi affondate, ma anche di un'antica solitudine donata al mare, come quella di Rita di Loreto, unica donna farista in Italia, per anni guardiana sola del faro di Punta Preosti, sul promontorio del Gargano, la prima ad aver vinto un concorso pubblico. I fari sembrano essersi dati convegno anche a Trani , come vecchi commilitoni di una guerra che non c'è più, che ha fatto vittime ed eroi, immolati ed innalzati al mare. Ora l'antica luce trasfonde nei colori e nel seppiato bianco e nero delle foto di un pugno di appassionati, di innamorati del mare, fotografi e non, che si avvicinano ai fari di Puglia, Campania, Sicilia e Calabria, con affettuosa reverenza, ad eternizzare un momento che sembra sfuggirgli sotto gli occhi. Ad illustrare il percorso, dal faro di Vieste a quello di Strombolicchio, in Sicilia ci sarà anche un ricco corredo di pannelli ed oggetti, con lampi di storia e di vita. In fondo e la luce dei fari ad illuminare mari e popoli. Trani come ultima tappa dunque, ma anche come punto di una nuova partenza e di una storia che continua.
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