Un libro a più di 250 anni dalla morte. La causa di beatificazione
Barletta città francescana prega per l’avvio della beatificazione del suo Fra’ Dionisio. «La larga tonaca e il mantello coprono i linenamenti del corpo. Gli occhi sono ispirati e profondi e guardano con serenità al cielo; dal volto emana lo spirito sereno dei giusti; la barba fluisce senz’arte e naturalmente in modo abbondante; il naso è ben profilato [...] e noi vi leggiamo, come in uno specchio, le caratteristiche psicologiche del Servo di Dio: la sua umiltà profonda, il senso squisito ed eletto della carità cristiana, un’energia singolare e una costanza indomita nel fare il bene».
Questo splendido affresco spirituale ritrae Fra Dionisio da Barletta (già pubblicato sull’Aurora Serafica del 1941 da fra Antonio da Stigliano) che è stato riproposto - e vivamente riattualizzato - in un recente convegno di presentazione di un nuovo libro. E cosa emerge di nuovo alla luce di un nuovo libro, dal titolo: “Fra Dionisio da Barletta” curato da fra’ Alfredo di Napoli, promosso e presentato (dalla persona del sottoscritto) nella Sala della Comunità “Sant’Antonio” alla presenza delle autorità diocesane e religiose francescane dei frati minori Cappuccini? Innanzitutto la pubblicazione di questo libro nasce come prezioso compimento degli atti del primo convegno-studi del 2005 in occasione del 250° anno della morte di Fra’ Dionisio, ed anche per la ripresa del tanto sospirato processo di beatificazione intorno alla figura di Fra’ Dionisio (1682-1755) tenuto nella chiesa Immacolata dei frati Cappuccini in Barletta ed incoraggiato dal arcivescovo mons. Giovan Battista Pichierri. Erano presenti lo stesso arcivescovo; fra’ Michele Cilli l’allora parroco dell’Immacolata; il postulatore diocesano don Sabino Lattanzio; lo storico Vincenzo Criscuolo, cappuccino, consultore della Cause dei Santi; fra’ Alfredo di Napoli; e fra’ Diego Pedone allora ministro provinciale.
Il recente dibattito si è incentrato sulla figura di Fra’ Dionisio da Barletta, il frate acclamato santo dal popolo barlettano e dalle città limitrofe. Su questo aspetto che, silenziosamente ed ininterrottamente dura da 252 anni, si sono alternati i contributi che hanno messo in luce la ricca personalità del santo frate cappuccino. Dopo i saluti ai convenuti da parte del prof. Riccardo Losappio, direttore della Commissione diocesana cultura e comunicazioni sociali, i diversi intervenuti si sono soffermati su vari aspetti. Mons. Giuseppe Paolillo, vicario episcopale di Barletta, parlando della identità ecucaristica di Barletta si è soffermato sulla spiritualità di Fra Dionisio come patrimonio della Chiesa locale. Fra’ Francesco Neri, ministro provinciale dell’Ordine Frati Minori Cappuccini della Provincia “Puglia”, ha attualizzato la spiritualità del frate cappuccino incentrata sulla regola francescana come esplicta “rinuncia al potere nella Chiesa e nella Società”.
L’editore, Renato Brucoli, ha sottolineato l’esperienza editoriale di questa pubblicazione a partire delle indicazioni di carattere storico e sociale proposte dal contributo di Vincenzo Criscuoli. Fra’ Alfredo di Napoli, autore del volume si è soffermato sulla lunga tradizione iconografica tutta barlettana e sulla devozione al Santissimo Nome di Gesù, testimoniata da fra Dionisio. Ecco come tracce di lavoro, alcune novità di fondo che accomunano i diversi relatori. L’identità carismatica dell’umile frate laico è quella di un cercatore, ossia di un questuante della Provvidenza di Dio, che presto si rivela però come un uomo invocato da tutto il popolo per i suoi prodigi e dispensatore di consigli evangelici per tutti. Ma quest’uomo apprezzato dal popolo non ha mai smesso di cercare e fare la volontà di Dio, invocando il dolcissimo Nome di Gesù e la materna protezione di Maria Santissima, che lo proteggerà dalle insidie del maligno all’indomani della sua solenne professione di fede (come da notazione coeva del notaio Ignazio Palmitessa). Un frate missionario, quindi, che ha speso la sua vita per le strade della città in favore degli ultimi e poveri barlettani. Perciò, non nel nome del tormento di una insanziabile socialità indivualistica, assetata di successo e di beni materiali; ma in quella della fraternità francescana, per mezzo del Nome di Gesù che ci dona il senso della vera regalità e l’eterna ricchezza, la vera pace che ci salva.
Vorrei concludere con le parole beneauguranti di Fra’ Diego Pedone, parroco della chiesa Immacolata dei frati minori Cappucini: «Le congratulazioni vive per l’operato già fatto. Ho trovato il libro comprensibile e lodo gli autori. Per il culto di fra Dionisio c’è bisogno di incrementare e promuovere una preghiera per chiedere a Dio la Beatificazione e la successiva Canonizzazione del nostro santo».
NICOLA PALMITESSA
esperto in scienze storiche e sociali
Fonte:
La Gazzetta del Nord Barese sabato 21 luglio 2007