19/09/2007. INVENZIONI - La bicicletta a idrogeno.
A vederla, sembra una qualsiasi delle biciclette elettriche (a pedalata assistita) ormai comuni quasi quanto i motorini che si contendono gli spazi sempre più risicati delle nostre città; eppure sotto l'aspetto usuale si cela una tecnologia inusuale e per qualche verso d'avanguardia. Forse perché la bicicletta è ancora il mezzo di trasporto più economico e usato in tutto l'estremo oriente, o forse per una precisa direttiva di pianificazione mirante all'esportazione, o per qualche altro arcano motivo, la Pearl Hydrogen Power Source Technology di Shangai è arrivata per prima là dove le imprese occidentali arrancano; sempreché non facciano finta di nulla per compiacere le aspettative (e i miliardi di dollari) delle sette sorelle.
Fatto sta che questa elettrobici è abbastanza avanzata da stuzzicare anche l'industria di casa nostra. Dietro la sella o lateralmente ad essa, a seconda delle versioni, c'è la cella a combustibile, collegata a un motorino di poca potenza che tuttavia permette di percorrere un centinaio di chilometri; l'autonomia è ovviamente in funzione della velocità, che tuttavia può raggiungere -a detta del costruttore- circa i 25 km/ora in pianura.
Rispetto alle bici elettriche nostrane, il vantaggio sta nel tempo di ricarica che impegna soltanto una mezz'oretta; l'alternativa anche in questo caso consiste nel pedalare fino a casa o, se esiste nei paraggi, alla più vicina "pompa" di rifornimento.
Il prezzo è per ora irraggiungibile al cinese medio, attestandosi su oltre 2500 dollari; ma c'è da scommettere che la produzione di massa, se ci sarà, farà scendere il prezzo a livelli sopportabili e comunque di gran lunga inferiori a quelli praticati oggi per prodotti simili, combustibile a parte.
Unica incognita è l'assistenza, ma metteremmo la mano sul fuoco per una facile, futura anche se un po' avventurosa, reperibilità dei ricambi in una qualsiasi chinatown di casa nostra.
Dodi Casella
Fonte: ZEUS News - www.zeusnews.it
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