Sport e diritti audiovisivi
A distanza di tre mesi dall'entrata in vigore della delega, conferita con la legge 106 del 19 luglio 2007, il governo ha varato un provvedimento che garantisce la trasparenza e l'efficienza del mercato dei diritti audiovisivi degli eventi sportivi di campionati, coppe e tornei professionistici a squadre organizzati a livello nazionale. Lo schema di decreto legislativo disciplina anche la ripartizione delle risorse finanziarie assicurate dalla commercializzazione in forma centralizzata di tali diritti, al fine di garantire l'equilibrio competitivo fra i partecipanti, nonché di destinare una quota delle risorse allo sviluppo dei settori giovanili delle società professionistiche, all'incentivazione delle categorie dilettantistiche, alla sicurezza degli impianti sportivi, nonché al finanziamento di almeno due progetti all'anno a sostegno delle discipline sportive diverse da quelle calcistiche, purché di particolare rilievo sociale. Sul provvedimento dovranno esprimere il parere le competenti Commissioni parlamentari.
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Gestione rifiuti elettrici ed elettronici: istituzione registro
In base ai dati, forniti dal settore della produzione, si stima che in Italia ogni abitante produce più di 14 Kg di rifiuti elettrici ed elettronici l'anno, per un totale nazionale di circa 850 mila tonnellate. Attualmente, secondo il rapporto dell'APAT 2006, di questi rifiuti vengono gestiti e recuperati circa 67.000 mila tonnellate di RAEE all'anno, circa 1,15 kg l'anno per abitante. L'obiettivo, stabilito dal decreto legislativo n.151/2005 di recepimento della direttiva CE 2002/96, è quello di raggiungere, entro il 31 dicembre 2008, la raccolta media pro-capite di 4 Kg l'anno per abitante (circa 240 mila tonnellate). La nuova normativa si basa sul sistema multi-consortile, fortemente voluto e ispirato dall'Unione Europea, grazie al quale i responsabili della gestione dei rifiuti non saranno più i Comuni ma i produttori delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Tenuto conto che il decreto legislativo n.151/2005 affida la gestione e lo smaltimento dei rifiuti AEE ai produttori di apparecchi elettrici ed elettronici, il ministero dell'Ambiente, coerentemente con la direttiva europea e in attuazione del decreto legislativo 151/2005, ha emanato il 25 settembre scorso il decreto n.185, che istituisce il registro nazionale dei soggetti tenuti al finanziamento dei sistemi di gestione dei rifiuti AEE. Nel decreto sono dunque definite le modalità di iscrizione e di funzionamento del Registro, nonchè le modalità di costituzione e di funzionamento del centro di coordinamento e l'istituzione del comitato d'indirizzo sulla gestione dei RAEE. Il decreto 185/2007, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 5 novembre 2007, entrerà in vigore il 20 novembre 2007.
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Piano generale della mobilità: Linee guida
Integrazione è la parola chiave del nuovo Piano generale della mobilità, le cui Linee guida sono state presentate dal ministro dei Trasporti Bianchi l'8 novembre scorso, nell'ambito della Conferenza Internazionale sulla Sicurezza stradale, organizzata dall'Università degli Studi Roma Tre. "Integrazione - ha dichiarato Bianchi - che si declina in tre modi diversi e concomitanti: 1. l'integrazione tra le reti di mobilità interne e quelle degli altri Paesi, in particolare dell'Europa; 2. l'integrazione tra i diversi modi di trasporto; 3. l'integrazione tra livelli". Dopo la presentazione delle linee guida, risultato del lavoro svolto dal Comitato tecnico scientifico istituito presso il Ministero dei Trasporti, si inizia un confronto con tutti gli operatori di settore con l'obiettivo di arrivare, entro la fine dell'anno, alla definizione di una versione delle Linee guida, arricchita da osservazioni e contributi di idee, il più possibile condivisa e partecipata. La decisione di avviare l'elaborazione di un nuovo Piano - ha sottolineato il Ministro Bianchi - è scaturita dalla volontà di riportare la politica dei trasporti al centro dell'azione del Governo, invertendo la tendenza a concentrare l'attenzione sulla realizzazione di opere infrastrutturali al di fuori di un predefinito scenario programmatico e del relativo quadro di concertazione istituzionale".
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Attribuzione, a cittadini di paesi terzi o apolidi, qualifica di rifugiato
Il Consiglio dei Ministri del 9 novembre 2007 ha approvato, su proposta del Ministro dell'Interno, Giuliano Amato, il decreto legislativo che recepisce la direttiva 2004/83 relativa all'attribuzione, a cittadini di paesi terzi o apolidi, della qualifica di rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale, nonché norme minime sul contenuto della protezione riconosciuta. La direttiva, in estrema sintesi, stabilisce che gli Stati membri hanno facoltà di introdurre o di mantenere in vigore disposizioni più favorevoli riguardo alla determinazione dei soggetti che possono essere considerati rifugiati o persone ammissibili alla protezione sussidiaria, e riguardo altresì alla definizione degli elementi sostanziali della protezione internazionale, purché compatibili con le disposizioni dell'attuale direttiva. Circa la valutazione delle domande di protezione internazionale gli Stati membri possono esigere dal richiedente tutti gli elementi necessari a motivare la domanda, e lo Stato membro è tenuto a esaminarne tutti gli elementi significativi, come, ad esempio: le dichiarazioni del richiedente e tutta la documentazione in suo possesso in merito alla sua età, estrazione, identità, cittadinanza, paesi e luoghi in cui ha soggiornato in precedenza ecc. L'esame della domanda deve essere effettuato su base individuale e prevede la valutazione, fra l'altro, di tutti i fatti pertinenti riguardanti il paese d'origine al momento della decisione in merito alla domanda; della dichiarazione e della documentazione presentate dal richiedente, che deve altresì rendere noto se ha subito o rischia di subire persecuzioni o danni gravi; della situazione individuale e delle circostanze personali del richiedente, come ad esempio l'estrazione, il sesso e l'età (per verificare se gli atti a cui è stato o potrebbe essere esposto si configurino come persecuzione o danno grave); della eventualità che le attività svolte dal richiedente, dopo aver lasciato il paese d'origine, abbiano mirato a creare le condizioni necessarie alla presentazione di una domanda di protezione internazionale.per stabilire se tali attività espongano il richiedente a persecuzione o a danno grave in caso di rientro nel paese.
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Procedure adottate per riconoscere e revocare lo status di rifugiato
Il Consiglio dei Ministri del 9 novembre 2007 ha approvato, su proposta del Ministro dell'Interno, Giuliano Amato, il decreto legislativo che recepisce la direttiva 2005/85 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea il 13 dicembre 2005 relativa alle norme minime per le procedure applicate negli Stati membri per il riconoscimento e la revoca dello status di rifugiato. La direttiva si applica a tutte le domande di asilo presentate nel territorio, compreso alla frontiera o nelle zone di transito degli Stati membri, nonché alla revoca dello status di rifugiato. Fra le altre cose gli Stati membri provvedono affinché le autorità, cui potrebbe rivolgersi chi intende presentare domanda d'asilo, siano in grado di fornire indicazioni sulle modalità e sulle sedi per la presentazione della domanda e/o per chiedere che le autorità in questione trasmettano la domanda all'autorità competente. La direttiva dispone inoltre che l'eventuale decisione con cui una domanda è respinta sia corredata di motivazioni de jure e de facto, e che il richiedente sia informato per iscritto dei mezzi da praticare per impugnare la decisione negativa, a meno che sia stata data in precedenza comunicazione scritta o per via elettronica. Le garanzie per i richiedenti asilo sono: essere informati, in una lingua che possano capire, della procedura da seguire e dei suoi diritti e obblighi durante il procedimento, nonché delle eventuali conseguenze di un mancato adempimento degli obblighi e della mancata cooperazione con le autorità; ricevere, laddove necessario, l'assistenza di un interprete per spiegare la propria situazione nei colloqui con le autorità competenti; comunicare con un rappresentante dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Circa gli obblighi, invece, i richiedenti devono riferire alle autorità competenti o comparire personalmente dinanzi alle stesse, sia senza indugio sia in una data specifica; consegnare i documenti pertinenti in loro possesso ai fini dell'esame della domanda; informare le autorità competenti del loro luogo di residenza o domicilio e di qualsiasi cambiamento dello stesso, non appena possibile.
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Strage di Nassiriya: un monumento in ricordo dei caduti
Diciannove Menhir, per rappresentare l'unicità di ognuno dei caduti e l'unicità del dramma che li accomuna, come il numero degli uomini morti nell'orrendo attentato del 12 novembre 2003. "Un monumento contiene sempre un ammonimento, il cui valore è di durare nel tempo. Nel nostro caso l'ammonimento è che l'Italia ha bisogno di una grande, determinata, solida unità nazionale": con queste parole il Vicepresidente del Consiglio, Francesco Rutelli, ha posato oggi a Roma, assieme al Ministro della Difesa, Arturo Parisi, la prima pietra del monumento ai Caduti di Nassiriya. Presenti alla cerimonia i vertici militari, le autorità locali e una rappresentanza dei familiari delle 19 vittime italiane della strage. Il monumento, opera del maestro Giuseppe Spagnulo, sorgerà nell'area verde a ridosso della Basilica di San Paolo a Roma. "La Foresta d'acciaio" - questo il nome del monumento che ricorda tutti i caduti italiani in Iraq - "testimonierà in maniera duratura", ha sottolineato il Vicepremier, "i sentimenti che oggi accomunano tutti noi di fronte alla tragedia di quattro anni fa". Ogni caduto sarà ricordato con i nomi incisi su una lastra commemorativa in acciaio, grezza, di grosso spessore e dal perimetro irregolare, che sarà posta nelle vicinanze del monumento. La lapide metallica ricorderà anche le date e il titolo dell'Opera, "Foresta d'acciaio", come anelito antiretorico alla vita. L'opera esprime la tragicità dell'avvenimento, ma vuole essere anche forza evocativa di quel fatto.
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