05/12/2007. BARI - PARCO DEL'OFANTO: DIBATTITO A PIU' VOCI IN CONSIGLIO REGIONALE.
Parco dell’Ofanto: verso il sì a maggioranza in Consiglio regionale Alle 19,30, rispettando il programma, il Consiglio regionale ha sospeso i lavori, rinviando l’esame del disegno di legge per l’istituzione del Parco naturale regionale del Fiume Ofanto. Riprenderanno dall’art. 3, dopo l’approvazione dei primi due dei quindici che compongono l’articolato.
Dalle dichiarazioni di voto illustrate nel corso del dibattito, la legge si avvia verso il sì a maggioranza. Favorevoli il centrosinistra e, dai banchi dell’opposizione, i gruppi federati Udc (“fondamentale la tutela di una parte saccheggiata del nostro territorio” ha detto il capogruppo Angelo Cera) e Ignazio Zullo (“sì alla tutela dei valori paesaggistici in termini di sviluppo ecosostenibile”).
Una relazione informativa dell’assessore sugli effetti dell’istituzione di undici parchi in Puglia nella legislatura è stata sollecitata dal capogruppo di Forza Italia Rocco Palese, che nell’annunciare l’astensione ha richiamato le perplessità procedurali sollevate nella pregiudiziale Silvestris, respinta a maggioranza alla riapertura dei lavori pomeridiani, dopo la sospensione per la mancanza del numero legale.
Astenuti anche Giammarco Surico (gruppo misto), “per sollecitare maggiore attenzione alle esigenze degli operatori agricoli e industriali nelle aree sottoposte a vincoli di protezione ambientale” e AN. “E’ necessario tutelare un sito pluviale della nostra regione - ha detto Nino Marmo - ma va visto in un’ottica che coinvolge diverse regioni interessate dal bacino dell’Ofanto, in un parco nazionale più che regionale. Non siamo contrari alla nascita dell’area protetta, ma siamo dispiaciuti per come nasce”.
Consiglio sospeso. Pregiudiziale sul ddl che istituisce il parco del Fiume Ofanto Avviata e sospesa per un’ora la discussione sull’istituzione del Parco naturale regionale “Fiume Ofanto”. Una coincidenza di tempi (la sospensione era già stata decisa nel corso della conferenza dei capigruppo), ma anche di opportunità politica. Ancora prima infatti dell’avvio della discussione generale sul ddl, le opposizioni (Marmo, Attanasio e Silvestris) hanno posto una pregiudiziale sulle procedure utilizzate che, alla ripresa dei lavori, sarà formalizzata all’Ufficio di presidenza. Sostanzialmente, fanno rilevare i consiglieri di centrodestra, “in questo disegno di legge non c’è alcun richiamo alle norme del Testo unico degli enti locali, redatto nel 2000, testo che invece sovraintende alla sovranità dei Comuni nei propri territori”. Nel caso del parco dell’Ofanto, i comuni interessati all’istituzione del Parco sono undici (Ascoli Satriano, Barletta, Candela, Canosa di Puglia, Cerignola, Margherita di Savoia, Minervino Murge, Rocchetta Sant’Antonio, San Ferdinando di Puglia, Spinazzola e Trinitapoli). Inoltre – ha detto Marmo – “le variazioni agli strumenti urbanistici previste dal ddl, vedrebbero la sovranità dei Comuni assolutamente violata, in quanto l’Ente Parco assorbirebbe dentro di sé anche le funzioni urbanistiche sottraendole di fatto ai Comuni. Noi non siamo contro il Parco – ha concluso Marmo – ma siamo a favore di un Parco che comprenda le attività che da decenni sono in quei luoghi, come ad esempio l’agricoltura. Vogliamo fare un Parco voluto e non un Parco non voluto dalla popolazione”. Sulla pregiudiziale ha risposto l’assessore competente Michele Losappio che ha dato i riferimenti legislativi e procedurali utilizzati nel ddl e cioè la legge 19 del 97 e quella nazionale del 91, la 394. “Con questi riferimenti procedurali – ha detto Losappio – sono stati approvati altri Parchi proprio con la giunta di centro destra presieduta da Distaso”. Altra nota dolente poi, la perimetrazione. 26.900 ettari di cui però – ha spiegato l’assessore – “già 14.000 erano sottoposti a tutela ambientale (zona Sic) mentre altri 10.000 rappresentano il letto del fiume”. Sulla perimetrazione è stato presentato un emendamento del Governo che riduce di 1.500 ettari il Parco.
Chiarelli (PPdT) : “Va rivista la politica dei Parchi adottata dal governo regionale” Il consigliere regionale della Puglia Prima di Tutto, Gianfranco Chiarelli, ha diffuso una nota a seguito della discussione in Aula del ddl di istituzione del Parco naturale del Fiume Ofanto. “Il Fiume Ofanto rappresenta una sommatoria di splendide diversità ed affinità: il grande assortimento di specie viventi presenti e la loro varietà e ricchezza rendono il fiume, da un punto di vista naturalistico, una delle poche aree di rilievo ed un punto essenziale dell’identità storico culturale della Puglia. Ciò nonostante, dopo anni di totale mancanza di controlli e di interventi, lo stato della valle dell’Ofanto si presenta oggi profondamente degradato e deturpato, soprattutto in seguito alla distruzione di boschi secolari, alla lottizzazione abusiva dei terreni demaniali, all’inquinamento delle acque contaminate da reflui di natura urbana, industriale ed agricola, all’occupazione abusiva per scopi agricoli, al furto sistematico di ghiaia. L’istituzione del Parco naturale potrebbe costituire una grande possibilità per ridare a tutta l’area del fiume la sua antica dignità e per restituire alla popolazione un bene ambientale ed economico che le è stato sottratto da un’inaccettabile incuria; potrebbe salvaguardare il territorio e promuovere uno straordinario sviluppo turistico - ambientale. Paradossalmente però accade che nonostante la foce del Fiume sia stata individuata come area SIC - Sito di Importanza Comunitaria - nel 2002 (quindi tutelata e protetta dalla normativa nazionale e comunitaria) e nonostante la costituzione del Parco naturale regionale, in barba a quanto previsto dalle leggi continua la grande cementificazione dell’Ofanto; molte costruzioni sorgono, molte altre sono previste in questo tratto di territorio e si vede in modo inequivocabile che la realizzazione di alcune costruzioni ricadono proprio nell’area SIC. Addirittura sovrapponendo l’area del SIC con quella del nascente Parco, appare inequivocabile come alcune aree di importanza comunitaria siano state stranamente escluse dai confini del Parco, come se le stesse fossero importanti per l’Unione Europea che le ha individuate quali aree protette per salvaguardarne l’habitat e l’ecosistema fluviale, e non lo fossero invece per la Regione Puglia; è lecito auspicare che al parco del Fiume Ofanto, proprio per la coincidenza con l’area SIC, non avvenga quanto avvenuto in passato per gli altri parchi, dove gli interessi particolari hanno prevalso sugli interessi globali di difesa dell’ambiente. Ingiustificato, quindi, l’entusiasmo per la istituzione dell’ennesimo Parco soprattutto in mancanza di una qualsivoglia verifica delle conseguenze concrete che le precedenti istituzioni hanno prodotto sui territori interessati, che non hanno goduto di alcun ritorno e ai quali pure erano stati promessi grandi risultati di valorizzazione del territorio e di crescita economica. In verità tutti i territori ricevono dalla istituzione dei parchi soltanto vincoli opprimenti con buona pace di ogni concreta possibilità di valorizzazione. Degli straordinari interventi pubblici di sostegno promessi all’atto della istituzione dei parchi, al momento non si vede nemmeno l’ombra se non pochi spiccioli (i soliti 50 mila euro, sempre gli stessi a prescindere dalle dimensioni) destinati ad esaurirsi nei costi dei carrozzoni politico – burocratici. Né funziona il tema del richiamo turistico, tenuto conto che il numero infinito di parchi a distanza di pochi chilometri l’uno dall’altro, comporta la negativa conseguenza di diluire e rendere impercettibile il richiamo turistico. Unica conseguenza dell’istituzione dei parchi è la riduzione dei territori in zone sempre più desolate e degradate e la privazione per le aree più turisticamente appetibili della nostra regione di ogni concreta possibilità di sviluppo e valorizzazione, che il pubblico non è in grado di garantire ed il privato impossibilitato a realizzare. Lo stesso Assessore Losappio questa volta si è trovato in difficoltà per la mancanza di reale interesse del territorio all’istituzione del Parco, evidenziata dal fatto che le adesioni dei Sindaci non sono tutte confortate da corrispondenti delibere di Consiglio Comunale e che addirittura i Sindaci dei Comuni di Spinazzola, Canosa e Minervino hanno categoricamente bocciato la proposta. Vi è la necessità di una seria politica del territorio che con equilibrio contemperi le esigenze umane con la difesa della natura. Sulla scorta di queste considerazioni, va rivista la politica dei Parchi adottata dal Governo regionale perché è ormai appurato che l’incremento dei parchi non produce effetti benefici per l’economia, non ferma gli incendi, non limita le devastazioni, che pur continuano senza sosta, non diminuisce le spese che invece aumentano con le cariche ed incarichi che assegna, né soprattutto responsabilizza le amministrazioni locali (province, comuni ed enti di gestione) incapaci ad agire davvero a tutela del sistema ecologico e dell’attuazione delle leggi di salvaguardia naturale”.
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