23/01/2008. SATIRA - NUOVA PUNTATA DELLA RUBRICA "POLLICE TRAVERSO" .
Si parla tanto di paura vera e paura percepita, di povertà vera e povertà percepita. L’unico caso in cui vero e percepito coincidono è dello stipendio o salario: uguali senza alcuna differenza. Figuratevi, anche i più sordi percepiscono gli alti mugugni dei lavoratori in difficoltà.
Vicenda nuovo Anno accademico di Roma con invito al Papa. Nuovo Anno accademico dell’ Università di Bari celebrato a Taranto con Sigillo d’Oro a D’Alema. Dopo tutto il can can di questi giorni perché le aperture dell’anno accademico non tornano ad essere come in anni non tanto lontani? Relazioni del Rettore, delle altre componenti accademiche, studentesche ed amministrative e chiusura con lectio magistralis di un docente di fama? Mah, valli a capire. Altro che accusare gli studenti “fuori corso”, dar loro del fannullone; mi sa che sono invece “fuori corso” della realtà certe decisioni dei Senati accademici.
Ora vogliono termovalorizzatori dovunque per smaltire e bruciare le montagne di rifiuti non solo napoletani. D’accordo, ma perché non ci preoccupiamo della nostra inamovibile classe politica che non favorisce un ricambio generazionale, il riconoscimento del merito, tanti giovani di valore? Come li vogliamo chiamare questi signori? Direi “fermo valorizzatori”. Cioè stop alla valorizzazione dei migliori.
A Bari, per settimane, niente posta a molti abitanti dei quartieri Carrassi, Picone e Poggiofranco. Come risponde Poste Italiane alle giuste proteste dei cittadini? Non da ente privatizzato qual è, tenuto ad offrire ed assicurare in regime di concorrenza un servizio continuo ed efficiente: No, come se fossero le Poste di Roccapizzopapera di Sotto: “Manca un postino, altri due sono ammalati, altri sono in ferie, la neve a Bari ha creato problemi di trasporto”. E via piatendo scuse, chiedendo assurde non dovute comprensioni e assoluzioni. Egregio Direttore, in che razza di Paese stiamo vivendo?
Fra poco partirà il Grande Carnevale delle celebrazioni per il quarantesimo anniversario del Sessantotto: un evento che ha prodotto tante novità, non sempre con effetti positivi, nella vita di noi tutti. Forse il modo migliore per ricordare alcuni affermati e premiati protagonisti di quella stagione effervescente sarebbe riprendere un aforisma di Leo Longanesi: “Tutte le rivoluzioni cominciano per strada e finiscono a tavola”.
Per fortuna la richiesta è rientrata. Però ci vuole davvero un bel coraggio mentre continuano a montare le proteste per gli alti costi della politica, mentre avanza dovunque la proposta di abolire le Provincie (un’idea non di oggi che risale ad oltre trent’anni fa quando nacquero le Regioni a statuto ordinario) mentre tanti non riescono ad arrivare alla fine del mese chiedere un aumento del già sostanzioso stipendio come avevano fatto i consiglieri della Provincia di Bari. E pensare che ai tempi della vituperata Prima Repubblica i consiglieri provinciali non avevano stipendio né lo reclamavano. Esercitavano tutti una professione. Ne vogliamo ricordare alcuni? Vitantonio Lozupone ingegnere, Matteo Fantasia, Giovanni Palumbo, Pietro Mezzapesa, Pietro Pepe, Maria Miccolis presidi e docenti di scuole medie superiori; Nicola Damiani, Giuseppe Petrelli, Franco Nacci, Antonio Pansini primari e medici ospedalieri; Gianvito Mastroleo ed Ettore Bucciero avvocati liberi professionisti, il commercialista Pietro Carbonara, il giornalista Franco Sorrentino. E mi scuso con altri consiglieri di allora se i nomi non mi tornano in mente. Meditate, meditate consiglieri provinciali di oggi.
Quante cittadinanze onorarie ha conferito il Sindaco Emiliano in questi suoi anni al Comune di Bari? Tante. Ed ai baresi dei quartieri dove pesa come una cappa di piombo la puzza dei cassonetti bruciati e l’altra dei depuratori? La cittadinanza odoraria?
Brucia ai tifosi napoletani il 5 a 2 subito a San Siro. Complice del successo milanista il giovanissimo Pato. Nella gara di ritorno al San Paolo i napoletani lo accoglieranno con un fragoroso applauso a modo loro: Pato con un Peto.
Centenario del Bari Calcio. Quanta nostalgia vedendo scorrere le immagini del vecchio stadio accanto alla Fiera del Levante. Forse perché si chiama Stadio della Vittoria, quella vittoria che ci manca non ricordo più da quando?
Perché non facciamo una Fiera del Levante a Gerusalemme? Lo hanno proposto durante una manifestazione alla Campionaria. Giusto, per una Fiera con i suoi muri cadenti, a pezzi (andate a vedere), davvero un pianto. Giusto allora una Fiera accanto al Muro del Pianto.
Allora come lo dipingiamo all’esterno il nuovo Teatro Petruzzelli ? C’è chi lo vuole di un rosso tenue (un Rossini?), chi invece d’un rosso ardente (tipo “di quella pira?”), chi infine d’un verdino forse in omaggio a Verdi?. Meglio che decida il Sindaco: lui che le sta combinando di tutti i colori sì che se ne intende.
Altra brillante idea la pista ciclabile lungo viale Unità d’Italia, dal cavalcavia di corso Cavour a Largo 2 giugno. Un percorso ideale per i ciclisti che potranno prendere continue boccate di aria fresca alla “ci-o-due”.
Con quale faccia si schierano ora in difesa di Benedetto XVI i “nipoti” politici di coloro che alla vigilia del 18 aprile 1948 si battevano per la vittoria del Blocco socialcomunista di Nenni e Togliatti? Quei politici di sessant’anni, fa sudditi di Stalin, il Piccolo Padre che si rivolgeva sprezzante verso la Chiesa di Roma, contro il Papa Pio XII?.
Allora dopo l’ultimo terremoto politico, è finita con l’UDEUR nel Governo? E’ tramontato il connubio Falce e Mastella? Per dirla con Hemingway “per chi suonerà adesso la Campania?”
Il Bari Calcio di male in peggio. Dopo il Lecce e l’Avellino di nuovo sconfitto in casa dal Chievo pochi giorni dopo la Festa del Centenario. Ma qui a Bari siamo noi a fare la Festa o sono le squadre avversarie a farci la festa?
"ti criticheranno sempre..
parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere cosi come sei!
Quindi vivi…..
fai quello che ti dice il cuore…..
la vita è come un’ opera di teatro, che non ha prove iniziali….
canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l'opera finisca senza applausi..."
Charlie Chaplin
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