· CANNE DELLA BATTAGLIA, PROSEGUE IL CONTRASTO ARCHEOLOGIA-AGRICOLTURASulla spinosa perimetrazione del Parco dell’Ofanto nella zona di Canne della Battaglia oggi al centro del dibattito, la protesta (finora solo verbale) degli agricoltori va presa seriamente in considerazione. Ma ai vari esponenti del mondo contadino, finora avvicendatisi nelle loro dichiarazioni alla Gazzetta, va ricordato che nomi quali “Casalonga” e “Antenisi” evocano da sempre altri grandi fatti storici del nostro passato, non solo riconducibili alla grande e famosa battaglia annibalica di Canne del 216 avanti Cristo combattuta nella piana dell’Ofanto.
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L'intervento di Nino Vinella sulla Gazzetta del Nord Barese· I COMUNI RISPONDONO: INCONTRI CON GLI AGRICOLTORI A CANOSA E BARLETTAParco dell’Ofanto: dopo le proteste dei giorni scorsi, due Comuni rispondono alle richieste degli agricoltori che contestano la attuale perimetrazione del Parco. Una protesta che arriva dall’intera categoria e da tutti i paesi interessati. Secondo gli agricoltori è eccessiva dell’area protetta disegnata con l’ultima perimetrazione, molto lontana da quella originaria prevista dalla prima bozza di parco nazionale, poi naufragato. Un’area troppo ampia di terreno agricolo di grande pregio finirebbe con l’essere sottoposta a vincoli particolari e che rischia di essere per questo svalutata.
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Paolo Pinnelli sulla Gazzetta del Nord BareseLeggi il comunicato ufficiale sull'incontro fra Comune di Barletta e Associazioni agricole · PARCO DELL’OFANTO TROPPO AMPIO«L'istituzione del Parco Regionale “Fiume Ofanto” ha fatto ulteriormente aumentare il territorio protetto facendo raggiungere valori insostenibili, sia a livello regionale (41,3%), che per la Provincia di Bari (45,4%)». È una delle conclusioni della perizia del dr. Francesco Tangorra a corredo del ricorso presentato al Tribunale amministrativo regionale dalla sezione pugliese della Federazione Italiana Caccia, che ha impugnato il diniego della Provincia ad una battuta di cinghiale nel Parco dell’Ofanto di recente istituzione. Si sarebbe dinanzi alla violazione dei parametri previsti dalla legge regionale 27/'98 per cui l’area pugliese e della provincia di Bari interdette all’attività venatoria non deve superare il 30% dell’intero territorio agro-silvo-pastorale.
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Antonello Norscia sulla Gazzetta del Nord Barese