Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto
Iscritto in data 25/1/2007 al n. 3/07 del Registro dei giornali e periodici presso il Tribunale di Trani. Proprietario ed editore: Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia - Barletta (BT)
02/09/2005. Barletta città d'arte? Una questione da approfondire. .
Eccolo qua il primo vero derby della Sesta Provincia, niente meno su «Barletta città d'arte», che si disputa infatti fra tesserati Confesercenti: da una parte Sabino Montaruli, responsabile di Andria dell'associazione, dall'altra Santa Scommegna, ex segretaria della medesima organizzazione per Barletta. A quanto leggiamo, i toni di entrambi non sono certo da educande. Conosco entrambi da tempo. Sabino Montaruli lo frequento nel Patto territoriale, dove siamo esponenti dei soggetti storicamente fondatori, noi del Comitato nel Terzo settore, e la Confesercenti fra le maggiori e più rappresentative associazioni di categoria. Di Santa Scommegna, attuale dirigente comunale a contratto per le attività produttive, posso ricordare alcune tappe della carriera, esordiente prima nel suo sindacato (autentica fucina di talenti, visto che ha prodotto nella propria scuola Franco Filannino, oggi patron di Assoimprese, dunque transfuga) e poi più direttamente in politica, dove Santa si è spesa nel 1996 come vicesindaco in quota Democratici di sinistra nell'amministrazione guidata dall'ex dc Ruggiero Dimiccoli. I due, Montaruli e la Scommegna, entrambi reduci da numerose schermaglie interne alla Confesercenti in ruoli diversi ma che li riguardano molto da vicino, si fronteggiano ora su un palcoscenico che non è affatto estivo ma può incidere nel vissuto cittadino nostro, cioè dell'avvenuta certificazione regionale di Barletta come città d'arte per incentivare il commercio. Mentre tacciono tutte le altre sigle di categoria (come mai?) e le oltre duecento associazioni culturali e turistiche censite nell'Albo comunale delle associazioni, oltre a determinate cooperative che avrebbero dovuto dire la loro ma se ne stanno nascoste per paura o sospetto reciproco, Montaruli afferma che la delibera regionale si è fatta a favore della grande distribuzione (Ipercoop adesso e domani un altro grande gruppo?) mentre Santa Scommegna afferma il contrario. Io francamente credo di più a Montaruli. Barletta città d'arte? Disfida all'acqua e sapone, scavi di via Vitrani pieni di erbacce, castello off-limits nelle sere d'estate (a parte la rassegna cinema), le cento chiese in balìa di se stesse, Canne della Battaglia chiusa al pubblico di sera? Non basta infatti consentire aperture particolari degli esercizi commerciali per «promuovere» le bellezze artistiche, storiche e culturali di Barletta. I negozianti devono pensare a vendere, non a fare quella promozione turistica che ad altri compete. Inviterei Santa Scommegna, uscendo dall'ex Banca d'Italia in corso Cavour, a controllare per esempio se lo Iat (ufficio assistenza turistica) sia aperto quando serve al turista, magari la domenica. E ancor prima di divulgare trionfalistici comunicati-stampa spendendo strumentalisticamente anche il nome del sito archeologico di Canne della Battaglia, inviterei Santa Scommegna a raccordarsi con la collega dirigente ai beni culturali ed a farsi spiegare proprio da lei come mai, per i quattro concerti organizzati sulla Cittadella, sia stata proibita con comunicazione interna riservata la vendita e la somministrazione di alimenti, salvo consentirla ad un giovanotto titolare di licenza per triciclo a motore (pagato col prestito d'onore dell'agenzia sviluppo Italia) proprio in extremis per qualche bibita dell'ultima ora! Soprintendenza dove sei? Dopo tanti forum pubblici usa-e-getta convocati per fare «ammuina» senza risultati pratici, fa piacere che finalmente le attività produttive siano appaiate ai beni ed alle attività culturali, ma non devono diventare il «copia-incolla» per i dirigenti di turno di progetti e proposte che sono stati concepiti e messi in circolo da altri. Come per il Piano strategico territoriale, dove nella scheda relativa a Canne della Battaglia ed al suo territorio abbiamo riletto la sommatoria di tutte le proposte presentate dal Comitato ed altri soggetti culturalmente (e per proprio statuto registrato a mani notaio) competenti in materia nel corso degli ultimi anni, opportunisticamente riciclate ad uso e consumo di chi doveva giustificare il plafond finanziario per la stampa di un voluminoso rapporto finale e spudoratamente poi chiedere a noi del Comitato se volevamo continuare a dare la massima disponibilità (gratuita s'intende, col Comune a secco) anche dopo, ma con tanto di «lettera d'intenti» da firmare apposta. Ma s'è proprio rovesciato il mondo?
Nino Vinella Presidente del Comitato italiano pro Canne della Battaglia - Barletta