Un volume, una mostra permanente e un catalogo a testimonianza dell’antica amicizia e delle relazioni culturali ed economiche avvenute tra la Puglia e l’Albania nei primi cinquant’anni del novecento. Un’indagine a tutto campo sul ruolo straordinario che la Puglia ha avuto, non solo per l’indipendenza dell’Albania avvenuta nel 1913, ma anche per la sua ricostruzione post bellica. La ricerca, condotta dall’Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea, dalla Fondazione Gramsci e dall’Archivio centrale della repubblica dell’Albania, ha prodotto dunque il volume “Puglia ed Albania nel Novecento” (Besa editrice) e la mostra “Tra Puglia ed Albania” (Edizioni dal Sud) con relativo catalogo. Alla presentazione e inaugurazione ufficiale questa mattina, il presidente del Consiglio regionale Pietro Pepe, l’assessore al Mediterraneo Silvia Godelli, il direttore dell’Ipsaic, Vito Antonio Leuzzi e il console generale della Repubblica d’Albania, Artur Shehu.
“Un incontro ufficiale tra il consiglio regionale e il governo albanese che ha una valenza straordinaria – ha sottolineato il presidente Pepe – perchè rappresenta una rinnovata volontà di saldare ancora di più la relazione di amicizia tra i due popoli. È una ricerca ricca, approfondita e inedita che mette in luce l’antichità dei rapporti con l’Albania e il ruolo straordinariamente importante che ha avuto non solo la Puglia nel suo complesso, ma anche la stampa e l’informazione, in particolare il Corriere delle Puglie e la Gazzetta del Mezzogiorno”. Il saluto ufficiale del governo albanese è stato portato dal console albanese che ha sottolineato con soddisfazione “la nuova fase di avvicinamento e di rinnovata amicizia tra i due popoli” pur stigmatizzando ancora “lo scarso interesse dei media” nei confronti del suo Paese. Poi, il console ha ringraziato il presidente Pepe e l’assessore Godelli “vecchi amici di famiglia dell’Albania” e in particolare ha voluto ringraziare tutta la società pugliese per l’accoglienza data nel 1990 agli immigrati albanesi.
Ma la vera novità del lungo lavoro realizzato in sintonia e in cooperazione con molti studiosi italiani e albanesi è stata sottolineata dal direttore dell’Ipsaic, Leuzzi, e cioè un prezioso carteggio, fino ad ora, mai reso pubblico che testimonia il ruolo straordinario che gli italiani hanno avuto nella ricostruzione del paese delle Aquile. Decine e decine di migliaia di lettere, censurate e inedite, scritte ai propri familiari ma mai giunte a destinazione, da militari e civili italiani bloccati, per le vicende post belliche, in Albania dal 1943 al 1948. Un aspetto inedito questo che arricchisce la già ricca storia di relazioni tra le due sponde dell’adriatico. Un mare che, come ha sottolineato l’assessore al Mediterraneo Silvia Godelli “prima divideva ma che oggi è stretto a tal punto che non possiamo che considerarlo un mare che unisce”.
L’assessore ha poi parlato di come la giunta regionale abbia di fatto rianimato il programma Interreg in Albania, ormai sull’orlo della tomba, e di quante decine di milioni siano stati investiti. La Godelli ha anche annunciato che nella nuova programmazione europea la regione Puglia e il suo assessorato gestiranno un progetto strategico in accordo con il governo albanese. All’inaugurazione anche Nevila Nika, direttrice dell’Archivio Centrale della Repubblica di Albania e Franco Botta dell’Università degli Studi di Bari.
Le iniziative sono a cura di Giulio Esposito, Vito Antonio Leuzzi e Nevila Nika e rientrano nel progetto BiblioDoc-Inn, il programma di iniziativa comunitaria di cui è capofila “Teca del Mediterraneo”, la Biblioteca multimediale e centro di documentazione del Consiglio regionale.
Il comunicato ufficiale