Il Consigliere regionale di AN, Nino Marmo, ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al presidente della Regione, Nichi Vendola, nella quale chiede, insieme alla relativa documentazione, “se risulta vero che le Conferenze di servizi per l’avvio dell’iter istitutivo del Parco Regionale dell’Ofanto si sono tenute senza la presenza dei rappresentanti dei Comuni interessati e della maggior parte delle Organizzazioni di Categoria; se è vero che la cartografia del Parco è stata redatta utilizzando mappe cartografiche non aggiornate, in scala non adeguata, senza i necessari sopralluoghi e studi in loco propedeutici e necessari alla ricognizione delle reali emergenze ambientali insistenti sul territorio e con criteri fuori da ogni regola; se intendono, sulla scorta di quanto denunciato dai Comuni e dagli agricoltori, rivedere i confini del Parco attraverso la modifica immediata della Legge Regionale n. 37 del 14.12.2007”.
Marmo premette “che già con la pubblicazione, sul BURP n. 101 del 17 luglio 2007, del DDL del 21 maggio 2007 approvato dalla Giunta Regionale ed avente per oggetto “Istituzione del Parco Regionale del Fiume Ofanto” erano stati applicati immediatamente i vincoli previsti dall’art. 8 della L.R. 19/97 su tutta l’area delimitata; che i Sindaci dei Comuni Canosa di Puglia, Minervino Murge e Spinazzola - non condividendo l’impostazione della norma che prevedeva la nascita di un “Parco Naturale Regionale”, e non come originariamente previsto di un “Parco Nazionale” in considerazione del sistema idro-fluviale interregionale del fiume Ofanto che attraversa Campania, Basilicata e Puglia, avevano chiesto, in una nota a firma congiunta (prot. 27803 del 14.09.2007), la sospensione dell’iter procedurale del DDL e delle limitazioni già poste ai sensi dell’art. 8 della L.R. n. 19/97; che la Presidenza della Giunta Regionale e l’Assessorato all’Ambiente, destinatari della sopradetta nota a firma dei Sindaci dei Comuni Canosa di Puglia, Minervino Murge e Spinazzola, non hanno mai dato risposta”.
Il Consigliere di AN evidenzia quindi che “si è avuta notizia che tutte le Conferenze di servizi convocate per avviare l’iter istitutivo del Parco ha visto l’esclusione dei Comuni interessati e delle Organizzazioni di Categoria; che, pertanto, la sovranità del Comune è stata violata in considerazione che la Regione decide di intervenire senza avere il concorde parere dei Consigli Comunali. Non risulta adottata, infatti, alcuna delibera di adesione da parte di questi; che la cartografia del Parco è stata redatta utilizzando mappe cartografiche non aggiornate, in scala non adeguata, senza i necessari sopralluoghi e studi in loco propedeutici e necessari alla ricognizione delle reali emergenze ambientali insistenti sul territorio e con criteri fuori da ogni regola se si tiene presente che: il fiume Ofanto ha la sua riva in Puglia delimitata a Parco, mentre non lo è lriva frontaliera in Basilicata; un ramo della diga del Locone cade in Basilicata, però i confini del Parco vengono individuati al centro delle acque; l’ impossibilità di controllare l’inquinamento prodotto dalla Campania e dalla Basilicata, essendo in Puglia la parte terminale del sistema fluviale dell’Ofanto”.
Visti questi gravissimi limiti delle procedure e delle scelte effettuate, Marmo ha presentato anche una proposta di legge che dispone l’immediata sospensione di ogni effetto di un’istituzione di un Parco naturale tanto clamorosamente inficiata.
Il comunicato-ufficiale La Gazzetta del Nord Barese