Torna alla luce una costruzione di epoca romana durante una campagna di scavi dell'università
E a Minervino i periti confermano: «Quelle grotte sono bellissime»L'edificio, molto grande, sorge sulla via che dall'antica Silvium (Gravina) portava a Venusia (Venosa). Recuperati anche importanti reperti: nelle intenzioni del sindaco Saraceno c'è la realizzazione di un museo archeologico.
Spinazzola - Riaffiorano dopo ventuno secoli le rovine di un grande villa romana. E' questa la prima sensazionale scoperta dagli scavi condotti in località Santissima in agro di Spinazzola, da Maria Luisa Marchi docente di Topografia dell'Italia Antica presso l'Università di Foggia. Il supporto è assicurato da Giorgia Leoni e Valentina Di Stefano dell'Università di Roma e degli allievi dell'università di Foggia, i quali continuano a riportare alla luce le mura dell'antico edificio in quello che è per loro uno scavo didattico. Precedenti indagini condotte negli Anni '90 per il progetto «Forma Italiae-Carta archeologica d'Italia», dirette dal professore Sommella dell'Università degli Studi La Sapienza di Roma, avevano permesso di evidenziare un'ampia area con presenze archeologiche relative all'età preromana. La mancanza di finanziamenti non aveva reso possibile l'inizio di saggi che potessero rilevare l'entità e la specificità del sito. «La nuova ricerca - spiega la dott. Marchi - è orientata alla scoperta di un insediamento situato sulla collina della Santissima in agro Spinazzola, pur inserito in un contesto amministrativo pugliese, il quale rientra in un ambito storico culturale riconducibile al comprensorio venosino. La finalità è quella di ricostruire il paesaggio e il sistema di occupazione del territorio e la forma urbana della colonia di Venusia, fondata nel 291 a.C. nel quadro dell'irradiamento romano nell'Italia Meridionale, durante il conflitto sannitico». «L'evoluzione abitativa del luogo - continua a spiegare la dott. Marchi - parte dal primo secolo della Repubblica dove si evolve come villa e non è escluso che ci si possa trovare anche in presenza di un villaggio. Questo perlomeno si deduce da una prima ricognizione di superficie. Siamo su di un area di estremo interesse, dove abbiamo rilevato vari oggetti, frammenti di piccole ceramiche, mosaici, su tutto il pianoro, ora depositati presso il Comune». L'entusiasmo che si percepisce in tutto il gruppo di ricerca è forte. Spinazzola riscrive la sua storia con una testimonianza architettonica inusitata. Infatti, pur essendo numerosi i siti di epoca romana rinvenuti sul territorio, quello di Spinazzola risulta essere molto ampio. Il pianoro della Santissima è dominante su l'intersezione di due depressione collinari coperti di folta vegetazione e con lo sguardo si osserva gran parte di tutto il territorio, da una parte le Murge, dall'altra la Basilicata. Quasi una posizione strategica sulla via che conduceva dall'antica «Silvium» l'antica Gravina a «Venusia» l'antica Venosa. Il dato certo, osservando la grandezza dell'insediamento rinvenuto, si ha la consapevolezza che se si avrà l'opportunità di riportare alla luce l'intero insediamento, storia e opportunità della città cambieranno.
Cosimo ForinaSPINAZZOLA «Una grande e straordinaria scoperta scientifica e ambientale, una opportunità per tutto il territorio». E' stata questa l'immediata reazione del presidente della Comunità Montana Barese Nord Occidentale, Guido Guidone, alla notizia della scoperta delle sei grotte carsiche in località «Porcile» nel territorio di Minervino Murge sulla strada che porta a Spinazzola. Sottolinea Guidone: «Le informazioni che ho acquisito sino a questo momento, fanno pensare, così come è stato sottolineato dai tecnici intervenuti in loco, che si aprono molte aspettative per tutto l'altopiano murgiano. Alle bellezze di superficie che sono proprie del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, pseudo steppa mediterranea, jazzi, masserie, muretti a secco, fauna e flora significamene importante, si aggiungono su questo versante murgiano, le grotte scoperte a Minervino.Tutto questo non potrà che portare un incrementano dell'interesse dei luoghi sotto l'aspetto turistico». Guido Guidone ricorda il sostegno delle iniziative, tante in verità, prodotte dalla Comunità Montana a favore del territorio, non ultime quelle delle escursioni sul promontorio organizzate per la prima volta dalla pro-loco di Spinazzola. «In quella occasione, ricorda Guidone, insistevo, avendo piacevolmente partecipato alla esperienza proposta dalla Pro-loco di Spinazzola, sulla necessità di stimolare tutti a renderci protagonisti della valorizzazione del patrimonio ambientale che purtroppo poco conosciamo nella sua interezza. In queste ore penso all'idea didattica per studenti della scuola dell'obbligo e dell'università, nonché anche dei turisti che le grotte di Minervino rappresentano così come è stato sottolineato nella relazione di Erwan Gueguen scienziato dell'istituto di metodologia per l'analisi ambientale del Cnr. Affascinante anche la sua proposta su un l'istituzione di un parco geologico». Conclude il presidente della Comunità Montana: «Certo siamo agli albori di una nuova descrizione della storia del territorio, la prudenza necessaria è dettata dal rispetto e dalle aspettative dei dati scientifici. Ciò invita a non essere solo preda del proprio entusiasmo, dirsi però gioiosi di questa scoperta certamente non toglie nulla alla misurato controllo e ci permette di guardare al futuro del territorio con maggiore ottimismo».
Cosimo ForinaSpinazzola «La scoperta della villa romana è l'inizio di una grande storia archeologica per Spinazzola». Ad affermarlo è il sindaco Savino Saraceno accompagnando i rappresentanti della stampa nella località dove è in corso la campagna di scavi condotti dalla dott. Maria Luisa Marchi. Assicura Saraceno: «Spinazzola conosceva l'esistenza di questo insediamento, ne aveva memoria. L'amministrazione comunale si è impegnata e si impegnerà grazie al fattivo contributo della consigliere comunale Livia Di Giulio e al supporto scientifico della dott. Marchi e della dott. Canosa della sovrintendenza, al fine di rendere quel ricordo una consapevole conoscenza del territorio. Ci troviamo all'inizio di un percorso importante per la città. Abbiamo in mente anche di estendere la ricerca in altre località, come quelle di Casalvecchio. Già recentemente altri scavi che ricostruiscono la storia del territorio di Spinazzola erano stati condotti in località Grottelline e in quella dove sussiste il santuario dedicato alla Madonna del Bosco. Saggi che hanno rilevato scoperte di notevole interesse». Il sindaco sottolinea che negli accordi intercorsi con la sovrintendenza gli eventuali ritrovamenti che potrebbero favorire la realizzazione di un museo, saranno custoditi direttamente a Spinazzola. Una affermazione importante, perché spesso al fine di garantire la custodia dei reperti la sovrintendenza avoca a se questa scelta, portando via dalle città parte del suo patrimonio storico. Saraceno non nasconde la sua piena soddisfazione nella scoperta archeologica in atto. La sua determinazione nel favorire la ricerca è finalizzata ad accrescere i beni cittadini. Le testimonianze di insediamenti su molte aree del paese, diverse per epoche, oltre alla valenza storica hanno quella della crescita come opportunità. L'insediamento romano della «Santissima» è tra i più rilevanti ad oggi riportato alla luce. Le ulteriori aspettative? Saraceno non ha dubbi: «Spinazzola grazie alla sua storia, spesso ignorata, guarda al futuro offrendosi positivamente».
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