Comune di Canosa di Puglia
Ufficio Stampa
Comunicato Stampa
19 settembre 2005“Il mondo è sempre più globale e l’economia sempre più globalizzata. Questo significa grandi opportunità ed allo stesso tempo crisi quasi irreversibili per interi comparti. Certo, molto dipende anche dalla capacità di tutti gli attori interessati a non farsi cogliere impreparati.
Negli anni passati l’immaginario collettivo ipotizzava che la globalizzazione portasse all’ aumento del fatturato e del volume di affari in quasi tutti i settori economici. Erano pressoché rare o inesistenti le voci di chi cercava di spiegare che bisognava prepararsi alle imminenti economie investendo nell’innovazione, nella tecnologia e nella formazione delle risorse umane altrimenti ci si sarebbe ritrovati travolti dalle novità e con poche possibilità di recuperare il terreno perduto.
La crisi degli ultimi anni sia nel settore manifatturiero (cosiddetto TAC) che delle piccole medie imprese artigianali e commerciali, ma soprattutto nell’agricoltura che per noi rappresenta il settore primario, ha dimostrato che il nostro territorio nella sua stragrande maggioranza ne è rimasto travolto. Ed è proprio da quest’ultima che bisogna ripartire.
Il volume di affari che produce, la quantità delle risorse umane assorbite e la struttura culturale delle nostre popolazioni sono una serie di fattori fondamentali che ci induce a credere che il nostro principale punto di forza dell’economia è costituito proprio dall’agricoltura.
Parlo di una agricoltura nuova, fatta non di egoismi esasperati e caratterizzata solo dalla quantità prodotta, ma al contrario, contraddistinta dalla cooperazione e dalla qualità dei prodotti.
Parlo di un mondo agricolo pronto a soddisfare l’esigenza della produzione, della trasformazione e della commercializzazione ma legata anche e soprattutto allo sviluppo paesaggistico del territorio e che possa così contribuire ad aumentare le potenzialità di un sano turismo sempre più richiesto e sempre più difficile da imitare.
E’ necessario che si accettino le nuove competizioni, investendo in quelle attività tipiche del nostro territorio che nessuno potrà mai riprodurre in virtù delle condizioni esogene che la collocazione geografica gli ha riservato: l’agricoltura ed il turismo che di per sé possono determinare lo sviluppo del cosiddetto indotto rappresentato da tutta un’altra serie di attività”.
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Maria Rosaria Di Chio
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