07/05/2008. BARI - ALLA SCOPERTA DELLA "VIA APPIA" D'ORIENTE .
Un progetto di cooperazione finanziato dalla Regione Puglia e gestito dall’Istituto agronomico mediterraneo (Iam) di Bari per rivalutare un antico asse viario in Medioriente tra Libano e Siria BEIRUT – Alla scoperta della Via Appia d’Oriente, il tratto libano-siriano dell’antica via romana che dall’antico porto fenicio di Byblos (Jbeil), attraverso la città monumentale di Baalbeck nella valle della Bekaa, conduceva fino all’oasi siriana di Palmyra: una iniziativa per lanciare il progetto di sviluppo della regione libanese di Jbeil e Baalbeck, finanziato dalla Cooperazione italiana e dalla Regione Puglia e gestito dall’Istituto agronomico mediterraneo (Iam) di Bari. Con questo intento si svolge oggi un’escursione, a cui partecipa anche l’ambasciatore d’Italia a Beirut Gabriele Checchia, su un tratto del troncone orientale della 'Longarum Regina Viarum' (la regina delle lunghe distanze), da Jbeil fino alle rovine romane di Mashnaqa e Yanuh. Il progetto, patrocinato dal ministero della agricoltura e dal Centro nazionale per la ricerca scientifica libanesi, si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni locali per una valorizzazione dell’antico percorso, oggi in larga parte in disuso. Per Marco Cursel, direttore del progetto Tercom dello Iam di Bari, «l'obiettivo dell’iniziativa è anche quello di rivitalizzare i tradizionali legami storici che da sempre uniscono le genti delle due sponde del Mediterraneo», mentre per Raphael Sfeir, rappresentante del Gruppo d’azione libanese 'Via Appia-Byblos', «è un modo per richiamare i turisti e gli abitanti della regione di Jbeil a tornare a frequentare i siti turistici e i luoghi della produzione artigianale e agro-alimentare che nei secoli sono sorti lungo la via Appia d’Oriente».
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno on the web 3/5/2008
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