Le sintesi ufficiali degli interventi di Vendola, Pepe, Maniglio, Palese, Ruocco, Potì e del Prof. De Siervo
Le conclusioni del presidente della Giunta regionale, Nichi Vendola “Quella della Costituzione - ha detto il presidente della Regione, Nichi Vendola, concludendo con un intervento ‘a braccio’ la cerimonia solenne in Consiglio regionale – è una storia che non è alle nostre spalle, ma sulle nostre spalle. La Carta fondamentale del nostro Paese ci chiede uno sforzo civile e culturale di grande momento”.
“E’ nata in un’Europa distrutta: 50 milioni di morti in una lunga stagione di fuoco, cominciata a Sarajevo e finita sulle rovine di Stalingrad, passando per i lager, le leggi razziali e le dittature. È nata in in’Italia umiliata, povera, ma anche carica di entusiasmi, vogliosa di ricostruire e fondare i principi di una democrazia compiuta. Il dibattito nella Costituente è stato straordinario per la varietà dei protagonisti.
>>>La sintesi dell’intervento del presidente del Consiglio regionale, Pietro Pepe“La Costituzione rappresenta la Tavola dei valori e dei principi, dei diritti e dei doveri su cui fonda il sentimento del bene comune. Ci unisce tutti, perché nella Costituzione e con la Costituzione sono state sanate e superate le fratture della società italiana prodotte dalla dittatura e dal fascismo. Dinanzi alle tante sterili polemiche del nostro tempo, che tanto arroventano la Politica, si comprende il miracolo a cui diedero forma uomini di ideologie e orientamenti diversi - comunisti, democristiani, socialisti, liberali e azionisti - che mettendo da parte le proprie visioni del mondo, si gettarono nell’impresa titanica di ricostruire, attraverso la Costituzione, il patto fondativo della Nazione e della Patria.
>>>La sintesi dell’intervento del capogruppo del Partito Democratico, Antonio ManiglioL’approvazione e l’entrata in vigore della Costituzione, di cui ricorre il 60° anniversario, ci riportano indietro nel tempo. A quelle immagini in bianco e nero di un’Italia gioiosa perché finalmente libera, di italiani festanti ed entusiasti perché, dopo il buio, riassaporavano il gusto della libertà e intravedevano un futuro migliore.
Sessant’anni nella storia di un popolo sono un granello di sabbia e quel mondo da cui nacque la Costituzione oggi non c’è più.
Il nuovo contesto mondiale, che chiamiamo globalizzazione, ci pone domande inedite che hanno a che fare con le nostre paure e le nostre insicurezze e annebbiano di nuovo la prospettiva del futuro.
>>>La sintesi dell’intervento del presidente del gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Rocco Palese“Sono trascorsi sessant’anni dall’approvazione della Carta Costituzionale ma essa conserva tutta intera la sua forza di ispiratrice di una nazione democratica. Non sfugge a nessun cittadino che si avvicina alla sua lettura la considerazione che essa fu approvata quasi all’unanimità, con soli sessantadue voti contrari. Due culture certamente contrapposte quali quella cattolica e quella comunista vollero fondere in un unico documento principi concordati: per giungere a tale risultato sia gli uni che gli altri rinunziarono a convincimenti profondi e vollero disegnare uno stato laico, ma intriso dei valori universali, propri del mondo cattolico. Come non riconoscere oggi l’attualità e la forza della nostra Carta Costituzionale?”
>>>La sintesi dell’intervento del capogruppo di Alleanza Nazionale, Roberto Ruocco “Un’Assemblea legislativa, qual è il Consiglio Regionale, non può esimersi dal riflettere su quel che della Costituzione è stato attuato o disatteso, quel che è ormai inattuale e quel che va eventualmente rivisitato. Il Legislatore costituente, anche attraverso gli interventi di coloro che, all’epoca e poi, saranno destinati ad essere primi attori della vita politica italiana (Togliatti, Moro, Dossetti) si pose il problema se il suffragio universale, se le libere elezioni dei rappresentanti nelle Istituzioni potessero essere elemento sufficiente per l’attuazione della sovranità popolare, di una democrazia rappresentativa matura e compiuta.
>>>La sintesi dell’intervento del capogruppo dei Socialisti Autonomisti, Vittorio Potì “Voglio innanzitutto ricordare che l’Assemblea Costituente è stata la prima assemblea democratica dello Stato unitario Italiano eletta a suffragio universale. In un solo anno e mezzo quell’Assemblea seppe dare al Paese un testo costituzionale che può ancora oggi ritenersi, almeno nella prima parte, il più liberale, democratico e socialmente avanzato che l’Occidente abbia conosciuto. Vi riuscì trovando un compromesso alto, tanto più apprezzabile se si tiene conto delle diverse concezioni del mondo che caratterizzavano le tre culture: la socialcomunista, la cattolica e la liberale.
>>> La sintesi dell’intervento del professor Ugo De Siervo, docente all’Università di Firenze e giudice della Corte Costituzionale“Innanzitutto occorre considerare la funzione ineliminabile che le costituzioni hanno assunto negli Stati contemporanei come condivise ‘regole del gioco’. Le costituzioni finiscono, proprio per la loro funzione di norme di convivenza fra tanti e diversi soggetti, e sono ricostruite solo in momenti di estrema difficoltà per la comunità, allorché si verifica un distacco incolmabile dal precedente patto di convivenza. Come ebbe a dire il giovane Aldo Moro: ‘nei momenti duri e tragici sorgono le Costituzioni, e portano di questa lotta dalla quale emergono il segno caratteristico’. La nostra Costituzione ha attinto dalle durissime lezioni della storia, di cui tutti erano freschi ed attoniti testimoni, ed il conseguente forte senso di responsabilità verso il paese e le persone tutte riuscì a vincere ideologismi e spinte settarie, inducendo le migliori classi politiche al tentativo di costruire insieme le fondamenta della casa comune.
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