Conferenza sulla sicurezza alimentare mondiale
Sicurezza alimentare, cambiamenti climatici e bioenergie: questi i temi della Conferenza di alto livello che si terrà a Roma dal 3 al 5 giugno, organizzata dalla FAO in collaborazione con il Gruppo consultivo per la ricerca internazionale sull'agricolatura (CGIAR), il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD) e il Programma alimentare mondiale (WFP). Capi di Stato e di Governo, Ministri, rappresentanti della società civile e di organizzazioni private di tutto il mondo, si incontreranno per individuare politiche e programmi necessari al fine di tutelare l'ambiente ed affrontare la crisi alimentare nel mondo nel breve e lungo periodo. Circa 850 milioni di persone nel mondo oggi soffrono la fame; 820 milioni vivono nei Paesi in via di sviluppo, i più colpiti dai cambiamenti climatici. Mentre ai tropici i piccoli agricoltori sono costretti ad affrontare da soli i problemi derivanti dal crescente fenomeno della siccità, le popolazioni che vivono sulle isole e nelle zone costiere sono esposte a inondazioni e cicloni sempre più frequenti, con un aumento del livello del mare. Molti Paesi diminuiscono la percentuale di terreni destinata alla produzione di risorse alimentari in favore delle colture per la produzione di biocarburanti (come soluzione per ridurre l'emissione di carbonio e svincolare i Paesi dall'uso dei combustibili fossili), causando così una impennata dei prezzi dei generi alimentari ed aggravando le condizioni delle popolazioni più povere. Per la ridotta disponibilità di terreni agricoli si fa ricorso alla deforestazione: ogni anno vanno distrutti 13 milioni di ettari di foreste con gravissime conseguenze per tutto l'ecosistema, per cui urgente ridurre il degrado delle foreste per proteggere un patrimonio floro-faunistico esposto a sempre più frequenti focolai di parassiti e malattie.
Dossier "Conferenza sulla sicurezza alimentare mondiale"
Rapporto Istat 2007
È stato presentato dal Presidente dell'Istituto nazionale di statistica, Prof. Luigi Buggeri, mercoledì 28 maggio 2008 a Roma presso la Sala della Lupa di Montecitorio il "Rapporto annuale sulla situazione del Paese nel 2007". Il Rapporto si concentra sull'analisi della congiuntura economica recente e sulla competitività delle imprese italiane nel contesto europeo; approfondisce il tema dei sistemi territoriali e quello relativo alle trasformazioni del mercato del lavoro e le condizioni economiche delle famiglie; termina con l'analisi dell'immigrazione tra nuovi flussi e stabilizzazione. Circa il mercato del lavoro in Italia e le condizioni economiche delle famiglie, emerge che prosegue il calo della disoccupazione iniziato nel 1999. Nel 2007 i disoccupati sono poco più di un milione e mezzo: quasi un milione in meno rispetto a dieci anni prima. Il livello di disuguaglianza nella distribuzione del reddito è leggermente superiore alla media europea. Il Centro-nord presenta un grado di disuguaglianza pari a quello medio europeo, mentre il Mezzogiorno è più simile ai paesi caratterizzati da maggiore disparità di reddito. Il reddito netto delle famiglie nel 2005 è pari in media a 2.300 euro mensili, ma, a causa della distribuzione disuguale dei redditi, il 50% delle famiglie guadagna meno di 1.900 euro al mese. Profonde le differenze sul territorio: il reddito delle famiglie del Mezzogiorno è approssimativamente pari a tre quarti di quello delle famiglie del Centro-nord. Le spese per l'abitazione sono tra le voci principali del bilancio familiare: nel 2006 una famiglia spende in media quasi il 14 % del reddito, ed il 13 % delle famiglie sopporta gli oneri di un mutuo, pagando in media una rata di 559 euro al mese.
Dossier "Rapporto Istat 2007"
Ratifica dell'Italia del Trattato di Lisbona
Il 30 maggio 2008 il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge di ratifica ed esecuzione del Trattato di Lisbona, firmato il 13 dicembre 2007 dai rappresentanti dei 27 paesi dell'Unione europea, che apporta modifiche ai trattati sull'Unione europea e a quello che istituisce la Comunità europea, attualmente in vigore. Il nuovo trattato doterà l'Unione del quadro giuridico e degli strumenti necessari per far fronte alle sfide del futuro e rispondere alle aspettative dei cittadini. Il trattato di Lisbona entrerà in vigore quando sarà ratificato da tutti i 27 Stati membri, ai quali spetta decidere se procedere alla ratifica mediante referendum o voto parlamentare. L'auspicio è che il trattato possa entrare in vigore l'1 gennaio 2009, in modo che le sue disposizioni trovino applicazione prima delle elezioni del Parlamento europeo del giugno dello stesso anno. L'attuale trattato di Nizza, entrato in vigore nel 2003, resterà il punto di riferimento dell'attività dell'UE fino a quando tutti i paesi europei non avranno completato il processo di ratifica del trattato di Lisbona. Attualmente, con il voto favorevole del Bundesrat del 23 maggio 2008, la Germania è diventata il quattordicesimo Stato membro ad aver concluso l'iter di ratifica parlamentare, dopo Ungheria, Malta, Slovenia, Romania, Francia, Bulgaria, Polonia, Slovacchia, Portogallo, Danimarca, Lettonia, Irlanda, Lituania.
Dossier "Ratifica dell'Italia del Trattato di Lisbona"
Piano industriale della Pubblica Amministrazione
Le amministrazioni pubbliche devono tornare ad essere strumenti essenziali per la crescita civile, sociale ed economica del paese: questo l'obiettivo del piano industriale presentato il 28 maggio scorso dal ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, Renato Brunetta. Il Piano prevede, essenzialmente, due interventi: di tipo legislativo (per ottimizzare la produttività del lavoro), e di riorganizzazione dell'amministrazione. Per ottimizzare la produttività del lavoro occorre: 1) riconoscere e premiare il merito; 2) potenziare e valutare con criteri moderni e trasparenti l'operato del personale delle amministrazioni pubbliche; 3) ridefinire diritti e doveri del dipendente pubblico, restituendo dignità e prestigio a questo ruolo e consentendo di sanzionare chi lo svilisce con un comportamento scorretto; 4) rivalutare il ruolo e i compiti del dirigente pubblico; 5) potenziare la funzionalità delle amministrazioni attraverso la contrattazione collettiva e integrativa. Quanto alla riorganizzazione dell'amministrazione, le azioni devono muoversi su quattro punti principali: 1) mobilità delle funzioni; 2) qualità e "customer satisfaction"; 3) utilizzo ottimale degli immobili; 4) Sponsorizzazioni e project financing.
Dossier "Piano industriale della Pubblica Amministrazione"
Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica
Il Consiglio dei ministri che si è tenuto a Napoli il 21 maggio 2008 ha approvato il Decreto legge recante "Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica". Il Decreto stabilisce: a) Nuove norme per prevenire e contrastare più efficacemente il fenomeno dell'immigrazione clandestina, ampliando i casi di espulsione su ordine del giudice (trattandosi di condanna penale), e prevedendo analoga misura per i cittadini comunitari. È anche prevista la confisca degli appartamenti affittati a stranieri irregolari. b) Modifiche al Codice della strada: per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, pene più severe nel caso di lesioni gravi e gravissime. fino alla revoca della patente e la confisca del veicolo. Circostanza aggravante: se il reato è commesso da un soggetto illegalmente presente sul territorio nazionale. c) Modifiche al Codice penale: per il reato di omicidio colposo, in violazione delle norme sulla circolazione stradale e sugli infortuni sul lavoro, il massimo della pena detentiva passa da 5 a 6 anni. d) Nuovi poteri ai sindaci, che potranno adottare provvedimenti urgenti nei casi in cui si renda necessario prevenire gravi pericoli per l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana. e) Più stretta cooperazione tra polizia municipale e forze dell'ordine. f) Modifiche al codice di procedura penale: ampliamento dei reati perseguibili per direttissima o con il rito del giudizio immediato.
Dossier "Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica"
Targhe immobili su 18 Prefetture
Il 2 giugno 2008 è partito il secondo appuntamento del "Progetto Targhe", denominato "Conoscere per Riconoscere", su iniziativa dell'Agenzia del Demanio che si inserisce nel programma delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, ed intende promuovere la conoscenza dei beni che fanno parte della storia e dell'identità del nostro Paese rendendola più accessibile ai cittadini. L'Agenzia del Demanio conclude così la prima fase dell'apposizione delle targhe agli immobili di proprietà dello Stato e avvia l'operazione di conoscenza di tali immobili con una sezione dedicata sull'homepage del portale www.demaniore.com. Sono 18 le targhe apposte nelle Prefetture delle città di Reggio Calabria, Salerno, Bologna, Parma, Forlì-Cesena, Ravenna, Trieste, Gorizia, Frosinone, Savona, Pesaro, Verbania, Nuoro, Messina, Livorno, Trento, Bolzano e Bari. Il Progetto, avviato il 14 marzo scorso con la prima targa sul Consolato di Nizza, interessa sia i beni situati su tutto il territorio nazionale che quelli di proprietà dello Stato italiano all'estero e si pone l'obiettivo, di incentivare, promuovere e sviluppare la consapevolezza dell'appartenenza del patrimonio statale alla collettività. Su ogni targa sono riportati i dati sintetici dell'immobile, tra cui la destinazione, l'anno di costruzione e l'anno di acquisizione nel patrimonio dello Stato, e un codice identificativo che permetterà di accedere, tramite il portale www.demaniore.com ad una scheda descrittiva del bene. Entro il 2011 saranno apposte complessivamente 3.000 targhe identificative sui beni di proprietà dello Stato.
Dossier "Targhe immobili su 18 Prefetture"