Quarant’anni fa, il 17 agosto 1968, moriva appena cinquantottenne Attilio Calvaresi, autentico pioniere della fotografia. Lo ricordo volentieri (e doverosamente) perché amico, contemporaneo e a suo modo anche visionario come mio padre Biagio. Li distingueva soltanto l’uso dello strumento col quale riuscivano a ritrarre una realtà viva e palpitante come la Barletta degli anni della loro giovinezza, i ruggenti anni Trenta e Quaranta del Novecento. Biagio Vinella adoperava tavolozza e colori col suo pennello, Attilio Calvaresi invece un mezzo che, solo all’apparenza, poteva considerari più moderno, meccanico ed impersonale come la macchina fotografica.
Potrei citare esempi illustri, come De Nittis e Nadar che a Parigi verso la metà dell’Ottocento intrecciavano i rispettivi atelier gareggiando fra pittura e nascente fotografia, Ma è meglio lasciar stare per non irritare coloro i quali, sventolando le proprie orecchie o aggrottando le sopracciglia, potrebbero anche storcere il naso…
>>> L'articolo di Nino Vinella pubblicato su La Gazzetta del Nord Barese