Barletta 16 settembre 1959. In quel giorno, il tragico crollo di via Canosa si trascinò nella polvere cinquantotto giovani vittime e dodici feriti, una folla di esistenze appena sbocciate. Fu un avvenimento che segnò le vicende di Barletta (e non solo) del secondo Novecento, sul quale la città di allora, la grande stampa, le coscienze, la classe politica ed i professionisti di allora e di oggi sono stati chiamati ad interrogarsi come spettatori ed attori in un vero caso di “mala edilizia”.
Quei morti, quelle giovani vite stroncate sotto cinque piani di un palazzo disintegratosi su se stesso furono infatti chiamate “i martiri dell’edilizia”, ed oggi l’edilizia, che occupa come sempre un posto di primissimo piano nelle beghe della politica strillata come pure nei corridoi dove si contano voti e licenze di costruzione, ha un debito da regolare con la Storia proprio in onore di quei morti uccisi da chi credeva che tirar su un palazzo fosse solo un’impresa dove arricchirsi facile.
>>>di Nino Vinella
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