16/09/2008. BARI - UN LIBRO SUL RESTAURO ARCHITETTONICO IN PUGLIA .
Riprendono dopo la pausa estiva gli appuntamenti della rassegna “Percorsi identitari”, un ciclo di incontri organizzato dalla Biblioteca multimediale del Consiglio regionale per far conoscere ai media libri, autori ed editori pugliesi.
Tema della giornata il restauro architettonico in Puglia, rivisto attraverso le pagine del libro di Anita Guarnieri “Pietre di Puglia. Il restauro del patrimonio in Terra di Bari tra ottocento e novecento”, edito da Gangemi.
Il volume, seguendo un criterio cronologico a partire dall’Unità d’Italia, prende in esame il contributo delle Commissioni conservatrici dei monumenti e degli ispettori centrali, istituzioni e ruoli spesso rappresentati dalle più importanti figure della storiografia locale, eruditi e conoscitori che con la loro costante azione di vigilanza e denuncia hanno segnato in maniera indelebile le vicende della conservazione in Puglia.
“Ho letto con attenzione questo libro – ha dichiarato durante l’incontro l’assessore all’Urbanistica, Angela Barbanente – che mi ha ricordato con forza il problema del recupero di un’identità pugliese. Sono le pietre la costante identitaria della nostra terra. Cosa sarebbe infatti la Puglia senza le sue chiese romaniche, i centri storici, le masserie, i sistemi di muretti a secco? Possiamo competere sul mercato turistico solo con l’unicità del nostro paesaggio”.
Articolata la relazione di Riccardo Dalla Negra, docente di Restauro alla facoltà di Architettura di Ferrara, intervenuto all’appuntamento in qualità di testimonial, che ha sottolineato come “per la prima volta, con questo volume, si ripercorrono in maniera sistematica le fasi restaurative del patrimonio pugliese”.
“La Guarnieri – ha detto – si interroga sulle radici storiche di questi interventi e la sua, quindi, non può che essere una storia delle istituzioni che questi restauri hanno voluto. Dalla difficile situazione post-unitaria in cui Commissioni ed ispettori sembrano concentrare le loro energie soprattutto sull’archeologia, cresce negli anni l’attenzione per l’arte medievale. Fino ad arrivare ad una concezione moderna di restauro in cui l’importanza del monumento non è più legata al tipo o allo stile ma al documento, al segno nella storia che quella pietra ha lasciato”.
All’appuntamento erano presenti alcuni studenti dell’Istituto tecnico commerciale per geometri e per il turismo “G. Salvemini” di Molfetta. (m.r.c.)
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