Sono poco meno di 2.000 i nomadi in Puglia, delle etnie Rom, Sinti e Caminanti. Ai 1200 negli 8 campi censiti (due a Bari, uno a Lecce e Foggia, quattro più piccoli a Bitonto, Modugno, Molfetta e Trani) vanno aggiunti i circa 700 nomadi che i Comuni stimano residenti in abitazioni. Sono i dati forniti dall’assessore regionale Elena Gentile alla sesta commissione, impegnata nel riesame del disegno di legge per l’integrazione degli immigrati stranieri regolari.
“Il Consiglio regionale ci ha rinviato il testo, già approvato a giugno in commissione – ha fatto presente il presidente Carlo De Santis - per consentire di stralciare dal ddl le norme sulle comunità nomadi. Sono stati gli stessi Rom, come ha fatto sapere l’assessore Gentile, a far presente d’essere in gran parte nati in Italia e quindi cittadini italiani, chiedendo d’essere riconosciuti come minoranza etnico linguistica, non extracomunitari. Da qui l’esigenza di trasferire in un testo di legge autonomo il pacchetto di norme relative ai nomadi”.
In una seduta fissata per martedì 23 dicembre la commissione riapproverà il ddl con le norme sugli immigrati, dopo aver adottato gli emendamenti che escluderanno ogni riferimento ai Rom. Altre proposte di modifica sono annunciate dell’assessore per recepire le novità apportate dal piano di salute. Il consigliere Piero Manni (Prc) proporrà di sostituire sistematicamente ad “integrazione” il termine “interrelazione”. “Don Tonino Bello – ha detto – ci ricordava che in Italia integrazione ha significato e significa solo omologazione”.
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