28/05/2009. CANOSA - «NON VOGLIAMO LA MEGADISCARICA A TUFARELLE» .
Il consiglio comunale ha ribadito, con voto unanime, la volontà di opporsi al rilascio di nuove autorizzazioni, nonché l’as - soluta contrarietà a che siano localizzati, autorizzati, approvati nuovi insediamenti relativi a discariche in contrada “Tuf arelle” ed in tutto il territorio comunale. In maniera specifica ha espresso parere contrario alla localizzazione sul territorio comunale della discarica di rifiuti speciali, proposta dalla società “Blue srl” e quindi di non essere favorevole alla realizzazione del nuovo mega-impianto della capacità totale di smaltimento di circa 3milioni e 800mila tonnellate di rifiuti in 15 anni, con una media annua di 250mila tonnellate. Il consiglio comunale, in maniera corale, ha così recepito integralmente le istanze provenienti dalla popolazione, tese a scongiurare il nuovo danno alla salute pubblica e l’ulteriore devastazione del territorio, già martoriato dalla presenza di discariche ed impianti di smaltimento autorizzati negli anni passati. La deliberazione assunta dalla massima assise municipale rappresenta il tassello mancante e fondamentale nel mosaico delle dichiarazioni di contrarietà alla realizzazione dell’impianto di discarica di rifiuti speciali non pericolosi, proposto dalla ditta “Blue srl”, e rappresenta il sostegno politico indispensabile nelle argomentazioni di rifiuto alla realizzazione dell’impianto che il Comune dovrà presentare nel corso della Conferenza di Servizi, appositamente convocata per il 15 giugno prossimo dalla Provincia di Bari. Immediatamente dopo la lettura della proposta di deliberazione del consiglio, resa pubblica in aula dal sindaco Francesco Ventola, il gruppo consiliare del Partito democratico ha dichiarato la sua soddisfazione e con Pietro Basile ha affermato: «Condividiamo ed approviamo la proposta di deliberazione consiliare perché in essa sono contenute, in grandi linee, le risposte che abbiamo chiesto presentando la nostra mozione, che, inserita nell’odg, in questo momento ritiriamo. Ad integrazione sostanziale dell’atto deliberativo, alleghiamo una nostra dichiarazione che arricchisce di ulteriori elementi le determinazioni consiliari da noi condivise. Speriamo che la decisione adottata in questa riunione metta la parola fine al problema ambientale nella zona di contrada Tufarelle». L’unanimità di voti per esprimere la contrarietà alla costruzione del nuovo mega impianto in contrada “Tuf arelle”, il clima pacato e l’assenza di demagogia nel dibattito in aula, insieme all’alto senso di responsabilità politica dimostrata, sono serviti a scrivere una bella pagina di storia consiliare e ad offrire una boccata di ossigeno al confronto fra le parti politiche, che in più occasioni ultimamente è sceso di livello. Un clima favorevole al confronto evidenziato anche nell’intervento del consigliere della Puglia prima di tutto, Giovanni Patruno. «Mi auguro- ha detto Gen - naro Caracciolo del Pdl- che con la decisione di oggi si chiuda la vecchia questione riguardante le discariche in contrada “Tuf arelle”. La nostra posizione di condanna per quanto realizzato in questa zona è stata sempre inequivocabile. Le due discariche esistenti e l’im - pianto per il trattamento di acque reflue di rifiuti industriali hanno un nome e cognome». Attualmente insistono, infatti, sulla stessa porzione di territorio, su cui è stata proposta la realizzazione (bocciata dal consiglio) di un 'altra megadiscarica, in aree adiacenti fra loro, una discarica di rifiuti speciali della ditta “Bleu”, una discarica di rifiuti speciali della ditta Cobema, ormai esaurita, ed un impianto di stoccaggio e trattamento di rifiuti liquidi speciali della ditta Solvic. Da ciò si ricava che il provvedimento adottato dal consiglio era necessario e dovuto in quanto volto tanto a tranquillizzare l’opinione pubblica, quanto alla tutela ambientale e paesaggistica del territorio comunale, specificatamente della contrada “Tuf arelle”, già sede di numerosi impianti di smaltimento. Il fine della determinazione è quello di non creare ulteriori condizioni che potrebbero creare pregiudizio all’ambiente e alla salute pubblica, oltre che caratterizzare un territorio in direzione diametralmente opposta, ovvero in quella dello sviluppo agricolo, culturale, paesaggistico e turistico. ANTONIO BUFANO
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