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03/11/2005.  Canosa «ritrova» la sua cristianità..

Archeologia. Gli scavi a Santa Sofia e San Pietro.

Riportare alla luce e leggere storicamente un vero e proprio sistema funerario ipogeo formalizzato nella tipologia della catacomba: questo l'obiettivo che anima ormai da due anni il progetto avviato dal Dipartimento di studi classici e cristiani dell'Università di Bari e dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia. Il progetto «Coemeteria requirere» finalizzato ad un'indagine dell'intera area funeraria tardoantica di Ponte della Lama ha appena tagliato il traguardo delle due campagne di scavo, impegnando quaranta di studenti della facoltà di Scienze dei beni culturali. I risultati delle due campagne, insieme a quelli relativi al complesso paleocristiano della collina di San Pietro, saranno illustrati in un convegno che si svolge domani, 3 novembre, dalle 18, nella Cattedrale di San Sabino. La relazione della «II campagna di scavo 2005» sarà tenuta da Marisa Corrente, ispettore Soprintendenza Beni Archeologici della Puglia, da Carlo Carletti, coordinatore del progetto «Coemeteria requirere», da Donatella Nuzzo, responsabile cantiere di scavo, e da Paola De Santis, responsabile sul campo; quelli relativi alla collina di San Pietro saranno invece presentato dagli archeologi Giuliano Volpe, Alessandra De Stefano, Roberta Giuliani, e Danilo Lerone dell'Università di Foggia. Prevista la presenza di Nichi Vendola, presidente della Regione; Francesco Ventola, sindaco di Canosa; Giovanni Girone, Rettore dell'Università degli studi di Bari, Corrado Petrocelli, Preside Facoltà Lettere e Filosofia di Bari, Antonio Castorani, Presidente Fondazione Caripuglia; mons. Felice Bacco, parroco della Cattedrale San Sabino; Giuseppe Andreassi, Soprintendente ai Beni Archeologici della Puglia; Giorgio Otranto, direttore Dipartimento studi classici e cristiani. Ma cosa è emerso nelle prime due campagne di scavo. «Interessanti indicazioni oltre che almeno sei ipogei. Catacombe di tipo familiare ma anche di tipo comunitario - spiega Donatella Nuzzo, responsabile del cantiere di scavo - abbiamo dovuto superare la difficoltà dovuta allo stato della struttura quasi completamente interrata ma dopo la prima campagna di scavo, effettuata nel settembre del 2004, abbiamo potuto effettuare scavi più consistenti. L'intera area rappresenta un "unicum" per la nostra regione, e nello stesso meridione visto che altri ipogei simili si trovano solo a Venosa e Napoli. Oltre alla catacomba già nota, ma mai esplorata, abbiamo scoperto altre sei/sette ingressi sul fianco della collina. Si tratta di catacombe che nei prossimi anni cercheremo di studiare». L'obiettivo è realizzare un parco archeologico in zona Santa Sofia. Un obiettivo certamente ambizioso. «Per quanto ci riguarda continueremo a cercare a scavare, anno dopo anno - conclude Nuzzo - portando alla luce quella che rappresenta di certo un sito archeologico importante per la ricostruzione della vita cristiana non solo canosina ma anche dell'intera Puglia».

Paolo Pinnelli


Fonte: La Gazzetta del Nord Barese
02/11/2005


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