Sarebbe stato un 50enne pensionato di Pulsano a fornire le monete antiche che un uomo di Barletta vendeva su Ebay. A scoprirlo sono stati i carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale di Bari, guidati dal capitano Gianluca Ferrari, e i militari della compagnia di Manduria, coordinati dal capitano Luigi Mazzotta, che nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Trani, hanno rinvenuto nel corso di una perquisizione operata nell’abitazione del pensionato, nel centro di Pulsano, quasi un migliaio di monete, di cui alcune in oro ed altre in argento, risalenti al periodo magnogreco, romano repubblicano, romano imperiale, medioevale e moderno (Stato Pontificio, Regno di Napoli e delle due Sicilie).
Alcune delle preziose monete - del valore complessivo di circa 100mila euro - sarebbero state coniate dalle zecche di Taranto, Siracusa, Crotone, Caulonia e Canosa di Puglia e sono state giudicate di notevole interesse culturale dal responsabile dal dottor Libero Malgieri, del servizio centrale numismatico della Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia di Taranto, che ha partecipato in ausilio tecnico alle operazioni di polizia giudiziaria.
Le indagini, iniziate nello scorso mese di febbraio, sono scaturite dal rilevamento, a seguito del continuo monitoraggio del settore e-commerce operato dai carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale di Bari, di una vendita on-line di monete di natura archeologica. I militari effettuarono una prima perquisizione nell’abitazio - ne di un uomo di Barletta, responsabile della vendita online dei reperti archeologici, sequestrando 468 monete. Nel corso di quella perquisizione, i carabinieri rinvenirono elementi utili per risalire al fornitore del barlettano, inducendo così la procura di Barletta a disporre la perquisizione nell’abitazio - ne del pensionato di Pulsano. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per precedenti specifici, custodiva le monete in una cassaforte, senza particolari accorgimenti. Aveva in casa un vero e proprio tesoretto, accumulato, stante la diversità del materiale, probabilmente attraverso vari piccoli fornitori. Sia lui che il barlettano sono stati denunciati per ricettazione e impossessamento di beni di proprietà dello Stato.
Mimmo Mazza
Clicca qui per visionare l’articolo pubblicato su Gazzetta Taranto domenica 7 giugno 2009