Sono in 18, tredici ragazze e sette ragazzi. Architetti, studenti, laureati della facoltà di Beni culturali dell’univer - sità di Foggia. Da oggi, esperti in ricerca e individuazione dei siti archeologici. Dei veri e propri «007» del passato, conoscitori delle più innovative tecniche per la scoperta di quel che si nasconde sotto terra. Tutti hanno partecipato a un progetto finanziato dalla Regione Puglia con fondi europei.
E’ passato il tempo della scoperta archeologica casuale, dell’In - diana Jones che segue tracce di civiltà perdute seguendo antiche leggende o chi manoscritti improbabili codici. L’archeologo del Terzo Millennio è armato di pc, e i resti delle civiltà antiche li scopre anche fotografando il territorio dall’aereo o studiando la biologia degli ambienti. Ieri a questi primi 18 archeologi del futuro sono stati consegnati gli attestati di frequenza nella sede del Formedil, che ha ospitato le lezioni teoriche. La pratica, manco a dirlo, sul campo. Ed è un campo dalle prospettive importanti, per la Capitanata, quella della ricerca archeologica. In un convegno nei giorni scorsi infatti il rettore dell’università Giuliano Volpe ha dichiarato come negli ultimi dieci anni nel territorio dauno siano stati individuati un migliaio di siti archeologici inediti, risalenti al periodo neolitico e via via fino al tardo medioevo. Siti ancora ben custoditi, sotto terra, e individuati grazie alle nuove tecnologie e alla cosiddetta «archeologia preventiva».
Ai futuri archeologi sono stati forniti anche strumenti, informatici e non, per la gestione del patrimonio archeologico. Ancora troppi i siti del nostro territorio la cui fruizione e tutela sono affidate al buon cuore di privati o associazioni.
Stefania Labella
La Gazzetta di Capitanata mercoledì 17 giugno 2009