09/07/2009. ANDRIA – IN SCENA L’ULTIMA NOTTE DI FEDERICO II DI SVEVIA PALAZZO DUCALE.
Federico II torna nell’Andria Fidelis. L’imperatore svevo ideatore di Castel del Monte sarà impersonato da Enzo Decaro nella rappresentazione «Memorie di Federico II. L’ultima notte di un imperatore» di Maria G. Pagnotta. Si tratta in pratica di una lettura scenica e drammaturgica che si terrà per tre giorni (9-10-11 luglio, con inizio alle 20.30), nel Palazzo Ducale. Le scenografie sono a cura di Anna Maria Di Terlizzi mentre l’organizzazione è a cura de «Il Capomastro» di Roberto D’Alessandro. Info 349.0908618. Sulle note di un ensemble di musiche medioevali (a cura di Calixtinus) si muove l’inquietante introspezione di un emozionante cammino fra i ricordi della vita di un uomo giunto al suo epilogo. A narrare però, non è uno qualunque, ma l’affascinante Imperatore Federico II di Svevia che apre il suo cuore in punto di morte all’amato figlio Manfredi. Ancora una volta, il rivoluzionario Imperatore si dimostra in tutta la sua grandezza anche in quest’ultimo soffio di vita, rivelando le proprie contraddizioni e i dubbi che lo portarono a sconfinare i preconcetti razziali e religiosi, in un crescendo di elevazione mistica alla ricerca di risposte che la Chiesa del cupo Medioevo non era riuscita a dargli e che lo avevano spinto a cercarle altrove, fino a fargli erigere ad icona delle religioni monoteiste il Castel del Monte, le cui pietre avrebbero risuonato per secoli dell’eterno fluttuare della materia allo spirito e del reciproco senso di nostalgia dell’una per l’altra. In questa confessione che si consuma nella notte del 13 dicembre 1250 a Castel Fiorentino, Federico II, abbandonate le vesti dell’Imperatore, lascerà affiorare i nudi sentimenti dell’animo di un uomo pronto per l’Altrove. La sapienza lo aveva portato a districarsi fra le spire di un secolo buio con la maturità della ragione temperata dai sentimenti del cuore. Il sipario per Federico II calerà sul rimpianto verso l’unico suo vero amore, Bianca Lancia, che fino all’ultimo istante egli invocherà, prima di consegnare lo scettro del regno al figlio Manfredi e liberare il proprio spirito con una promessa, ritornare in quella terra tanto amata, dov’era rimasto sepolto il suo cuore. L’articolo della Gazzetta del Nord Barese
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