Fino alla fine Virgilio Savona, morto l’altra sera a Milano a 89 anni, è stato un musicista colto, di grande talento e dalla poliedrica attività: lo testimonia nel 2007, a 87 anni, la pubblicazione del cd Capricci, registrazione di canzoni fatte in casa. Al suo fianco in quell'occasione, come sempre, un’altra colonna del Quartetto Cetra: la moglie Lucia Mannucci, unica donna del gruppo (gli altri componenti erano Felice Chiusano e Tata Giacobetti) e oramai sola testimone di un grande fenomeno della musica italiana.
La carriera artistica di Savona è cominciata molto presto: nel 1926, ad appena sei anni, comincia a studiare musica sotto la guida della professoressa Renata Paroni. Due anni dopo, entra a far parte di un coro, e a dieci anni esordisce alla radio suonando un brano al pianoforte nel programma Il Giornalino del Fanciullo. Alla fine del liceo, Savona si iscrive al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Nel 1940, conosce i componenti del Quartetto Egie: prima ne diventa il maestro di musica, poi, alcuni mesi dopo, entra nel gruppo in sostituzione di Iacopo Jacomelli. Da quel momento la formazione prende il nome di Quartetto Ritmo, cambiato poi un anno dopo in Quartetto Cetra di cui Savona è stato l’esponente di punta. Nel 1944 sposa Lucia Mannucci che tre anni dopo entra nel Quartetto in sostituzione di Enrico De Angelis. All’interno dei Cetra, Savona, in collaborazione con Giacobetti porta molte innovazioni: dall’uso sempre più frequente dello swing all’ironia nei testi e nell’interpretazione. Compositore raffinato e brillante, Savona ha spaziato in molti settori musicali e dello spettacolo e anche alla tv dove il Quartetto è stato interprete memorabile di molti show sin dagli esordi: basti per tutti ricordare la parodia della grande letteratura in Biblioteca di Studio Uno. I Cetra sono stati una colonna portante della Rai in collaborazione con i migliori musicisti italiani a cominciare da Gorni Kramer e Lelio Luttazzi. Nel 1991 nel suo libro autobiografico sui Cetra, ripercorre la storia di un gruppo che in 40 anni ha proposto oltre un migliaio di canzoni. Indimenticabili: Aveva un bavero (Sanremo 1954), In un palco della Scala, Un disco dei Platters.
Nel suo repertorio sempre colto e raffinato, figura un brano musicale contro la guerra ispirato ad ANNIBALE da una satira del poeta latino Giovenale, che riproponiamo con piacere
Prova a pesare Annibale(1970)
Testo e musica di Virgilio Savona, ispirato da una satira di Giovenale.
http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=3648http://www.ibs.it/disco/0657711020522/virgilio-savona/cose-delicate.htmlhttp://discografia.dds.it/scheda_titolo.php?idt=878Prova a pesare Annibale
ora che è solo cenere
e dimmi quanti grammi
la stadera segnerà
Prova a pesare Annibale
e tu ti accorgerai
di un grande generale
cos'è rimasto ormai
Eppure l'Africa
non gli bastava
dal Mar Oceano
fino all'Egitto
Sanniti e Siculi
Lucani e Bruzzi
volle travolgere
in un conflitto
Volle raggiungere
anche la Spagna
e scavalcare seppe i Pirenei
infranse rupi
disgregò montagne
entrò nel novero dei semidei
Ma oggi prova a pesare Annibale
ora che è solo cenere
e dimmi quanti grammi
la stadera segnerà
Prova a pesare Annibale
e tu ti accorgerai
di un grande generale
cos'è rimasto ormai
Se già teneva
l'Italia succube
non gli bastava quella condizione
voleva giungere
fino a Trastevere
con acrobatica penetrazione
Anche se aveva
un occhio inutile
terrorizzava i ricchi ed i plebei
e cavalcando sopra un elefante
lui se ne andava a caccia di trofei
Ma oggi prova a pesare Annibale
ora che è solo cenere
e dimmi quanti grammi
la stadera segnerà
Prova a pesare Annibale
e tu ti accorgerai
di un grande generale
cos'è rimasto ormai
Prova a pesare Annibale
ora che è solo cenere
e dimmi quanti grammi
la stadera segnerà
Prova a pesare Annibale
e tu ti accorgerai
di un grande generale
cos'è rimasto ormai