03/09/2009. SOS CANNE DELLA BATTAGLIA – VARCO APERTO NELLA RECINZIONE DELL’AREA DEI SEPOLCRETI, IN PERICOLO GLI SCAVI: MA LA SOPRINTENDENZA NON INTERVIENE. PERCHE’? IL COMITATO SI OFFRE DI SISTEMARE LA RETE A PROPRIE SPESE….
Canne della Battaglia: ignoti hanno aperto un pericoloso varco nella già precaria rete di recinzione che dovrebbe proteggere l’area dei Sepolcreti dalla strada provinciale 142 (la cosiddetta panoramica che passa intorno e scende verso l’antiquarium) ma la Soprintendenza non interviene. Perché? I volontari del Comitato lo hanno scoperto ieri pomeriggio in uno dei consueti giri esplorativi che partono dalla sede alla vicina Stazioncina sulla Barletta-Spinazzola, e personalmente l’ho fatto presente ai custodi. Risposta: “Noi lo abbiamo segnalato sull’apposito registro della direzione da oltre un mese”. E allora? “Non ci sono soldi per riparare!” Senza parole… Dalle foto si capisce molto bene che pure quest’area è in degrado. Eppure, qui in località Fontanella studiatissima da sempre e pare sotto nuova indagine archeologica proprio in queste settimane, poco oltre vi sono le tracce del villaggio preistorico, il primo esplorato dall’archeologo Michele Gervasio nell’iniziale campagna (1936-1939) che doveva poi portare al clamoroso annuncio delle sepolture ritenute annibaliche e riconducibili alla famosa battaglia del 216 avanti Cristo. Dal di fuori, immagini di ordinario (e maledetto) abbandono, rifiuti d’ogni genere, carcasse di copertoni vecchi buttati ai margini della strada, scritte sui muri di quello che doveva diventare il secondo ingresso all’area dei Sepolcreti, in perenne stato di incuria, coi pochi denari (anche negli anni Sessanta, ma che venivano spesi davvero) stanziati dalla defunta Cassa del Mezzogiorno. Questo tratto rettilineo fino alla curva della Masseria di Canne dove c’è il menhir, è fonte di continuo pericolo per gli agricoltori che lì vicino hanno i loro appezzamenti, vigneti e soprattutto oliveti. Per mesi, nello scorso inverno il fondo stradale è stato una sola, immensa pozzanghera a causa delle siepi che erano diventate un’autentica foresta e solo dopo tante segnalazioni si è provveduto a rimuovere. All’interno, è uno dei più bei e suggestivi posti di Canne della Battaglia, da dove si può ammirare uno spettacolare panorama della Cittadella nella macchia mediterranea (tra canneti e fichi d’india), ed esiste un’area di sosta-picnic per i turisti sotto un gazebo installato solo da poco, nella scorsa primavera: piccolo miracolo in tanto deserto. Tutto ciò, svanisce come bolla di sapone davanti a quello squarcio nella recinzione, pericoloso e rischioso, dove sicuramente si introducono non solo animali e quanto altri “predatori” poco graditi. Roba importante da rubare effettivamente non ce n’è (possono solo devastare: anni fa tentarono una spaccata all’antiquarium, fallita), la Vegapol incaricata della vigilanza non ha effettivamente un preciso contratto per questo lato dell’area archeologica cannense abbastanza estesa sul territorio, ma i luoghi (che ricollegano alla millenaria presenza dell’uomo su queste colline affacciate sull’Ofanto poco distante) oggi sono ancor più lasciati da soli e completamente indifesi contro l’ignavia delle cosiddette “istituzioni culturali” che dovrebbero proteggerli, non solo, quanto valorizzarli. Proposta concreta: ma se è solo questione di fondi, il Comitato si offre pubblicamente di intervenire direttamente e gratuitamente con propri mezzi e proprio personale per riparare lo squarcio e rimettere in sicurezza quella parte della recinzione. Lo possiamo e lo vogliamo fare, ma lasciatecelo fare, signori e signore della Soprintendenza, perché questi luoghi ci appartengono e vogliamo proteggerli! Attendiamo una risposta.
Nino Vinella, Presidente Barletta, mercoledì 2 settembre 2009
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