08/10/2009. CANOSA – “NONNO” MICHELE GALA HA DONATO CINQUANTA PICCOLE SCULTURE IN LEGNO AI BAMBINI DELLA «DE MURO LOMANTO» .
Cinquanta pinocchiettti in legno, tutti “quasi” uguali, con tanto di zainetto il pelle al posto della “vecchia” tracolla. Li ha realizzati, e regalati ai bambini delle prime classi della elementare «De Muro Lomanto» di Canosa, il «mastro Geppetto» canosino. Lui, Michele Gala, ha sposato appieno un progetto, nel segno del personaggio di Collodi, iniziato con l’incontro del primo giorno di scuola con Pinocchio “in carne ed ossa” (impersonato dal maestro Peppino Di Nunno). Il progetto coinvolge i bambini delle prima classi delle insegnanti Piera Barbarossa ed Angela Visconti: sono loro che hanno ricevuto nelle proprie mani il burattino di legno. Un Pinocchietto speciale che parlerà nel corso dell’anno scolastico facendo loro compagnia tra i banchi di scuola, dove l’apprendimento ha il volto antropomorfo anche di un burattino. Tra i ritagli del suo lavoro, nonno Michele aveva già realizzato dei manufatti in legno in favore del mercatino della solidarietà. Poi con il suo grande amore verso i bambini nella sua bottega, e con ritagli di legno, ha realizzato quei cinquanta «Pinocchietti» donati ai bambini delle prime classi. Burattini a cui le maestre hanno aggiunto un sacchettino di caramelle per addolcire i giorni di scuola. Il “mastro Geppetto” è un artigiano volontario, con una storia triste ed un grande amore verso i piccoli. «Occorre passione e pazienza quando si comincia a raccogliere dagli amici falegnami ritagli di legno da trasformare. Negli anni scorsi ho avuto la gioia di dare alcuni manufatti ai bambini della Bielorussia; ho sempre regalato senza chiedere mai niente di denaro, perché mi basta avere un sorriso dai bambini, specialmente da quelli che vivono qualche disagio». Nonno Michele mostra alcuni manufatti tra cui spicca un carretto della civiltà contadina, un traino di legno massello, con tanti particolari intagliati. «Ogni spigolo è smussato per farlo accarezzare dalle mani dei bambini; per loro e per la scuola ho fatto di recente le vocali di legno con la basetta dipinte con colori atossici scelti tra i colori fondamentali che le maestre usano: è un alfabeto di legno da toccare, da conservare sul mobile, sul banco». Ma dietro quelle opere e soprattutto quel Pinocchietto c’è una passione ed una dedica speciale che nonno Michele, con sua moglie, nonna Eusapia , custodisce nell’animo: il ricordo del loro bambino di sette anni, un “fiocco di neve” volato improvvisamente in cielo. «Sono trascorsi 32 anni, ma il suo cuore batte sempre nei bambini a cui posso regalare un Pinocchietto, un trenino, un salvadanaio in cambio di un sorriso! Per questo porto sempre un Pinocchietto in macchina, pensando di incontrare un bambino che ne abbia bisogno per un sorriso». Paolo Pinnelli La Gazzetta del Nord Barese sabato 3 ottobre 2009
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