IL CRONISTA SUL VAGONE SITUAZIONE INSOSTENIBILE A CAUSA DELLE TEMPERATURE RIGIDE. E GUAI A SEDERSI VICINO AI FINESTRINI
Sul treno per Spinazzola viaggio nel gelo polare. Forti i disagi per i pendolari. Richiesta di intervento a Trenitalia. Micidiali le prime corse da Barletta alle 5.14 e alle 6.38. L’abbonamento mensile costa 70 euro. Da Barletta a Spinazzola, in treno, come se si viaggiasse sulla «Transiberiana». Il freddo è pungente e il riscaldamento è un optional. Tutti imbacuccati per proteggersi dal «generale freddo». Il nostro cronista ha viaggiato con i pendolari raccontando quello che accade sul treno delle 6.38. Eppure il personale a bordo ed in stazione si prodiga al massimo per «ridurre» i disagi che si vivono ogni giorno. I pendolari chiedono rispetto ed attenzione a Trenitalia.
• In carrozza al gelo battendo i denti: indispensabile essere coperti a dovere. Nei bagni (senz’acqua) temperature polari per la tratta costa 70 euro ma il servizio di riscaldamento è escluso
La temperatura più bassa si è toccata quando la bella Canosa appariva all’orizzonte: 13 gradi. Tutto questo dopo oltre 20 minuti. Consiglio: se prendete il treno che parte da Barletta per Spinazzola, specialmente le corse delle 5.14 e delle 6.38, sappiate che la cosa più necessaria da avere con voi è un giubbotto che vi faccia da scudo per il freddo pungente. Guanti, cappello e calzettoni indispensabili.
Benvenuti a bordo del «treno congelatore». Si proprio così tre carrozze dove il freddo non è un optional bensì un compagno di viaggio. Lui il biglietto non lo paga. Tiene compagnia a tutti. E attenzione per tutto questo Trenitalia non vi chiede alcun supplemento.
Quando il cronista è salito nella carrozza centrale immediatamente ha avvertito più che un brivido. E non è stata solo una sensazione personale. I passeggeri più esperti se ne vedono bene dal sedersi sul lato finestrino. Li la temperatura è ancora più fredda a causa degli spifferi. Mai vicini alle porte. Quando le aprono (e non le chiudono mai) è da infarto. Mai avventurarsi nel bagno: la situazione è glaciale e manca l’acqua.
A farci da «cicerone» in questo viaggio ... indimenticabile Antonella e Dora. Loro, ogni mattina, la prima arriva da Bisceglie, la seconda da Barletta, combattono contro il «generale freddo».
«È per tutti noi viaggiatori una situazione insostenibile - raccontano, imbacuccate e con le braccia conserte per ripararsi -. In realtà non capiamo per quale motivo non provvedano a sistemare il sistema che riscaldi le carrozze prima che partano. Soffriamo tutti anche il personale di bordo che è parte lesa come noi. Eppure l’abbonamento mensile costa 70 euro. E non sono pochi soldi».
Anche Michele e Domenico «sono arrabbiati». Dicono: «Siamo appena in autunno e già dobbiamo patire in questa maniera. Ci auguriamo che qualcuno intervenga». I ragazzi che prendono il treno per andare a scuola se ne vedono bene da togliersi sciarpa e cappelli. «Noi non rischiamo il congelamento», affermano ridendo. Mentre si riscaldano grazie ad un telefonino che irradia la «calda» voce di Anna Tatangelo. La signora Carla «da una vita a Bologna» è telegrafica: «Perchè un ingegnere di Trenitalia non diventa pendolare come noi?». Sono le 8 e il treno arriva in orario a Spinazzola. La temperatura è di 15 gradi e mezzo. Ma fuori il sole fa dimenticare tutto. Purtroppo, però, non è sempre così.
GIUSEPPE DIMICCOLI
La Gazzetta del Nord Barese 22.10.2009 prima paginaLa Gazzetta del Nord Barese 22.10.2009 paginone
• Manutenzione a singhiozzo e pensiline battute dai venti: al di là dei disagi, così si mortifica l’impegno dei ferrovieri Quello che fa rabbia, viaggiando da Barletta a Spinazzola, è osservare come la scarsa manutenzione di alcuni luoghi possa gettare ombra su tutto. Iniziamo da Barletta: nel sottopassaggio, in prossimità dell’entrata binario 5, il display luminoso manutenzioni non si preoccupa di sistemarle? Perchè devono «pagare» sempre gli onesti?
A Spinazzola, poi, in stazione manca l’acqua potabile. Le fontane sono «sbarrate» e per bere bisogna fare chilometri. Eppure, tanto i viaggiatori quanto i ferrovieri, non meritano tutto questo.
Il personale a bordo dei treni e quello in stazione si prodiga sempre per fare in modo che la clientela sia felice quando prende il treno. Purtroppo però quando gli investimenti si contano con il contagocce, la manutennon offre in maniera completa le informazioni. A causa di lucette rotte l’orario di partenza invece di 06.38 diventa 06.3.
Altra doglianza è la mancanza dei gabbiotti per ripararsi dal freddo. A Barletta sono stati eliminati e zione è un miraggio e aumentano le «politiche di dismissione» possono veramente poco. In ultimo, ma non per ultimo, per innamorarsi dell’universo dei treni è bellissimo leggere «Treni» di Ettore Mo e «L'Italia in seconda classe» di chi attende il treno sui binari ( e i ritardi non sono certo una rarità ...) subisce la mannaia del freddo. Alla stazione di Canosa, per esempio, la pensilina di attesa è più esposta al vento del Colosseo. È vero che vandali incivili la hanno distrutta ma perchè chi ha la competenza delle Paolo Rumiz.
• La scheda: Una tratta di 66 km con visioni mozzafiato
La ferrovia Barletta - Spinazzola è una linea ferroviaria secondaria pugliese, che collega la costa, partendo da Barletta, con l'interno, fino a Spinazzola, attraversando il territorio delle Murge. La linea è a binario unico e non elettrificato. La tipologia di treni che la percorrono è esclusivamente di regionali e le corse sono limitate tra i due capolinea.
La tratta svolge un ruolo importante per la mobilità dei pendolari.
Di grande interesse storico la fermata alla piccola stazione nella località archeologica di Canne della Battaglia.
Circa 66 i chilometri di strada ferrata che collegano Barletta a Spinazzola e 139 da Gioia e Rocchetta Sant’Antonio. Un percorso che offre la visione di paesaggi bellissimi ed indimenticabili.
Durante il tragitto da Barletta a Spinazzola si «incontrano» ben quattro piccole gallerie. Su un ponte è visibile, facendo attenzione, una lapide datata 1894.
I passaggi a livello sono automatici e «impresenziati». A quando la fermata all’ospedale «Dimiccoli»?