Mensile telematico di archeologia, turismo, ambiente, spettacolo, beni e attività culturali, costume, attualità e storia del territorio in provincia di Barletta–Andria-Trani e Valle d’Ofanto
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05/11/2009. CANOSA – PER IL MUSEO NUOVA MOBILITAZIONE POPOLARE.
Il Partito democratico ritiene che non bisogna, per nessun motivo, recedere dal proposito di lottare per ottenere quel diritto affermato dalla storia passata, che nella costruzione del Museo archeologico doveva trovare la sua materializzazione. È ormai di dominio pubblico che la realizzazione dell'atteso contenitore culturale è svanita perchè non ha ottenuto i finanziamenti statali promessi, a causa della cancellazione del progetto dall'elenco delle opere da realizzare in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Per questo i partiti di opposizione hanno presentato una mozione sull'argomento, da inserire nell'ordine del giorno dei lavori del prossimo consiglio comunale. «Abbiamo atteso invano - riferisce Pietro Basile, consigliere comunale Pd, primo firmatario della mozione - che il sindaco Ve n t o l a rispondesse alla nostra richiesta, contenuta nella mozione presentata, di discutere in consiglio sul Museo archeologico negato e sulle azioni da intraprendere per manifestare la volontà politica di non rinunciare alla costruzione della struttura. Giudichiamo alquanto scorretto il comportamento del primo cittadino nei confronti sia del consiglio, sia della comunità amministrata. Non possiamo non ritornare a rimarcare l'assenza del governo municipale su questa questione e ripetiamo la nostra convinzione che il sindaco-presidente non regge al doppio incarico, per cui si impone da parte sua una scelta nell'interesse della città». «Vorremmo sapere - conclude - nella sede istituzionale, che è il consiglio comunale, se corrispondono al vero le notizie che circolano in città riguardanti novità in arrivo sulla soluzione del problema. A noi risulta che la questione rimane su un binario morto». Per questo, nella mozione presentata i firmatari, appartenenti alle formazioni politiche di opposizione, sollecitano la massima assemblea municipale a chiedere al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri del tesoro, dei beni culturali e degli affari regionali «di voler riconsiderare l'esclusione del Museo archeologico di Canosa dalle opere finanziabili con i fondi speciali per le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, atteso l'alto valore storico e culturale che l'opera rivestirebbe per il nostro territorio, oltre alle rilevanti ricadute economiche, in termini di sviluppo turistico, che si concretizzerebbero se l'opera fosse realizzata». Una richiesta che interpreta appieno i sentimenti dell'opinione pubblica, ma che non ha ottenuto nemmeno un cenno di risposta da Palazzo San Francesco. A scuotere dal "torpore" la pubblica amministrazione non è servito nemmeno l'importante ritrovamento archeologico dei mosaici all'ingresso della chiesa di Santa Maria. L'area di San Giovanni, ovvero quella destinata alla costruzione del Museo negato, ha ricevuto, dagli esiti della nuova campagna di scavi, un ulteriore riconoscimento: "è una delle più importanti aree paleocristiane dell'intera Puglia". È stata definita anche "un museo a cielo aperto". I riconoscimenti, non seguiti dalla valorizzazione delle scoperte, servono a poco.