12/11/2009. TRANI – MUSEO EBRAICO A SANT’ANNA.
Molte autorità religiose e civili ma, soprattutto, tanta, tantissima gente. Si è dovuto persino procedere al numero chiuso, lasciando fuori tante persone che non hanno potuto neanche minimamente scorgere il gran lavoro di restauro dell’immobile e a maggior ragione soffermarsi sulle innumerevoli testimonianze e documentazioni della storia dell’ebraismo di Trani ivi contenuti. Non sarà un caso che Giorgio Gramegna, progettista del restauro insieme con Enrico Cassanelli, oltre a porre davanti a tutto il lavoro oscuro delle maestranze dell’impresa di Giuseppe Storelli, abbia persino sollecitato la Diocesi a prevedere un ticket d’ingresso per questo che si prefigura come uno dei più ambiti musei ebraici del Mezzogiorno, di straordinario interesse anche per chi ebreo non è, ma ama respirare storia a pieni polmoni. Del resto, Sant’Anna pullula veramente di storia. L’ex sinagoga, poi chiesa, oggi museo, si presenta con un impatto visivo che illustra in ogni angolo le epoche storiche di questo edificio, scoprendo e mostrando quello che c’era e si conosceva, ma anche quello che c’era e s’ignorava. Il fatto, poi che la Curia, proprietaria del bene, lo abbia destinato a sezione ebraica del Museo diocesano, testimonia non soltanto la volontà di completare nel modo più corretto possibile il restauro di Sant’Anna, valorizzandone lo status originario di “scola” e, pertanto, valutando che il migliore contenitore possibile dei tanti reperti ebraici oggi disponibili fosse proprio quest’immobile e non altri. I reperti riguardano la storia ebraica cittadina dei secoli compresi fra il XIII ed il XV, sia posseduti dall’Arcidiocesi, sia provenienti da prestiti e donazioni. Da ieri si possono ammirare lapidi sepolcrali ebraiche, frammenti di una bibbia ebraica e una “mezza”, vera passione del curatore scientifico, Cesare Colafemmina, anima di un’operazione che esalterà vie più la Trani turistica e culturale.
Nico Aurora
Fonte: La Gazzetta del Nord Barese lunedì 9 novembre 2009
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