«Il restauro di opere d’arte come occasione di lavoro per i giovani. Tutto questo a patto che vi sia una leale collaborazione tra il pubblico ed il privato». È questa una profonda convinzione di Ruggiero Lamacchia direttore della Consud (Centro servizi per la documentazione, la conservazione e la valorizzazione dei beni) che recentemente e con ottimi risultati ha curato il restauro del monumento di Massimo D’Azeglio a pochi meti da palazzo di Città.
«Oggi appare ancor più urgente l’esigenza di trasmettere la passione, il mestiere, il rispetto per la cultura, per le opere d’arte, per le testimonianze architettoniche ed ambientali del passato nel convincimento che il recupero ed il restauro delle opere che l’uomo ha realizzato sono l’unica eredità culturale che possiamo lasciare alle future generazioni - afferma Lamacchia -. Da anni la Consud con i corsi di operatori di restauro, l’attività di aggiornamento, i seminari, le conferenze, la partecipazione a progetti nazionali ed internazionali, secondo una tradizione ormai consolidata, promuove e coniuga formazione professionale e cultura». Il monumento in marmo raffigurante il politico Massimo D’Azeglio, scolpito nel 1880 dal barlettano Giuseppe Manuti ripete nelle sue vicende conservative un destino comune a moltissimi altri manufatti lapidei esposti, il cui degrado è stato principalmente determinato dagli effetti deleteri dell’inquinamento atmosferico, accentuati nel caso specifico dalla collocazione del manufatto in prossimità di un incrocio semaforico ad alta densità di traffico meccanizzato.
Il restauro del monumento a Massimo D’Azeglio è stato effettuato da dai restau ratori Ruggiero Capuano e Fabio Bellantuono dell’equipe della Consud.
La Gazzetta del Nord Barese 17.11.2009